“Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere“. Così diceva Albus Silente, rivolgendosi proprio al protagonista, nel film “Harry Potter e la pietra filosofale”.
E’ vero che vivere di sogni e illusioni non ha un’utilità né pratica né emotiva. Ed è altrettanto vero che razionalità e adesione alla realtà aiutano a ridurre le frustrazioni massimizzando il senso pratico e la resilienza.
E’ per questo che ciascuno di noi dovrebbe sforzarsi di non sfuggire alla realtà, quantomeno di non farlo mai nella misura eccedente a una positiva evasione emotiva. Gli stessi ragazzi andrebbero educati in questo senso.
I bambini hanno bisogno di sognare, nella loro mente il confine tra immaginato e reale è labile, resta sfumato almeno fino all’età prescolare e la commistione del sogno ai pensieri supporta l’immaginazione e la fantasia con tutti i loro benefici effetti.
Tuttavia il sogno è quella pericolosa e tagliente lama di confine che il ragazzo e l’adulto devono imparare a gestire per non vivere di illusioni.
Vivere di sogni può essere incompatibile col peso della realtà e può renderci fragili e insicuri.
I sogni diventano una trappola quando si fanno ossessivi, illusori, irrealizzabili. Facciamo qualche esempio:
- arriva l’età in cui il sogno di diventare un astronauta o un personaggio dello spettacolo deve cedere il passo alla realtà di un lavorio dignitoso e comune;
- allo stesso modo si può dover rinunciare a una soluzione abitativa sperata per anni o a un trasferimento;
- una mamma e un papà possono anche dover rinunciare a un rapporto sentimentale che se trascinato potrebbe trasformarsi in un cancro;
- mentre un ragazzo può dover rinunciare a una scelta scolastica entusiasmante perchè gli mancano fattivamente certe sperate e idealizzate competenze, non può fare il fumettista quel ragazzo a cui disegnare non riesce proprio.
Vivere di sogni illusori sottrae energie all’animo.
Le illusioni possono giocare un dannoso ruolo parassitario ai danni delle energie vitali: credere che le cose possano cambiare in un senso o in modo irrazionale assorbe energia e getta un’ombra grigia sulla realtà.
- Quel ragazzo che ossessivamente vuole trovare il modo di lasciare la città in cui vive potrebbe finire per interpretare in negativo ogni accadimento, incontro e opportunità essendo unicamente ossessionato dall’andare lontano;
- quella mamma che continua a sognare di tornare nel suo paese di origine può mancare di integrarsi nella città dove lavora cedendo a un sentimento di perenne nostalgia.
I sogni sono benzina emotiva solo quando sono realizzabili, la vera adrenalina esplode sempre nel raggiungimento di un obiettivo, all’opposto vederlo perennemente irrisolto e lontano ha un effetto negativo e frustrante. Vivere di sogni fa bene se di tanto in tanto uno di questi esce dal cassetto e si fa circostanza, gioia, reale emozione.
l pericolo più grande per chi si ostina (consciamente o inconsciamente) a vivere di sogni illusori è quello di identificare graniticamente la propria soddisfazione con la realizzazione del sogno.
Noi non siamo i nostri sogni, piuttosto siamo l’energia che può realizzare desideri dotati di fattibilità e aderenza alla realtà.
La mamma che vuole cambiare lavoro a tutti costi potrebbe non riuscite più ad essere felice nelle sue vesti e potrebbe cadere nell’artificio di identificare l’unica sua possibilità di appagamento proprio nella realizzazione della nuova prospettiva lavorativa, per fare solo un esempio di come un sogno può divenire una trappola. E più il soggetto si illude che quel sogno sia realizzabile più la gabbia illusoria lo costringe.
Sensazioni di inadeguatezza e mortificazione assalgono chi cristallizza la felicità in un unico desiderio (per esempio la mamma che cristallizza la sua felicità nel cambio di lavoro).
Questa cristallizzazione è una costruzione mentale irreale (quindi la mamma si autoconvince di non poter essere felice altrimenti).
