“Cosa insegnare a una figlia femmina”, se lo chiedono tante mamme. In questo breve scritto ci proponiamo di capire le ragioni psicologiche e sociali che restano dietro a questo bisogno e di dare una risposta concreta e utile a questa domanda.
La donna è troppo spesso ancora vittima di stereotipi antichi, radicati nella cultura maschilista e di cui il mondo si è lungamente nutrito, tra gli altri quello di essere la sola responsabile della casa e della famiglia, come se il ruolo di cura dell’ambiente domestico (inteso fisicamente e affettivamente) non potesse essere diviso tra uomo e donna, mamma e papà.
Per decenni il benessere della madre è rimasto un concetto trascurato, asfissiato dalla necessità che ella fosse perfetta nella sua apparenza esterna.
Le criticità emotive, gli ormoni fragili del post parto, la paura di non essere adeguata al suo ruolo, i dissidi educativi con le suocere e i mariti sono stati tutti problemi letteralmente negati.
Ma le “colpe” delle nostre nonne ricadranno sulle nostre figlie se noi non sapremo essere di buon esempio.
La felicità e l’appagamento non sono estranee all’educazione dei figli e nemmeno può essere considerato come un tradimento all’altruismo, proprio del ruolo di madre, il bisogno di perseguirli a livello personale e profondo.
Se sta bene la mamma stanno bene anche i figli e persino il marito; allo stesso modo, se sta bene la coppia (che risente sempre della felicità individuale) sta bene anche la famiglia. Ciascuna di noi dovrebbe partire da questi assunti, più che importanti da insegnare a una figlia femmina.
Cosa insegnare a una figlia femmina:
- Tu sei unica e speciale, ogni difetto, errore o fragilità è parte di te come ogni pregio, talento e forza.
Nessuno imparerebbe nulla senza essere mai caduto in errore. Sbagliare è il moto dell’animo verso la migliore prestazione di sé.
- Tu vieni prima di ogni vincolo e hai un valore personale maggiore di ciascun obbligo o legame.
Nessuna donna deve mai rimanere intrappolata in un rapporto mortificante, nemmeno in un matrimonio; nessuna donna deve mai piegarsi a un lavoro umiliante o svilente, nemmeno se subisce pressioni o minacce.
- I tuoi figli e tuo marito devono essere parte della tua felicità e del tuo appagamento non un limite ad esse, perciò non smettere mai di sentirti donna e di sognare, nemmeno quando sarà tua la responsabilità di un legame affettivo e dei figli.
Una buona mamma è colei che non smette di perseguire i suoi sogni, non rinunciando a dimostrare ai propri figli che la famiglia è un valore non una zavorra, è un luogo dove non si smette mai di crescere e non una tomba dorata.
- Tu sei ciò che decidi e nessuno può vestirti o disegnarti in un modo diverso dal tuo essere e volere. Chi ti ama ti accetta non ti “manipola, dirige o ordina”. Sii esempio di determinazione e coerenza.
La mamma è perdono, la famiglia è rifugio. Insegnare a una figlia femmina la cura intesa come abbraccio e compartecipazione ha un valore assoluto: mai dire a nessun figlio: “Tu hai sbagliato, tu ne paghi le conseguenze o io te lo avevo detto”; piuttosto imparate a dire: “Io sono qui sempre e ti saro’ accanto in ogni caso”, facendo ciò sarete come le molicchine di Pollicino sulla via di casa, ma nessun uccello potrà mangiare il nutrimento dell’amore, unica traccia indelebile della vita.