Era il 2005 quando una guardia giurata riprese col suo telefonino una bambina accompagnata da una donna di etnia Rom: “Danase”, la chiamava la rom e la bimba rispondeva: “Dove mi porti”.
Gli inquirenti si convinsero che la bambina immortalata in quel girato fosse effettivamente Denise: gli aspetti fisionomici e l’accento coincidevano fortemente.
Ma che fine hanno fatto quella minore e la donna Rom che le era accanto?
All’epoca, indagò nel tentativo di rintracciarle il Dottor Rizzi, che ospitò presso la Questura di Milano mamma Piera Maggio e il suo legale, lo ricorda lo stesso Giacomo Frazzitta.
L’hinterland di Milano fu mappato con degli elicotteri che si alzarono in volo per fotografare i campi rom, mancava allora ogni altro supporto tecnologico, ma il dispiego di forze fu enorme. Furono monitorate intere famiglie rom, roulotte per roulotte e a chi era sprovvisto di permesso di soggiorno ne fu persino offerto uno in cambio di collaborazione.
L’avvocato Giacomo Frazzitta ricorda a Mattino Cinque i momenti di quella indagine capillare e senza sosta che, però, non condusse all’identificazione della donna rom e delle bambina che era con lei.
Nella mappatura del rom dell’hinterland milanese, coloro i quali non avevano il permesso di soggiorno venivano messi dentro un aereo e lì un funzionario della questura o lo stesso Dottor Rizzi proponevano lo scambio cruciale tra le informazioni e un permesso di soggiorno premio, ricorda l’avvocato. Il fatto che nessuno abbia mai parlato è, a detta dello stesso Frazzitta, veramente anomalo.
Quelle ricerche non portarono a nulla, oggi, però, è doveroso ripartire da quella donna, dal momento in cui a Milano presumibilmente si vide Denise viva e nelle mani dei rom.
In modo particolare, l’attenzione dei giornalisti si sposta oggi sulle immagini della donna che era insieme alla presunta Denise.
Mattino Cinque torna sulle tracce di una telefonata che raggiunse Piero Pulizzi sulla sua utenza cellulare, erano passati tre mesi dal video della presunta Denise insieme alla donna rom, era il 14 gennaio 2005.
Quella telefonata mise Pulizzi in allarme: udì una voce femminile dall’accento straniero e sentì una bambina piangere, la comunicazione si interruppe dopo pochissimo e senza che il papà naturale di Denise potesse trarne alcuna indicazione utile.
Pulizzi informò Frazzitta; gli inquirenti, che nel frattempo mappavano tutte le utenze coinvolte nel caso Pipitone, erano praticamente già a lavoro prima ancora che l’avvocato potesse muoverne richiesta.
La telefonata fu esaminata e si scoprì che arrivava da un campo rom, il telefono apparteneva a un capo famiglia, figura centrale dello stesso campo, ma era in uso a sua figlia. Questa giovane rom negò la telefonata e negò di conoscere il Pulizzi, tuttavia gli inquirenti scoprirono che sul telefono della donna era registrato il nome del Puliti stesso e nello specifico era salvato su quell’apparecchio come “Piero Fra’”, Fra’ in gergo dialettale vuol dire fratello. Il titolare del telefono spiegò di averlo acquistato di seconda mano e le perquisizioni nel campo non portarono a nulla.
In che modo Mattino Cinque, oggi, a distanza di molti anni, collega quella telefonata alla presunta Denise e alla donna rom avvisate e riprese a Milano?
I giornalisti della redazione di Mattino Cinque sono arrivati al volto, all’immagine fotografica, della figlia di quel capo famiglia dal cui telefono partì la chiamati al Pulizzi; pur non potendone mostrare il volto in Tv, per ragioni di privacy, hanno ritenuto opportuno mettere Frazzitta a conoscenza di quel viso e la reazione appare chiara: l’avvocato risponde alla domanda che qui ci stiamo ponendo nel riconoscere una somiglianza notevole tra la ragazza dal cui telefono partì la chiamata a Pulizzi e la donna rom che era con la presunta Denise. ATTENZIONE: lo sottolinea la giornalista di Mattino Cinque e Frazzitta clo conferma, tra le due donne (la donna rom che era con minore a Milano e la ragazza che disponeva del telefono da cui fu chiamato Pulizzi) sussiste una differenza d’età che fa pensare più presumibilmente a una parentela stretta. Frazzitta sottolinea che cercare la donna che era con la presunta Denise è a tutt’oggi fondamentale.
Aggiornamento a Domenica 30 Maggio 2021: La suddetta somiglianza, per come esposta poc’anzi e dai giornalisti di Mattino Cinque, è stata smentita nella stessa trasmissione in cui era stata avanzata, la rettifica è avvenuta su istanza dell’avvocato della donna coinvolta nell’ accostamento di immagini. La donna dal cui cellulare partì la telefonata a Piero Pulizzi non ha nessun legame nè nulla sa della donna che accompagnava la presunta Denise nel video di Milano.
Vale la pena ricordare che l’avvistamento della presunta Denise fu immortalato da Felice Greco, una guardia giurata che all’epoca prestava servizio presso la banca Monte Dei Paschi di Siena (che ora non ha più sede in quel luogo di Milano ove si svolsero i fatti). E’ possibile che la rom gravitasse intorno alla parrocchia di Santa Rita, era l’ottobre del 2004 ma in quella zona di Milano i rom sono tutt’ora soliti cercare accoglienza e aiuto, proprio presso la parrocchia di Santa Rita ricevono carità e chiedono l’elemosina.