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Poesia sulla mamma di Rabindranath Tagore

di Federica Federico

20 Agosto 2021

Quando un poeta si ispira alla propria madre parla a se stesso, indaga le origini più profonde e scopre le radici dell’esistere. In questo senso la poesia sulla mamma riesce a essere una confessione intima che ha il sapore della consapevolezza.

 

Poesia sulla mamma

Poesia sulla mamma di Rabindranath Tagore.
Diritto d’autore:
Pahota ©123RF.com con licenza d’uso.

Poesia sulla mamma: il recupero delle radici

 

Leggere la più bella poesia sulla mamma, nutrirsi dei suoi versi e dedicarla alla propria madre, anche se fosse tra le nuvole, equivale a ritrovarsi partendo dal ventre e dal desiderio d’amore, ovvero (ri)tessendo il filo della vita da dove la vita stessa ha avuto origine.

La mamma viene facilmente data per scontata: i suoi sacrifici, gli sforzi che compie nel quotidiano, il tempo che concede ai figli e alla famiglia, quel molto di sé a cui rinuncia sembrano dovuti, vengono erroneamente considerati come parte di un ruolo che la storia e la cultura hanno cristallizzato sulle donne. Essere mamme è una scelta quotidiana – anche se non lo è sempre i partenza -, ma soprattutto è una condizione che va riconfermata con fermezza, resilienza e decisione quando gli tsunami della vita ci travolgono.

 

La Poesia sulla mamma di Rabindranath Tagore

 

Nella Poesia sulla mamma di Rabindranath Tagore, poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo bengalese, si incontrano e si fondono tutti gli elementi della maternità:

il bambino; il pianto; la ricerca dell’amore materno che si fa sostanza nel pensiero prima ancora che nel figlio; la maturazione di quel sentimento che sarà il motore alla procreazione, ovvero il senso materno. E infine, come massima somma di tutto, in miracolo della nascita.

Questa commistione di elementi cristallini per trasparenza, verità e delicatezza fa della poesia sulla mamma di Rabindranath Tagore uno dei più pregiati ritratti a parole delicate della maternità. Senza contare che diventa una poesia per tutte le mamme, uno specchio d’acqua trasparente a cui dissetarsi quando le fatiche del vivere quotidiano ci seccano la bocca e asciugano il cuore.

 

La Poesia sulla mamma di Rabindranath Tagore: Maternità – testo

Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?

Domandò il bambino a sua madre.

Ed ella pianse e rise allo stesso tempo e stringendolo al petto gli rispose:

tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,

tu eri il Suo desiderio.

 

Tu eri nelle bambole della mia infanzia,

in tutte le mie speranze,

in tutti i miei amori, nella mia vita,

nella vita di mia madre,

tu hai vissuto.

 

Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa

ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,

e mentre contemplo il tuo viso, l’onda del mistero mi sommerge

perché tu che appartieni a tutti,

tu mi sei stato donato.

 

E per paura che tu fugga via

ti tengo stretto nel mio cuore.

Quale magia ha dunque affidato il tesoro

del mondo nelle mie esili braccia?

 

La Poesia sulla mamma di Rabindranath Tagore: Maternità, il significato del verso conclusivo

 

Quale magia ha dunque affidato il tesoro del mondo nelle mie esili braccia?”, è questo verso di chiusura a svelare molte verità su noi madri:

ci facciamo sempre molte domande; ci crediamo “esili” e tal volta neghiamo a noi stesse la straordinaria forza di cui siamo capaci; consideriamo i nostri figli il più grande dei tesori. Ma soprattutto, e ciò è di straordinario peso, crediamo nella magia perché l’abbiamo vissuta e partecipata mettendo al mondo la nostra creatura.



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