Lavare le mascherine chirurgiche e riutilizzarle più volte, fino ad un massimo di 10, è ora possibile, lo dimostrano due studi scientifici effettuati da ricercatori francesi con l’obiettivo di sopperire alla carenza di dispositivi medici ma soprattutto di ridurre il sempre più crescente numero di rifiuti dovuto alla pandemia di COVID-19.
Classificate come monouso, utilizzabili quindi una sola volta e in un arco temporale pari a 4 ore in ambito medico e 6/7 ore in ambito comunitario (molto dipende dalle condizioni della mascherina stessa – ndr), perché tendono a perdere la loro capacità di filtraggio, secondo i succitati studi possono essere lavate in lavatrice, asciugate in asciugatrice e stirate a basse temperature.
Lavare le mascherine chirurgiche: come usare i DM e i DPI.
Prima ancora di approfondire gli studi che dimostrano come lavare le mascherine chirurgiche e riutilizzarle in sicurezza, è importante fare una precisazione: la pandemia di COVID-19, causata dal nuovo ceppo di coronavirus identificato con l’abbreviazione SARS-CoV-2, non è ancora finita.
Il calo dei contagi e dei ricoveri ospedalieri, nonché la diffusa vaccinazione e l’impellente desiderio di voler ritornare ad una piena normalità, hanno spinto molte persone ad “abbassare la guardia”, adottando sempre meno, se non addirittura per nulla, le misure precauzionali importantissime per evitare la diffusione del virus: distanziamento, frequente lavaggio delle mani e l’utilizzo di dispositivi di protezione, mascherine in primis.
Una particolare considerazione va fatta proprio all’uso sempre meno attenzionato dei dispositivi medici (DM), quali le mascherine chirurgiche, o dei dispositivi di protezione individuale (DPI), come le mascherine FFP2 e FFP3.
Non è infatti difficile vedere oggigiorno persone, in particolar modo adolescenti e ragazzi, che indossano mascherine sporche e/o rovinate, che le toccano ripetutamente con le mani non igienizzate, e che, una volta tolte, le appoggiano su superfici potenzialmente contaminate o, peggio ancora, le tengono in tasca.
Divenuti ormai parte del nostro quotidiano, questi dispositivi vengono letteralmente maltrattati, diventando pressocché inutili in quanto perdono la loro efficacia se non usati correttamente.
Quindi, prima ancora di parlare di come lavare le mascherine chirurgiche, è necessario ricordare poche ma fondamentali regole:
- Indossare il DM o il DPI in modo corretto, lo stesso deve aderire bene al volto e coprire sia il naso che la bocca;
- Non toccare la superficie esterna della mascherina con le mani – è difatti quella la parte potenzialmente contaminata – ma toglierla prendendola dagli elastici;
- Non mettere le mascherine usate in tasca, in borsa o su una qualunque superfice ma riporla in una bustina, su un foglio di carta o in un contenitore di plastica riciclabile ripiegando su se stessa la parte esterna, ossia quella contaminata;
- Cambiare la mascherina quando è bagnata, sporca o rotta.
Lavare le mascherine chirurgiche: il primo studio.
Come anticipato in apertura di articolo, ben due esperimenti scientifici francesi hanno dimostrato come sia possibile lavare le mascherine chirurgiche mantenendo pressocché intatta la loro capacità filtrante.
Il primo studio fu pubblicato sulla rivista di consumatori “Que Choisir” a Novembre del 2020. L’esperimento consisteva nel testare 3 diversi modelli di dispositivi medici presenti in commercio, reperibili sia nelle farmacie che nei supermercati, valutandone:
- la traspirabilità, ossia la resistenza respiratoria, utilizzando come riferimento i parametri imposti dalla norma ISO 9237;
- il filtraggio, cioè l’efficacia nel filtrare le microparticelle aventi una misura superiore a 3mila nanometri (3 µm).
I campioni di mascherine sono stati lavati in lavatrice a 60° C, asciugati nell’asciugatrice e stirati a bassissima temperatura per 10 volte mantenendo la loro capacità filtrante sufficiente all’uso comunitario, ossia possono essere nuovamente indossate nell’ambiente domestico e in pubblico ma non possono essere riutilizzate in ambito medico.
“Nonostante un leggero infeltrimento – si legge sulla rivista – le mascherine chirurgiche lavate possono essere considerate alla pari, se non addirittura superiori, delle mascherine in tessuto più efficienti dotate della garanzia Afnor/DGA”.
Lavare le mascherine chirurgiche: secondo studio.
Il secondo studio, realizzato dal centro di ricerche cliniche dell’Ospedale universitario di Grenoble (Francia), è stato pubblicato a Settembre 2021 sulla rivista scientifica Chemosphere e successivamente condiviso dall’Organizzazione mondiale della sanità (WHO).
Tale ricerca si è dimostrata essere una conferma del precedente studio: è possibile lavare le mascherine chirurgiche e riutilizzarle negli ambienti domestici e comunitari.
Nello specifico, l’esperimento è stato eseguito su mascherine mediche in polipropilene di tipo IIR che hanno subito diversi lavaggi, più esattamente sono state lavate fino a 10 volte oppure sottoposte a 5 lavaggi e 5 cicli in autoclave (dispositivo usato per la sterilizzazione di attrezzature e prodotti mediante l’alta pressione di vapore saturo), o ancora lavate e successivamente sterilizzate con radiazioni o ossido di etilene.
“I lavaggi e le sterilizzazioni hanno reso le mascherine mediche conformi allo standard AFNOR S76-001 come mascherine per uso non sanitario di tipo 1” si legge nell’estratto.
In poche parole lavare le mascherine chirurgiche per un massimo di 10 volte non fa perdere ai DM la loro capacità di traspirazione e filtraggio, al contrario rispettano la normativa attualmente in vigore e offrono una protezione migliore rispetto alle mascherine lavabili in tessuto.
Unico svantaggio è la “destinazione d’uso”, lavare le mascherine chirurgiche infatti non le rende più adatte all’uso medico ma solo nell’ambito familiare e comunitario.
I risultati di entrambe le ricerche si sono rivelati molto importanti, difatti lavare le mascherine chirurgiche può contribuire a:
- risparmiare sull’acquisto di mascherine;
- incentivare l’utilizzo delle mascherine chirurgiche che, in quanto a capacità di filtraggio e di protezione, si rivelano essere superiori a quelle in tessuto;
- ridurre i rifiuti aumentati in modo esponenziale a causa della pandemia;
- sopperire ad un’eventuale carenza di mascherine.
Come lavare le mascherine chirurgiche.
Benché entrambi gli studi affermino che lavare le mascherine chirurgiche non ne alteri la capacità filtrante e di traspirazione, bisogna ugualmente prestare attenzione e non considerare questi dispositivi medici come eterni.
La mascherina va infatti gettata quando risulta essere danneggiata, sporca in modo irreversibile o inizia a comparire una sorta di peluria.
Seguendo quanto riportato in entrambi gli studi sopra citati, è possibile lavare le mascherine chirurgiche in lavatrice a 60° C con un normale detersivo, asciugarle all’aria o in asciugatrice e stirarle usando la temperatura più bassa del ferro da stiro.
Al fine di non rovinarle durante il lavaggio, si consiglia di riporre le mascherine all’interno di buste, federe o retine per il lavaggio, quelle usate per i capi più piccoli (calzini) o per quelli delicati (reggiseno).
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