Denise Pipitone è scomparsa il 1° settembre 2004 da Mazara del Vallo, Sicilia. Sono trascorsi 17 anni senza che ne siano state recuperate le tracce. Malgrado i luoghi familiari (Denise è scomparsa mentre giocava sul marciapiede della casa di famiglia), malgrado la presenza dei cugini (in particolare del cugino Salvatore in quei minuti accanto a lei), malgrado fosse mattina, poco prima di mezzogiorno, e Mazara fosse sveglia e vissuta, con un mercato attivo a pochi passi dai luoghi della sparizione, nessuno ha visto Denise allontanarsi.
Da allora il solo avvistamento ritenuto attendibile è quello immortalato in un video da Felice Grieco, la guardia giurata che durante il suo servizio vide un gruppo di nomadi con una bambina estremamente somigliante a Denise. Era il 18 ottobre 2004, dal rapimento della bambina erano passati 47 giorni e Felice Grieco prestava servizio presso una banca di Milano.
Il video di quell’avvistamento è sgranato e meno pulito dei girati di cui sono capaci i telefonini oggi, ma l’esame tecnico-scientifico del volto di quella bambina sembra ricondurne i tratti a Denise, la voce sembra ricalcare l’accento mazarese e il nome con cui i Rom l’appellano, ovvero Danase, sembra essere un ulteriore indizio.
Felice Grieco non fu autorizzato a trattenere la presunta Denise
Quelli in cui Felice Grieco incrociò la presunta Denise Pipitone furono momenti, se non istanti, carichi e concitati. Quell’occasione è andata perduta e in un primo momento la stessa mamma di Denise avrebbe domandato alla guardia giurata perché non colse l’opportunità di prendere la bimba con sé.
Perché la guardia giurata non ha preso la presunta Denise?
È questa la domanda che si impone da sempre all’attenzione di tutti. Ospite a “Morning News” trasmissione televisiva di canale 5, è Felice Grieco stesso a rispondere a questa domanda: l’uomo ha dichiarato di non essere stato messo nella condizione di trattenere la bambina. Grieco allertò prontamente le forze dell’ordine e a “Morning news” rivela di avere esplicitamente chiesto l’autorizzazione a trattenere la bambina, ma gli fu negata.
Oggi conserva il rimorso di non avere agito di impulso, allora affrontare le conseguenze del trattenere una bambina non gli parve la soluzione giusta, considerati anche il suo lavoro, il fatto che fosse in servizio e il diniego ricevuto dall’autorità con cui entrò in contatto telefonico.
Piera Maggio è tornata di recente a parlare di Denise e l’avvocato Frazitta, ospite con lei agli “Incontri del Principe”, ha voluto sottolineare che nel momento della sparizione della bambina Denise non era il solo minore in strada senza un adulto, con lei c’era il cugino Salvatore, il piccolo ha percorso la medesima strada battuta da Denise per ben 2 volte: un unico marciapiede tra casa della nonna e casa della zia.
Proprio la zia vide Denise per l’ultima volta, esattamente quando Salvatore rientrò in casa a ridosso del pranzo. Il rapitore, dunque, scelse di prendere Denise e non il cugino o un altro minore. Piera Maggio resta convinta che quell’azione criminale puntasse alla sua bambina in modo mirato e diretto col fine ultimo di infliggere a lei stessa l’immane dolore della perdita di una figlia strappata così violentemente alle sue radici familiari.