Chiusura delle scuole, perché le mamme si oppongono e quali sono le alternative?
Quando si parla di chiusura delle scuole, molto spesso si commette un errore di partenza grossolano e gravoso: l’attività didattica resta sospesa, non cessa. La DaD è stata organizzata a quest’uopo per superare l’impossibilità di condividere gli stessi spazi, non solo dentro le scuole, ma persino fuori e persino negli spostamenti che interessano l’arrivo a scuola e il rientro a casa.
Le scuole sono incubtori naturali di ogni virus, non fa eccezione il Sars-Cov-2 e la situazione è aggravata dalla facile trasmissibilità del patogeno, da una virulenza che promette di crescere con l’abbassarsi delle temperature, dalla congestione dei mezzi pubblici, dagli assembramenti nelle aree esterne alla scuola, dalla saturazione dell’aria in classi pollaio in cui è difficile lo stretto rispetto della distanza di un metro dalle rime buccali.
Il motivo per cui le mamme si oppongono alla chiusura delle scuole non è ideale, nemmeno etico-didattico, come possono essere, invece, le motivazioni dei docenti.
Perché le mamme si oppongono alla chiusura delle scuole? Cerchiamo di dare una risposta sincera che non strumentalizzi i giovani nè il diritto alla studio, di per sè ideologicamente importantissimo e concretamente essenziale.
Se i maestri e i professori guardano alla chiusura delle scuole sotto il profilo della relazione umana dell’educare, profilo fortemente compromesso anche dalle misure anti-covid;
le mamme, già vittime di una carenza di welfare idoneo a supportare le famiglie di lavoratori, rischiano oggi di subire l’importante contraccolpo di una misura di sicurezza adottata a crudo, cioè senza precedenti azioni di sostegno della rete produttiva e di sostentamento delle famiglia.
La scuola non è un parcheggio, questo è vero, ma rappresenta comunque un elemento portante della struttura sociale nel cui ingranaggio essa è la sede ove i bambini e i ragazzi vivono in gran parte delle ore lavorative dei genitori.
In parole povere: mamma a lavoro e figlio a scuola.
E sia ben chiaro che la produttività non resta solo una esigenza del nucleo familiare, essa è esigenza della collettività.
“Se la scuola chiude a chi lascio mio figlio?” – Il problema organizzativo\familiare determinato dalla chiusura delle scuole.
La DaD non è una soluzione per tutti, intanto pretende una autonoma dimestichezza col mezzo informatico che può essere propria dei bambini della scuola secondaria di primo grado, cioè la scuola media, ma non dei bimbi del ciclo delle elementari, mentre è un accesso persino facilitato per i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado, cioè la scuola superiore.
Se in fasi pandemiche virulente tutte le scuole hanno dovuto chiudere i battenti, ora la decongestione dei mezzi di trasporto (che non avviene posticipando l’ingresso di 60 minuti o istituendo i doppi turni, a ulteriore danno delle dinamiche familiari), la cessazione degli assembramenti fuori scuola e la limitazione del flusso di contagi attraverso gli istituti scolastici potrebbe essere validamente possibile limitando la DaD alle scuole di secondo grado, laddove l’utenza è più pronta a una gestione autonoma dello strumento tecnico e non necessità di assistenza costante.
Per la restante platea scolastica il primo scoglio da abbattere è quello delle classi pollaio e delle strutture scolastiche logisticamente non dotate di aule ampie. Il Covid impone una nuova era dell’edilizia scolastica.
I giovani devono rinunciare alla loro promiscuità fuori dalle scuole, e questa è una responsabilità dei genitori, una responsabilità educativa e sociale a cui non ci si può sottrarre.
Le mamme che si schierano contro la chiusura delle scuole hanno il diritto di chiedere misure di sostegno alla famiglia e, forse, prima di opporsi alla DaD dovrebbero riflettere sulle ragioni sanitarie che portano al suo ricorso.
Il Proffessor Galli, in prima fila nella lotta contro il Covid-19, si è pronunciato sulla chiusura delle scuole in Campania e la sua posizione è stata apertamente favorevole al provvedimento.
A pubblicarne le dichiarazioni Orizzonte Scuola:
“Sto con il governatore della Campania per le posizioni che ha preso, molto decise ma molto logiche, anche sulla scuola. La Campania – ha spiegato Galli – è una regione molto popolosa, con un sistema sanitario che ha delle eccellenze, ma che rischia di trovarsi davanti a una sfida superiore alle sue forze. Questo non riguarda solo la Campania, siamo onesti e logici, in ogni caso è in una situazione in cui essere estremamente prudenti e intervenire con decisione è importante”.
E ancora ha chiarito il Professore: “E’ stata l’estate sciagurata in cui molti hanno ritenuto di poter fare come se l’infezione non esistesse più. Le scuole sono state un modesto amplificatore successivo, ma nella globalità della ripresa di tutte le attività.”