Si chiama Silvestro Volpe ed è un medico, più precisamente riveste il ruolo di direttore di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, presso l’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino, pochi giorni fa ha avuto il coraggio di affermare una verità nota a tutti ma ancora tanto poco condivisa: il Covid-19 è una malattia insidiosa alla quale la medicina non ha ancora risposto con una cura certa e certamente valida per tutti.
Le parole che ha usato il Dottor Volpe sono state travisate da gran parte della stampa che, pur di accaparrarsi qualche clic facile, ha nuovamente tradito la possibilità di informare e aiutare l’intera popolazione nella costruzione di una rinnovata consapevolezza sul virus.
Dal Moscati di Avellino arrivava nelle stesseore di quel post la notizia della morte di un collega del Dottor Volpe, in queste ore si sta diffondendo anche la notizia del decesso di una giovanissima, una 17enne già provata da gravi patologie congenite, ricoverata nel nosocomio il 23 novembre per positività al Coronavirus e con diagnosi di polmonite interstiziale.
Malgrado tutto ciò che sta accadendo, né il Moscati né alcun altro ospedale italiano si arrende e la stampa farebbe bene a dar il giusto senso, oltre che il giusto peso alle parole dei medici.
Il post del Dottor Silvestro Volpe, le sue parole, la sua verità e alcuni chiarimenti resi necessari dalle facili strumentalizzazioni della stampa.
Quello del Dottor Silvestro Volpe è stato definito uno sfogo, ma da una lettura senziente delle sue parole appare, invece, con immediata chiarezza l’intento del medico: a fronte di un protocollo di cura incapace di garantire una risposta positiva e univoca in ogni paziente, la sola cosa sensata da fare è non ammalarsi, o quantomeno proteggersi il più possibile dall’esposizione al virus e la popolazione va sensibilizzata in questo senso.
C’è da dire che la priorità sociopolitica dell’estate è stata l’economia, non tutti ne hanno compreso il senso e l’esigenza di fondo. Inebriati di libertà, i più hanno voluto credere che il Covid se ne fosse andato via così, come per miracolo. Del resto il nostro è un popolo propenso alla speranza nei miracoli, ma non era questo il caso e, forse, non era nemmeno il caso di lasciarlo credere con così tanta leggerezza.
Il primo effetto bumerang dell’estate è stata una evidente e tangibile sottovalutazione della seconda ondata. Tutto ciò mentre i medici e gli infermieri tornavano a sudare e piangere sotto le tute protettive le doppie mascherine e le visiere.
E poi ci lamentiamo dei negazionisti! Ma questa è un’altra storia.
Torniamo al post del Dottor Silvestro Volpe e proviamo a guardarlo con la lente d’ingrandimento attraverso i suoi passaggi salienti (senza nascondere, per inciso, che è veramente molto triste che si debbano vivisezionare le parole di un medico onesto e coraggioso perché la stampa le ha sbattute in prima pagina travisandole completamente).
Dovete sapere una cosa: non sappiamo come curarvi. – Scriveva Silvestro Volpe nel suo post Facebook.
Dopo l’annuncio della morte del collega e la confessione dell’amarezza che accompagnava la notizia, il medico avellinese scriveva queste parole: “Non sappiamo come curarvi“.
L’affermazione è vera. Del resto parlare senza costrutti anti panico serve:
- serve in questo momento di rilassatezza,
- serve ad un Italia che piange più per il cenone di Natale mancato che per la minaccia del virus,
- serve perché ancora si polemizza più che compartecipare ad arginare il virus fattivamente.
E’ vero che non esiste una cura, come lo stesso medico scriveva nel suo post: “C’è chi ce la fa e chi no (non sappiamo perché). Ma non dipende da noi e non fate affidamento su di noi.”
E’ evidente che con queste parole il Dottore non intendeva né scoraggiare il ricorso alla medicina né i ricoveri e i consulti medici in caso di sintomi.
Il medico, Silvestro Volpe, ha voluto assolvere a un compito che sarebbe oggi di tutte le autorità: informare con verità e decisione. E la verità è che non c’è una cura!
L’affidamento alla medicina è già “emergenziale”, ovvero quando ci si ammala si chiede ai medici di cercare in ogni modo di rispondere all’emergenza che questa patologia rappresenta, ma in ogni operatore sanitario abita la consapevolezza che una cura non è stata trovata. Così, rispetto ai protocolli ancora in fase di studio, c’è chi ce la fa e chi no, i medici il perché non lo sanno ancora, si conclude dicendo che tutto dipende dalla risposta soggettiva del fisico.
Nel suo post, in questo momento non più presente in rete, probabilmente per le polemiche suscitate, il medico proseguiva dicendo: “Non ammalarsi è la cosa migliore. Consiglio: non sfidatelo, state lontano da questo bastardo (il Coronavirus, ndr.), è questo il modo migliore per stare tranquilli“.
I toni allarmistici imputati al medico dalla stampa sono un’invenzione acchiappa clic, l’allarme ha un solo nome ed è ben lontano dal suddetto post: l’allarme è il Covid-19 ed è nuovamente tempo di indurre la popolazione a tenere la guardia alta.
Lo stesso Dottor Silvestro Volpe è stato costretto a postare sul suo profilo due chiarimenti in merito alla vicenda.
E’ veramente ignobile che un medico, perfettamente capace di fotografare la realtà di una situazione delicata, debba dare un’interpretazione autentica delle sue stesse parole mentre la stampa che lo ha travisato tarda a rettificare e scusarsi. Ma questa è l’Italia degli eroi dimenticati e l’indignazione è solo una mia modesta sensazione.