L’inverno è raccoglimento, è “insieme”, è profumo di cose buone nel forno, descrivetelo così ai vostri figli! Piuttosto che pensare che l’inverno sia freddo, che ci impedisca di uscire o ci limiti, incominceranno a immaginare lo stare in casa come l’incontro e la condivisione, ciò che del resto è (o che dovrebbe essere) per le famiglie.
Questo stare insieme, però, va riempito con senso. Spesso in casa ci sono più dispositivi connessi alla rete che persone (cellulare, pc, smart Tv) e anche quando si è dentro casa fisicamente si scappa fuori attraverso l’uso della tecnologia. Il ricorso alla rete non è sempre costruttivo e se non è ben gestito diventa un’evasione non controllata, a volte compulsiva. I bambini e i ragazzi, che hanno un minore self control, rischiano di incorrere in più difficoltà e pericoli nella relazione con Internet. Se stiamo in casa incollati agli schermi certamente non potremmo realizzare quello stare “insieme” a cui abbiamo accennato prima.
Come passare i pomeriggi d’inverno in casa senza stare attaccati al cellulare?
– Bella domanda! Dirà qualche mamma…
– Sembra facile! Dirà qualche altra.
Non è facile disconnettersi, meno ancora lo è per i ragazzi: questo diciamolo subito! Il problema della “tentazione del cellulare” va ammesso, non possiamo negare una difficoltà reale delle famiglie moderne. Spesso stiamo insieme senza stare insieme, ovvero siamo presenti fisicamente nello stesso luogo, ma evadiamo attraverso il web. Il gioco ci può salvare e non è retorica.
Perché e come giocare
Il termine gioco viene dal latino iocus e nasce col significato di scherzo.
Perché si scherza? Se avete risposto “per ridere” siete sulla strada giusta: si gioca per divertimento, per una libera scelta condivisa con i compagni di avventura; il gioco non ha pretese, se non la distrazione.
Giocare insieme può essere uno strumento di sana evasione che nel piacere del divertimento compartecipato rende possibile una forma di incontro a cui ci stiamo disabituando e che, invece, per noi è pane, cibo del cuore e dell’anima. Nel gioco le parti si osservano, si conoscono, si esplorano e diventano complici. Visto così il gioco è una grande occasione per le famiglie. Tuttavia, va vissuto positivamente e per massimizzare l’incontro va contestualizzato, allontanato da quelle fonti di disturbo che rischiano di inibire la condivisione di un momento in famiglia.
A casa mia si gioca a Jumbling Tower, a Scarabeo, a Risiko e a Otrio, ma prima si mettono i dispositivi mobili nel cesto dei telefoni, ovvero un comune cestino di vimini il cui solo scopo è allontanare da noi quello che potrebbe distrarci, almeno per il tempo che il gioco ci dà per stare insieme. Preciso solo che questa volta abbiamo fatto un’eccezione: io ho tirato fuori il telefono dal cestino per farvi qualche foto dei nostri giochi, in particolare del nuovo arrivato: “Sfida i Tuoi”.
Senza troppi spoiler, poiché un gioco è un’esperienza che va vissuta personalmente, voglio raccontarvi i miei giochi.
Jumbling Tower e Otrio sono due giochi veloci, già a partire dai 6-8 anni (rispettivamente 6 per il primo, 8 per il secondo) potete tirarli fuori anche in un momento “No”… Non ditemi che non sapete che i giochi rapidi e leggeri, se basati sulla concentrazione, colorati e realizzati in materiali stimolanti come lo sono questi due, possono essere molto confortanti in un frangente di crisi. Per esempio, quando il bambino non riesce a focalizzare, è un pochino fuori fase e non sa verbalizzare, fate una partita: potranno bastare circa 15 minuti (tanto durano mediamente) e il bimbo avrà canalizzato le energie e trovato uno sfogo. Questo perché giocando si distrae e riesce con più facilità a esprimere i suoi disagi.
