Quella mattina mi svegliai per caso (o almeno credo), il Natale era ancora un’ombra celata dentro l’alba che stava per schiudersi. Ma ero felice ed eccitata perchè l’ attesa si accorciava di minuto in minuto.
Dagli scuri della finestra arrivava uno scintillio, di lì a poco ne avrei scoperto la forma e la magia: la nonna aveva sistemato una lunga fila di candele accese all’aperto, una lingua luminosa sul vialetto di ingresso.
Al buio passai due stanze cercando di non far rumore e la trovai alla finestra a guardarle brillare contro l’aria fredda.
L’ attesa del Natale e il suo senso da vivere.
– Nonna, avrai preso freddo!?
Lei non si sorprese e nemmeno allontanò lo sguardo da quello spettacolo
– Ti stavo aspettando!
– Aspettavi me? Io dormivo.
– Lo so bambina mia, ma l’attesa non è un richiamo … essa è una condizione del vivere che ti cambia continuamente e in ogni momento. Non si attende solo qualcosa che deve accadere materialmente, si attendono anche i sentimenti e io attendo il tuo amore, sempre. Questa attesa è come la terra feritile e appena bagnata: le persone non ci fanno caso ma mentre attendi l’amore di qualcuno nutri anche il tuo verso quella persona e ne hai cura.
Inizialmente non capì e non riuscivo a comunicarle nulla con lo sguardo perché il suo era fisso sulle fiammelle.
– Vedi le candele!
La voce ferma non era un invito, piuttosto un monito.
“Vedi le candele!”, di quell’ammonimento faccio ancora memoria a me stessa in molti momenti di tristezza.
– La fiamma attende, ma cosa?
– E’ in attesa di consumarsi!
– No, mia cara. La fiamma attende di essere vissuta. La luce ha un potere enorme e sottovalutato: una luce è una persona quando ti aiuta nel cammino anche solo con uno sguardo; una luce è una memoria quando un ricordo ti illumina il cuore mostrandoti che l’amore non è mai perduto; una luce è una speranza quando rischiara un’ ambizione e ti riporta ad essa con rinnovata forza.
In quel momento la nonna indicò le candele, senza mai distogliere lo sguardo:
– Questo è un percorso di emozioni, mettiti qui e affida a ogni fiammella una persona, una memoria e un ricordo, potresti avere davanti tutte le cose più importanti della tua vita. Se virai la fiamma, non conterà che si spenga prima o poi … tu saprai sempre accendere altre candele.
Intanto le cose cominciavano a cambiare forma e nelle candele trovavo mio padre con i suoi occhi rassicuranti a ogni cambiamento, vedevo l’amicizia e sentivo già l’eco delle parole della nonna.
– L’attesa è questa, nipote mia: è riempire le cose e gli eventi di un senso che vada oltre le cose stesse. Se aspetti che una candela si spenga la stai sprecando con tutta la sua luce, se, invece, le dai un significato … allora la rendi eterna potendo trovare quello stesso significato in ogni fiamma e ovunque. Dai una fiamma ad ogni attesa e incendia la vita quando ti sentirai smarrita, se il tuo fuoco avrà un senso non raccoglierai cenere ma speranza, saprai riscaldarti e ripartire.
E concluse:
– Domani sarà Natale e questo è il senso di ogni sua luce, non lasciarti semplicemente rischiarare fanne parte.
Le candeline cominciavano a spegnersi, una dopo l’altra, ma la nonna era lì e credo continuasse a guardarle, questo non lo so per certo perché io non potevo distogliere lo sguardo dal vialetto: le candele erano spente, ma vedevo ancora le fiammelle, potevo sentirne la voce bruciare nell’aria e l’odore di cera … avevo vissuto la fiamma ed ero più forte nelle mie memorie, adesso conoscevo il vero senso dell’ attesa.