Cristallizzando la felicità su un unico difficile desiderio si rischia, peraltro, di soffocare un enorme quantità di emozioni altre e diverse che, se debitamente accolte, potrebbero essere linfa vitale (la mamma smette di godere dei piccoli benefici del suo attuale lavoro, lo affronta demotivata e già stanca).
I sogni che non si avverano mai rischiano di diventare ossessioni.
L’ ossessione è, per definizione, un pensiero persistente di cui il soggetto che ne soffre non riesce a liberarsi.
Un sogno ossessivo è un’illusione cancerosa, è un dolore che scava dentro minando l’autostima: ci dice che non siamo stai in grado; ci ricorda che non abbiamo raggiunto l’obbiettivo; ci rende insoddisfatti e inquieti.
La mente innesca dunque un autoricatto: “Sarai felice solo se e quando realizzerai il tuo sogno”. Così tutti i vissuti, intorno al desiderio irrisolto diventano dolorosi fallimenti perchè viene a mancare la positività per goderne.
Chi si ostina a vivere di sogni irrisolti o non riconosce la realtà o comunque non è in grado di accettarla per ciò che è, pertanto corre una serie di rischi:
- smarrire la stima in se stesso;
- perdere opportunità di felicità;
- disperdere energie vitali;
- scivolare verso la depressione.
Se i sogni aiutano a vivere meglio è solo nella misura in cui siano portatori di obiettivi auspicabili e raggiungibili, vivere di sogni irrealizzabili può, invece, condurre alla depressione.
L’apatia, l’assenza di stimoli, la perdita di coraggio, di volontà e di desiderio sono tutte figli dell’incapacità di passare dal volere (cioè dal desiderare) all’ottenere (cioè al realizzare). Come individui umani abbiamo bisogno di giungere a realizzazione, se non di tutto ciò a cui aspiriamo almeno di qualcosa.
Qualcosa deve fiorire nel giardino dei desideri, questo o quel sogno deve concretizzarsi tra le nostre mani e emozionarci fattivamente.
E’ per questo che i figli e i ragazzi, per esempio, vanno educati a darsi obiettivi raggiungibili. Il bello di sognare è anche raggiungere la meta, ricostruire la propria stabilità i il proprio equilibrio tra il ricercato e l’afferrato.
Uno dei più grandi pericoli che un essere umano possa correre è quello di vivere nei sogni degli altri.
Accade ciò ai figli che restano schiacciati dai sogni irrealizzati dei genitori che, per una proprietà transitiva invalidabile, fanno passare su bambini e sui ragazzi responsabilità, aspettative e presunti desideri che erano stati loro e che nel loro personale percorso non hanno mai avverato.
Ma cadono in questa stessa trappola anche le donne che non si emancipano dai mariti autoritari e egocentrici.
I sogni devo aver il carattere dell’autenticità e per questo debbono essere personali.
Quali sono i sogni che, invece, aiutano a vivere meglio?
I sogni aiutano a vivere meglio quando:
- sono realizzabili, almeno parzialmente;
- non sono ossessivi;
- sono autentici, ovvero sono sogni personali e ai quali si possa accedere senza mai danneggiare gli altri;
- restano semplici, i sogni semplici, infatti, non strappano possibilità alla realtà ma ne aggiungono.
Per evitare che i sogni divengano illusioni dobbiamo imparare a gestire l’immaginabile in relazione al fattibile. Per farlo:
- teniamo sempre alta l’attenzione su noi stessi e chiediamoci spesso – Cosa voglio, perché lo voglio, chi sono io?
- Aggiorniamo i nostri sogni indagando sui bisogni che proviamo ora e adesso senza rimanere ancorati al passato.
- Cerchiamo di mantenere i sogni alla nostra portata rendendoli realizzabili.
- Non sostituiamo subito un sogno avverato con un altro più grande: godiamo dei nostri successi e diamoci un tempo per assaporare le conquiste.