Jumbling Tower consta nella “costruzione al contrario di una torre”. Una volta costruita, seguendo le indicazioni riportate sulla confezione, ogni giocatore dovrà tiare il dado dalle facce colorate ed estrarre un pezzo del colore corrispondente al risultato del suo tiro… avete capito bene: il pezzo andrà estratto dalla torre con lo scopo di non farla cadere! Lo stesso pezzo, poi, deve essere riposizionato in alto e il tutto deve avvenire usando una mano sola. In base alle competenze del bambino sta ai genitori aggiustare le regole: se giochiamo con mio nipote di 6 anni appena compiuti, per esempio, ammettiamo l’uso di due mani, se la sfida è all’ultimo sangue tra me e i miei figli, già grandi, guai a chi mette un dito fuori posto! Equilibrio, capacità di predire la condizione di staticità della torre, precisione nei movimenti e pazienza: ecco le competenze che questo gioco affina.
Otrio è “il mio gioco”, quello del caffè in pausa pranzo prima che i ragazzi incomincino a fare i compiti e che io ritorni al lavoro, quello della sera prima di spegnere tutto. Intanto è così bello che sul tavolo del soggiorno sembra un pezzo di arredamento… poi è avvincente, logico e si consuma in un momento partecipato. È una sfida testa a testa, ragionata su colore, forma e spazio, molto più del classico tris disegnato sul foglio a scacchiera. Qui le competenze in gioco sono dimensionali, è consigliato dagli 8 anni in su perché richiede una capacità di astrazione e prognosi.
Scarabeo e Risiko sono giochi che necessitano di più tempo, di riflessione e grande coinvolgimento, sono adrenalinici, innescano un vero slancio verso la vittoria.
Scarabeo è un must to have delle famiglie con figli in età scolare. I giochi vanno usati in modo appropriato, tenendo conto dell’età consigliata in modo che i bimbi possano seguire tutte le regole, ma questo gioco in particolare coadiuva anche il riconoscimento delle letterine e già il bimbo di 6 anni può, accompagnato dalla mamma o dal papà, usare il sacchetto delle lettere per comporre le prime parole.
Un’attenzione speciale va rivolta alla clessidra: il tempo può diventare un fattore un po’ delicato per i più piccoli di 8-10 anni e, in tal caso, rischia di togliere spensieratezza all’esperienza di gioco ma, volendo, la clessidra può non essere usata! Certo, si allungheranno i tempi, ma vediamola come un’occasione positiva: il bambino imparerà sia ad aspettare, sia a non fare attendere troppo il suo avversario.
Risiko non va confuso con un gioco di pura azione, è una palestra di strategia e attenzione, previsione della reazione altrui, equilibrio tra tattica difensiva e attiva. Risponde molto bene al bisogno preadolescenziale e adolescenziale di emozionarsi giocando. Forse non tutte le mamme sanno che spesso i videogiochi affascinano così tanto i nostri ragazzi perché danno vere e proprie scariche di adrenalina: ecco, anche Risiko provoca emozioni così forti!
È un gioco da tavolo a cui dedicare del tempo, io vi consiglio di lasciare anche le partite aperte e di stabilire degli appuntamenti di gioco. Ricordate che questo tempo è dedicato sì all’attività ludica, ma è sempre un modo per intrecciare un rapporto dialogante, profondamente affettivo e di pratica condivisa con i vostri figli.
Sfida i Tuoi è la grande novità in casa mia. Un tabellone, 101 carte gioco, 32 jolly e per ciascuna di queste esperienze una possibilità di conoscersi un po’ di più: lo scopo del gioco, infatti, è che i figli rispondano alle domande dei grandi e viceversa.
Avete mai detto a vostro figlio preadolescente o adolescente una frase simile a questa: “Mettiti un po’ nei miei panni?! ” Ebbene, questo gioco vi consentirà, in forma ludica, di immedesimarvi. A ogni partita uscirete un po’ più comprensivi e consapevoli dell’altro. Se per alcuni giochi ho elencato delle competenze stimolate dall’esperienza ludica, qui vi dico che “Sfida i tuoi” stimola la complicità (e chi è genitore sa quanto conta!).