Forse essere un bravo genitore significa sapere improvvisare ed essere spontanei; forse consiste nello stare veramente con tuo figlio. (Citazione da “La morbidezza degli spigoli” romanzo di Keith Stuart)
“La morbidezza degli spigoli” – dove ci porta questo viaggio?
Il romanzo narra di un papà impegnato nella ri-costruzione della sua genitorialiatà dinnanzi all’autismo; dietro le finestre di una casa normale con un bambino speciale, la sindrome autistica investe l’amore, i ruoli e i progetti dell’intera famiglia.
Alex, questo il nome del papà, assapora lo sconforto, se ne fa carico, si addentra in esso e, proprio quando tutto sembra perduto, anche l’appoggio di Jody, sua moglie, si desta e sperimenta una via alternativa per arrivare a Sam: un videogioco.
Quell’universo infernale di suoni, luci, tasti, connessioni e “finzione” Alex non lo sceglie, lo scopre.
Minecraft, questo il videogioco che “La morbidezza degli spigoli” racconta in una veste comunicativa rivoluzionaria, arriva nella vita di questo papà e di suo figlio per un caso, quasi per la fortuita e propizia sorte di un’occasione.
Lontano dalla competizione e dalla violenza di altri videogames forse persino più popolari, i cubi di Minecraft diventano per Alex e Sam un filtro per interpretare il mondo e lasciare che le loro distanze si accorcino in un luogo lontano dal tempo e dallo spazio ordinari, ma non per questo irreale.
Questo libro è un viaggio dentro le differenze, ci consegna una visone sull’autismo del tutto rivoluzionata, ma non è affatto un libro visionario.
Attraverso l’esperienza imperfetta di un papà normale, rende le prospettive di approccio concrete e persino utili per qualunque genitore, anche per quelli fortunati e portatori stanchi di una faticosa normalità.
A suo modo, questa storia, questo padre e questo figlio, questa famiglia sgangherata e sensibile (come lo sono tutte, del resto) permettono di riconsiderare la diversità e il dolore sotto la lente delle possibilità più che delle limitazioni.
Con riferimento al titolo del romanzo “La morbidezza degli spigoli”, gli spigoli sono proprio quelli del videogioco cubico Minecraft, attraverso il quale papà e figlio creano un nuovo legame smussato e armonizzato. Vivono e giocano, in un connubio che gli adulti troppo spesso negano, sino a rendere meno spigolosa la loro stessa vita insieme.
Dalle parole di Alex:
“I videogiochi sono molto criticati: spesso li considerano come cose da controllare e da limitare … In realtà, possono essere anche uno spazio lecito in cui le persone imparano, condividono e creano, senza giudizi e senza limiti.“
Questa narrazione nasce nella famiglia e si innesta sulle problematicità di questo microcosmo, ma non manca di intrecciarsi col mondo, di entrare nella scuola, di scorrere nei capillari delle amicizie.
E alla fine riesce ad affrontare quei limiti sociali che appartengono al quotidiano delle vite speciali (non solo delle famiglie con bambini autistici), dimostrandone i risvolti nelle relazioni interne umanizza anche i genitori e lo fa senza pietismo e senza pietà!
“La morbidezza degli spigoli” è un romanzo avvolgente e inclusivo, consente di dare una interpretazione all’autismo … ma anche ai casini familiari in genere … che sia reale e interiorizzabile.
In una sola frase, questo romanzo è un’arma contro la diffidenza.
Se volete una buona ragione per leggerlo sappiate che, come dice il papà di Sam, ovvero il ragazzino autistico intorno a cui il libro sboccia, Rain Man NON è un documentario sull’autismo.
La morbidezza degli spigoli – qualcosa oltre le pagine del libro: curiosità e lavoro di ricerca dell’autore nella fase di stesura del romanzo.
Per quanto la tematica dell’autismo sia delicata, la trattazione de “La morbidezza degli spigoli” non è improvvisata: Keith Stuart, l’autore, è un giornalista del Guardian, papà di un ragazzo autistico, il fondamento scientifico all’uso di Minecraft come canale comunicativo e socializzante c’è tutto, lo spunto del romanzo nasce dalla sperimentazione-approfondimento sull’argomento; sono stati coinvolti esperti di diversi settori, infine la storia di Sam è stata costruita respirando anche i racconti e affondando il cuore nelle esperienze di altre famiglia autistiche. Insomma la fase delle ricerche per la stesura dei questo romanzo non è stata affatto casuale.
Un’altra piccola curiosità: il titolo originale è “A Boy Made of Blocks” ovvero “Un ragazzo fatto di blocchi”, per parte mia trovo la versione italiana del titolo molto più evocativa e significante.
“La morbidezza degli spigoli” – dalle parole del libro, qualche citazione che rappresenta pienamente questo romanzo:
“Sono affascinato dal caos, lo trovo estremamente rivelatore. Per parafrasare Tolstoj (perdonatemi), le cose pulite e ordinate sono tutte uguali, ma ogni cosa disordinata ha un suo modo personale di esserlo.”
“Sam (il figlio, ndr.) è un essere umano [.. .] Non è un problema da risolvere, un contrattempo nei miei programmi, un altro elemento preoccupante nella mia lista quotidiana delle cose da fare. E’ una persona e, da qualche parte, nella sua testa, ha le sue idee, le sue priorità, le sue ambizioni per il futuro”
“Nella vita la sicurezza è solo un’illusione.”
“Penso a quanto sia incerta e fragile la felicità. E’ così facile lasciarsela sfuggire. A volte passa, e tu neanche la vedi.”
“Non esiste un piano di fuga infallibile, c’è sempre un prezzo da pagare.”
“Per questo è difficile … perché la vita è straordinaria e ha un significato, e il significato ha un prezzo. Bisogna essere pazienti, preparati e forti.”
TITOLO: La morbidezza degli spigoli
AUTORE: Keith Stuart
GENERE: Romanzo
EDITORE: Corbaccio
ANNO: 2016
TRADUZIONE DI: Chiara Brovelli
La morbidezza degli spigoli è anche su Amazon, la mia esperienza di lettura è stata in formato Kindle: