Il bambino che contrae la gastroenterite da rotavirus ha frequenti episodi di vomito e diarrea, con scariche diarroiche particolarmente acquose; nella fase acuta può avere febbre (che oscilla tra i 38 gradi e mezzo e i 39 e mezzo) e dolori addominali.
La malattia ha un periodo di incubazione di circa 2 giorni dopodichè iniziano a manifestarsi i primi sintomi. Il malessere dura tra i 3 e gli 8 giorni
Non esistono cure o farmaci specifici, ma si fronteggia solo con una alimentazione corretta, integratori per il ripristino dei Sali minerali persi, fermenti lattici per bloccare la diarrea.
Il reale pericolo è la disidratazione, per questo nel caso in cui il bambino presenti segni di insufficiente idratazione:
- ridotta produzione di urina,
- sete eccessiva,
- secchezza della bocca,
- sonnolenza insolita,
è necessario portarlo in ospedale, lì i medici potranno valutare l’opportunità di un ricovero durante il quale provvedere alla reidratazione per via endovenosa.
La gastroenterite da rotavirus è una malattia diffusa in tutto il mondo. Questo virus è presente nell’ambiente in 6 diverse specie e causa gastroenteriti virali fra i neonati e i bambini sotto i 5 anni ed in particolare quelli tra i 6 e i 24 mesi. Contrarre il virus non assicura l’immunità da un nuovo contagio anche se, maturando con l’età, si verificherà in forma più leggera.Il virus si trasmette per via oro-fecale ma, una volta diffuso, il contagio può avvenire anche per contatto o per via respiratoria. I luoghi più colpiti dalla diffusione sono: mense, luoghi di ristorazione, ambienti comunitari e soprattutto asili nido.
Come mamma posso dirvi che non è certo una bella esperienza dover accudire il proprio bambino in ospedale. Ad aprile mio figlio fu ricoverato per apparenti segni di disidratazione (erano 2 giorni che vomitata). Le infermiere mi consigliarono di fargli bere piccoli sorsi di integratore a distanza di pochi minuti (bere grosse quantità lo avrebbe portato a vomitare), sostituire il latte con il tè o con un latte speciale e farlo mangiare in bianco. Queste piccole accortezze riuscirono a reidratarlo senza dover ricorrere ai lavaggi e dopo due giorni il mio monello scorrazzava per il reparto pediatrico felice di non dover più stare a letto. Le scariche di diarrea, invece, continuarono per altri 6 giorni contagiando anche me e il fratello maggiore. Come le abbiamo curate? Pasta e carne in bianco, tè, fermenti lattici e tanti ma proprio tanti pannolini.
Le informazioni mediche sono state tratte da www.epicentro.iss.it, nonchè dalla personale esperienza di madre.
Questo articolo ha carattere meramente divilgativo e non si sostituisce in nessun modo al parere del medico che ove necessario va sempre consultato.