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Tamponi Covid ai bambini: tra 30 giorni aule deserte e scuole vuote

di Federica Federico

24 Settembre 2020

Che i bambini e i ragazzi dovessero tornare a scuola era persino scontato, le ragioni della riapertura sono tutte sociali e vanno ben oltre la didattica e l’apprendimento.

La scuola doveva ripartire in presenza per contrastare l’isolamento relazionale a cui i nostri figli sono stati costretti, ma doveva ripartire anche per assicurare un’efficace ripresa della macchina economica e sociale garantendo, in modo particolare, i servizi per l’infanzia alle famiglie lavorativamente impegnate e con bambini piccoli.

 

Il sistema Italia è da sempre organizzato così: bambini a scuola, genitori a lavoro.

Sul tema, vi basti pensare che Maria Montessorì istituì la prima Casa dei Bambini in un complesso abitativo (quartiere San Lorenzo, Roma) con lo scopo di accogliere i bambini in età prescolare (fino ai 5\6 anni) mentre i genitori erano, appunto, a lavoro, correva l’anno 1907.

 

Il problema non è dunque che la scuola riapra, piuttosto è in discussione il come: ci sono una serie di sovrastrutture limitative, in primis il rapporto di responsabilità famiglia – medico curante e scuola.

 

tamponi covid ai bambini

Quanti tamponi Covid ai bambini saranno fatti e perché?
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

In questi giorni tiene banco la questione dei tamponi Covid ai bambini, osserviamola da vicino.

 

Superato il limite massimo di assenze consecutive, l’allievo, ai fini della riammissione in classe, dovrà presentare un certificato medico escludente malattie infettive. Il Covid non solo è una patologia infettiva, ma è oggi quella a più alto rischio e rispetto alla quale l’individuazione di un eventuale focolaio è essenziale presupposto di contenimento.

 

Il problema è duplice:

da un lato i sintomi sono purtroppo facilmente confondibili con quelli delle più comuni affezioni influenzali e para-influenzali, nonché con la sintomatologia di altre patologie a carico delle vie aeree (laringiti o forme asmatiche, per esempio);

dall’altro lato solo eseguendo un tampone Covid si può escludere in radice che i bambini siano infetti.

 

I medici di base e i pediatri chiedono l’esecuzione del tampone covid ai bambini, anche in presenza di sintomi meramente confondibili, perchè di fatto hanno una miccia accesa tra le mani, per spiegarmi mutuo le parole di un esperto:

Il tampone è a oggi l’unico strumento per comprendere come si sta diffondendo il virus per evitare di tornare nella situazione disperata di febbraio-aprile. [.. .] Non si può stabilire la contagiosità o meno di una persona in base a una, pur accurata e dettagliata, visita medica”, lo dice il Dottor. Ferrando, noto pediatra genovese, in un’intervista rilasciata a Genova24.it.

 

Il Decreto Ministeriale che detta le linee guida per la gestione scolastica vuole che gli studenti restino a casa in presenza non solo di febbre superiore a 37.5, ma anche per la sussistenza di qualsiasi sintomo “suggestivo di una diagnosi di infezione” prescrivendo, altresì, la permanenza al domicilio per i tre giorni successivi alla cessazione dei sintomi.

Per inciso ricordiamo i sintomi: febbre, tosse, mal di testa, nausea/vomito, diarrea, mal di gola, difficoltà respiratoria, dolori muscolari, rinorrea/congestione nasale.

 

Il certificato medico escludente infezioni, e quindi anche il Covid, è richiesto dopo il 5° giorno di assenza nella scuola primaria e in quella secondaria di primo e secondo grado, nonché dopo il 3° giorno nelle scuole dell’infanzia; ciò posto, è facile credere che, non bastando la visita medica, la richiesta di tamponi porrebbe presto diventare sovrabbondante e insostenibile.

 

tamponi Covid ai bambini per il rilascio del certificato medico per il rientro a scuola

I tamponi Covid ai bambini per il rilascio del certificato medico per il rientro a scuola, la visita medica non basta.
Fonte immagine 123RF.com.

 

Rispetto ai giorni di assenza e alla necessità di prestazione della certificazione, le regioni si stano comportando diversamente l’una dall’altra, ma resta il fatto che nella combinazione dei fattori: DM, disposizioni anti Covid e responsabilità scolastica, è facile che i pediatri continuino a richiedere tamponi. Peraltro la scuola pretende il certificato anche dopo una permanenza del bambino in aula infermieristica: in altre parole se gli viene un attacco di tosse a scuola e viene messo in isolamento, dopo essere stato prelevato dal genitore, anche il giorno successivo, non potrà tornare a scuola senza certificato medico.

Dove si eseguono i tamponi Covid ai bambini e che tempi di esecuzione\risposta hanno?

 

I tamponi per il scongiurare il coronavirus per bambini possono essere eseguiti nei pronto soccorso pediatrici, in appositi centri indicati dalle Asl oppure a domicilio se stabilito dall’Asl di appartenenza.

 

Laddove dovessero aumentare le richieste, fare tanti tamponi covid ai bambini potrebbe pregiudicare la continuità scolastica svuotando le aule a causa dell’allungamento dei tempi.

Quanto tempo serve per effettuare un tampone e avere la risposta? Oggi i tamponi ci sono e in un pronto soccorso pediatrico, previa richiesta del medico di famiglia o del pediatra, è abbastanza immediato l’ottenimento del tampone stesso. Per ottenere l’esito di un tampone finalizzato al certificato medico di non contagiosità possono esser necessari anche 8\10 giorni, evidentemente si dà priorità allo sviluppo dei tamponi eseguiti nei casi di effettivo sospetto Covid.

 

Tra massimo un mese nelle scuole italiane ci sarà il caos a causa dei tamponi”, esprime questa preoccupazione il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Paolo Biasci.

 

Tra qualche settimana si svuoteranno le classi sia per numero di contagiati che di sospetti“, afferma ancora Biasci chiarendo gli inghippi della procedura:

il medico fa richiesta di tampone al dipartimento di prevenzione (ovvero alla Asl); la domanda viene presa in carico, ovvero accolta; una volta ammessa la domanda, toccherà al genitore il compito di chiamare la Asl e determinare un appuntamento; una volta eseguito il tampone bisognerà attendere la risposta.

 

Se nell’esame dei tamponi si dà preferenza ai casi di sospetto Covid, è ovvio che i tamponi ai fini dei certificati medici finiscano in coda, così una famiglia e il loro bambino potrebbero dovere attendere anche più di 10 giorni per l’esito. Saranno giorni senza scuola e senza lavoro, ed ecco che le ragioni sociali della riapertura delle scuole vengono presto negate, senza contare lo stress da tampone sui bambini.

La messa appunto di test salivari rapidi potrebbe essere risolutiva.

 



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