E’ possibile vivere la quotidianità in classe senza mascherina a patto che la logistica delle aule rispetti il distanziamento del metro tra le rime buccali, è questo quanto disposto dalle nuove norme anti Covid in fatto di rientro a scuola.
Intanto chiariamo cosa sono le rime buccali, un nuovo concetto determinante rispetto alla possibilità di non usare la mascherina in classe:
si intende per metro di distanza tra le rime buccali il distanziamento all’interno delle classi pari a un metro non tra i banchi ma tra la bocca di un alunno e la bocca di un altro alunno o di un docente.
In ragione della necessità del docente di parlare con continuità alla classe, la distanza di due metri tra la cattedra e il primo banco (sempre intesa come relazione tra le rime buccali) diventa garanzia estesa per tutti.
Ciò precisato, ove sussista detto metro di distanza si può stare in classe senza mascherina, presidio che tornerà indispensabile nei momenti di dinamicità, ovvero quando si è in movimento, per esempio se si va alla toilette o durante la ricreazione, eccezion fatta per quando si mangia.
Lo ha sostenuto la stessa ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e lo ha ribadito il Cts (Comitato tecnico scientifico).
Ci sono, però, circa 50 mila alunni e studenti che non potranno stare seduti ad almeno un metro di distanza e dovranno quindi portare la mascherina per tutto il tempo in cui saranno a scuola.
Termini e condizioni dello stare in classe senza mascherina: quando si possono liberare naso e bocca e quando vanno coperti.
A discapito del convincimento (non puntuale) che si è diffuso in rete negli ultimi giorni, gli alunni potranno fare uso di una mascherina chirurgica o, indifferentemente, di una mascherina cosiddetta di comunità di propria dotazione (ovvero va bene una qualunque mascherina in tessuto riutilizzabile, purchè sia idonea alla tutela delle vie aeree).
E’ fatto obbligo di utilizzare la mascherina all’ingresso della scuola e in ogni attività dinamica, mentre ciascun alunno potrà liberare naso e bocca nello spazio del proprio banco, ovvero quando sarà seduto al suo posto.
Fanno eccezione i minori di 6 anni e gli alunni disabili la cui condizione acclarata renda impossibile l’uso del suddetto presidio.
Il Cts consiglia la mascherina chirurgica, ma non la impone ammettendo l’uso di qualunque altra mascherina purché capace di isolare naso e bocca in modo congruo. E’ per più ragioni che il Cts ha deciso di non imporre le mascherine chirurgiche:
– intanto per ora il loro acquisto è largamente un onere a carico delle famiglie poiché la maggiore parete delle scuole hanno ricevuto approvvigionamenti insufficienti a coprire il fabbisogno di tutti gli alunni;
– rispetto ai bambini più piccoli, inoltre, gioca un ruolo peculiare anche l’approccio psicologico: la mascherina chirurgica ha una suggestione comunemente legata al medico o alla corsia d’ospedale, pertanto i bimbi più piccini possono trovare sollievo in mascherine colorate e allegre;
– non in ultimo ha contato il problema logistico organizzativo: la distribuzione delle mascherine all’ingresso dell’edificio scolastico può determinare assembramenti, rallentare l’accesso in aula e pretende altresì l’impegno fisico di un operatore.
La gestione logistico organizzativa della distribuzione delle mascherine all’ingresso delle scuole è problematica, alla stessa stregua dell’annosa misurazione della febbre. Non distribuire le mascherine e non misurare la febbre all’ingesso degli istituti scolastici sono decisioni teoricamente perse per evitare ritardi, assembramenti e questioni di competenze. Di fatto non sono però decisioni pacificamente accolte da tutti.
Rispetto alle competenze, sembra sussistere una difficoltà nello stabilire la competenza e la responsabilità di un operatore che prenda la misurazione a tutti gli alunni. Il personale della scuola, è questo è fuori di dubbio, non è personale sanitario.
In classe senza mascherina: si stima che un’alta percentuale di genitori nutra non pochi né infondati dubbi sulla sicurezza e sull’efficienza di questo ritorno tra i banchi di scuola.
Se si può affermare con certezza che l’uso corretto delle mascherine non implica rischi per la salute dei bambini (né respirano la loro stessa anidride carbonica di emissione, né corrono il pericolo di alterazioni della flora batterica), ciò che può preoccupare di più è la salubrità dell’aria.
Gli esperti sono categorici: “Bisogna pretendere il ricambio dell’aria, almeno 10 minuti ogni ora e mezza” e questa pratica andrà perpetrata con costanza e anche d’inverno, ovvero anche col freddo.
Il rischio zero non esiste, ce lo hanno detto sin da quando è stata annunciata la riapertura delle scuole e, di fatto, lo confermano alcune illustri posizioni:
“Nel momento in cui si parla si emette droplet e io non ce la vedo una classe che sta in silenzio per ore“, questa la posizione di Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova. Intervenuto a Sky Tg24 il Professore dà un suo apporto significativo al dibattito sull’uso della mascherina in classe, le dichiarazioni sono riproposte dalla stampa sul web.
Permanere in classe senza mascherina per tutta la durata delle lezioni potrebbe avere senso se gli studenti fossero seduti al banco e in silenzio: “Le mascherine servono e funzionano. Se teniamo gli studenti tutti zitti per ore va bene che non la indossino in classe, ma non ce la vedo una classe che sta in silenzio per ore. Di fatto aboliamo l’interazione sociale in una classe, perché nel momento in cui si parla si emette droplet. I ragazzi dovrebbero avere a disposizione la mascherina e se parlano se la mettono. Le mascherine andrebbero indossate anche seduti al banco, specialmente se si inizia una conversazione. A scuola si parla.”
(Citazione da Repubblica.it).
Stando a quanto riportato dalla stampa nella pratica concreta della vita scolastica un maggiore presidio di sicurezza starebbe nell’uso a “semaforo” delle mascherine considerando che più emissioni di droplet ci sono nell’aria maggiore è il rischio di contagio.
E questa constatazione non può rimanere inascoltata soprattutto laddove le classi sono numerosissime: immaginate 25\26 bambini in una sola classe, per quanto possa essere grande è molto difficile credere di poter tenere l’aria sotto stretto controllo rimanendo in classe senza mascherina.