Intorno ai 12 dei figli, cioè quando incominciano le rogne da “ormoni impazziti”, il vero problema per madri e padri di tutto il globo diventa uno soltanto: come comportarsi con i figli adolescenti.
I primi sintomi dell’adolescenza sono inequivocabili:
- l’ex bimbo amorevole e sensibile diventa pungente e circospetto;
- la comunicazione si inasprisce, spesso è unidirezionale (avete presente quando sembra di parlare col muro?);
- il figlio cerca privacy che si fa isolamento quando sprofonda nel telefono, si chiude in bagno per chattare e\o rifiuta le intromissioni dei genitori, anche quelle più in buona fede possibile.
Insomma il figlio prima sfuggente e poi oppositivo, improvvisamente si allontana dal nido e guarda i genitori con il “disprezzo” di chi è certo di avere il mondo in pugno e una soluzione per tutto a portata di mano.
Di fatto mamma e papà si trovano davanti uno sconosciuto dal quale rivorrebbero solo il proprio bambino, ma il tempo non torna indietro e, anzi, promette un doloroso procedere verso le amare consapevolezze della vita adulta.
Come comportarsi con i figli adolescenti: guida pratica (a tratti spiritosa e irriverente) per le mamme degli over 12\13 anni.
- Impossibile andare sempre d’accordo con un adolescente;
- sbagliatissimo assecondarlo di continuo;
- vietato non mantenere delle regole basilari;
- distruttivo trasformarsi in avversari opponenti e barbosi.
Affinché la convivenza con i figli preadolescenti e adolescenti non finisca con la morte interiore del genitore o peggio con un infarto dello stesso, è essenziale una buona dose di distacco.
Questo scritto proverà ad esaminare il problema dal punto di vista delle mamme, le mamme degli adolescenti nello specifico: la nostra soluzione può sembrare fantasiosa, in realtà è moto più concreta di quanto non possa apparire di primo acchito.
Con riguardo alle mamme, una efficace tecnica per sopravvivere all’adolescenza dei figli è quella di diventare una mamma fantasma!
Per esserlo, ci vuole addestramento, bisogna fare molto zen ed essere disposte a leccarsi le ferite da sole, in silenzio e lasciandosi alle spalle ogni personalismo, ma alla fine funziona!
I giovani (tra i 12 e i tanti anni in più) riescono ad essere completamente sprovvisti di intelligenza emotiva, in altre parole non hanno idea di cosa sia l’empatia e mancano del tutto della maturità per calarsi nei panni dell’altro, men che meno in casa e quando hanno a che fare con la mamma.
La mamma si è auto-addestrata per 12 anni + 9 mesi di gestazione a compenetrarsi nel figlio, ha saputo capirlo anche quando piangeva perché aveva il culetto rosso .. . dopo questo lungo percorso di spersonalizzazione e introspezione, un bel giorno quella stessa creatura, tanto amata e accudita, liquida la mamma con un bel: “Non mi capisci” o peggio “Non capisci niente” o ancora (come un coltello nel cuore) “Non mi hai mai capito”.
Ci sono giornate in cui essere il genitore di un adolescente o di un preadolescente è più difficile di quanto nessuna mamma e nessun papà abbia mai potuto immaginare. Io stessa ho pianto, mi sono disperata e ho finito col sentirmi una mamma di merda, sì, proprio così .. . del resto è umano cedere allo sconforto di una evidente difficoltà di comunicazione e bisogna far sbollire la rabbia per tornare a guardare le cose con la giusta razionalità.
Come comportarsi con i figli adolescenti – essere degli adolescenti oppositivi, scostumati e sbatti porte fatto parte della vita di tutti, ricordatelo quando disperatamente fate appello a tutta la vostra pazienza di genitori.
Da mamme si impara sulla propria pelle che a certi livelli di stress si mette fine solo acquisendo un sufficiente distacco che non è disinteresse o egoismo, piuttosto è un vantaggio di osservazione sul nemico.
Il nemico, forse è tautologico precisarlo, ovviamente non è il figlio, piuttosto la sua bastardissima età: l’adolescenza è il momento del “faccio tutto io tenendo il futuro per le pal**”, mentre ai nostri occhi quello che abbiamo davanti resta solo un bimbo con tutte le sue “ancora evidenti fragilità”.
La mamma fantasma sa come comportarsi con i figli adolescenti (le strategie).
Una buona mamma fantasma tiene un profilo basso, se accompagna il figlio a scuola resta dietro l’ultimo angolo non visibile, lo scarica dalla macchina con circospezione affinché non si scopra mai che arriva accompagnato da mammina e non si apposta a guardarlo da lontano, a meno che non sia certa di essersi mimetizzata con la maestria di un camaleonte tra le foglie.
Ci sono adolescenti che contestano alle madri persino l’abbigliamento o il trucco, il richiamo alla sobrietà è molto spesso l’indicatore di un reclamato bisogno di emancipazione.
Pertanto, se ti viene mossa una simile obiezione domandati se non sei una mamma troppo “invadente”.
Le mamme fantasma sono mute, in questo gioco delle parti i fantasmi non si manifestano in alcun modo, attendono di essere evocati, ascoltano, guardano oltre le apparenze e solo allora eventualmente parlano.
“Parla solo se sei interrogato“, diceva mia nonna, all’epoca non avrei mai immaginato di dovermene ricordare da mamma. Ma che vi piaccia o no con i figli adolescenti le parole è meglio misurarle (possibilmente col contagocce), soprattutto in presenza di estranei e se vostro figlio sta parlando al cellulare o, come più spesso accade, se è impegnato in uno scambio serrato di vocali.
Il silenzio è d’oro, in modo particolare, quando è silenzio-ascolto. Gli adolescenti hanno un enorme bisogno di sperimentare il racconto dei sentimenti, molto spesso si esimono dal farlo con i genitori perché si sentono giudicati e il giudizio è per loro una prova del fuoco con cui non sono ancora pronti a misurarsi.
A un adulto senziente che si chieda come comportarsi con i figli adolescenti non può sfuggire il fatto che i ragazzi tendono all’uniformazione, lo fanno proprio perché nella uniformità del gruppo il giudizio si appiattisce sull’essere comunità: “Siamo uguali, siamo comuni, siamo coesi, non c’è opposizione”, dicono a se stessi, nel loro intimo.
I consigli delle mamme sono tutti sbagliati, rassegnatevi a questo.
Qualsiasi diritta darete a un figlio adolescente, indipendentemente da quanto amore possiate metterci, sappiate che dovrà decantare: non aspettatevi che un tredicenne apprezzi il buon vino al primo sorso, prima si ubriacherà con quello di quattro soldi e poi ricorderà il sapore e il valore dei tanti calici che avete lui offerto.
Ma voi non arrendetevi, state costruendo il bagaglio della sua esperienza emozionale, gli state offrendo la possibilità di avere memoria della saggezza buona della mamma.
Verrà quel tempo in cui ogni figlio attingerà ai nostri conigli, forse accadrà quando noi saremo incartapecorite e magari avverrà senza che a noi sia mai destinato un grazie.
Le mamme fantasma sanno essere un perfetto capro espiatorio, sono consapevoli di essere per natura intrinseca vittime sacrificali sull’altare delle colpe: l’adolescente ha bisogno di dare la colpa a qualcuno, la mamma è perfetta per questo, è assorbente, è coinvolta praticamente in tutto, è sempre disposta a perdonare ed è resistente (quale mamma non ha sperimentato sulla sua pelle il “mi piego ma non mi spezzo?”).
Il solo limite valido, peraltro capace di risolvere l’annoso dilemma del come comportarsi con i figli adolescenti, è quello del rispetto.
Nessuno vi concederà il suo rispetto se non saprete conquistarvelo.
E’ da sempre che Vitadamamma ha una posizione chiara sul ruolo della madre di famiglia: diventare mamme non può significare smettere di essere tutto il resto.
Abbiate cura di preservare sempre i vostri spazi, anche se non lavorate avete diritto a una vostra privatezza che può essere anche la dedizione a un hobby; ciò che fate per la casa non è un dovere a cui soccombete è un’attività di comune interesse nella quale avete il diritto ad essere coadiuvate.
Una mamma che ha uno spazio vitale proprio riesce più serenamente a dare il meglio di sè in una famiglia e ad ottenere il rispetto dei figli.
Gli adolescenti, per ovvie ragioni di diversa esperienza e maturità rispetto ai bambini, riconoscono l’appagamento di un genitore e si sentono più stimolati da quelle mamme che sono serenamente soddisfatte della loro vita.
Senza considerare che vivere incondizionatamente per i figli perdendo il proprio sè comporta problemi serissimi di frustrazione, soprattutto nel lungo termine e quando i figli, improvvisamente grandi e lontani dal nido, non hanno più bisogno di quelle amorevoli cure che erano diventate tutto il mondo di una mamma.