L’ autopsia sul cadavere di Gioele, ovvero sui resti ossei del bambino e sui tessuti fatti salvi dall’aggressione degli animali selvatici, allo stato attuale, non pare consegnare agli inquirenti dati determinanti ai fini della ricostruzione dei fatti.
Del resto è noto a tutti che il cadavere del piccolo è rimasto compromesso dalle cosiddette lesioni da macro fauna, ovvero dai morsi degli animali selvatici. Ha trovato conferma anche la mortificazione degli arti, ovvero al corpicino di Gioele mancano le gambe e le braccia con una conseguente assenza significativa di parte di tessuti.
Malgrado ciò la stampa azzarda ancora ipotesi fondate su molti “potrebbe” e facilmente contraddette da altrettanti “ma”.
L’ ultimo potrebbe, dopo l’avvio dell’ autopsia sul cadavere di Gioele, vivifica l’ipotesi della centralità dell’incidente automobilistico come causa del decesso: “(Gioele, ndr.) potrebbe essere deceduto già nell’incidente avvenuto sulla A20 Messina-Palermo. L’autopsia sui resti del bambino, che si è svolta al Policlinico di Messina, e gli esami effettuati sull’Opel Corsa di Viviana Parisi, che urtò un furgone, fanno riprendere quota alla tesi per cui il bambino non sia morto successivamente, come si pensava, ma sarebbe rimasto ferito mortalmente proprio a causa dell’incidente” – fonte citazione: ilmessaggero.it.
Testimoni oculari e autopsia sul cadavere di Gioele.
Secondo i testimoni oculari ( ovvero la famiglia di turisti del nord, peraltro tanto ricercata dagli inquirenti dopo la tragica scoperta del cadavere di Viviana), a seguito dell’incidente e nel momento in cui la Dj scavalcava il guardrail, Gioele era tra le braccia della mamma con gli occhi aperti. Il dato discriminante, seguendo il filo di detta testimonianza, sarebbe quindi la presenza in vita di Gioele all’atto dell’allontanamento di Viviana dall’autostrada e verso la boscaglia di Caronia.
Non può essere considerata una “notizia” la presenza del Dna di Gioele e delle sue tracce biologiche nell’autovettura della mamma, i rilievi in questo senso sono stati la necessaria conseguenza di una più specifica ricerca di tracce ematiche. Quello che fa più notizia, invece, riguarda gli accertamenti sul cranio del bambino:
dall’ autopsia sul cadavere di Gioele sono risultate “micro tracce di sangue con infingimento osseo” sul cranio, dette tracce potrebbero (e il condizionale torna ad essere d’obbligo) rappresentare indizi di un’emorragia cerebrale.
A fronte di queste micro tracce, uno scenario possibile potrebbe essere il seguente: il bambino potrebbe avere sbattuto la testa contro una superficie non particolarmente dura, quindi anche l’interno dell’autovettura, riportando lesioni importanti ai fini del decesso.
Ma (ed ecco comparire i pesanti ma di questo caso) gli inquirenti non rilasciano dichiarazioni ufficiali in merito, né trova conferma l’indiscrezione giornalistica che collocherebbe nell’auto della Parisi micro tracce di sangue rinvenute nel corso dei diversi accertamenti tecnici.
Il profilo di Viviana, così come ricostruibile sulla base dei racconti dei familiari, è quello di una mamma premurosa e profondamente legata al figlio, se si fosse spaventata per le condizioni di Gioele perché correre nella boscaglia di Caronia anziché chiamare i soccorsi?
Questa domanda resta aperta.
Autopsia sul cadavere di Gioele, fa chiarezza il medico legale Elvira Ventura.
Le parole del medico legale, riportate dalla stampa, sono sintetiche e determinanti: ancora le operazioni non sono state completate né sono stati esaminati tutti i resti del corpicino.
Sui poveri resti di Giole è stata effettuata una Tac, perché?
L’ autopsia sul corpo di Gioele è stata corredata da un esame strumentale: una Tac finalizzata ad accertamenti “antropometrici” validi per stabilire l’età anagrafica del soggetto, il sesso e ulteriori rilievi antropologici finalizzati all’identificazione del piccolo. Ricordiamo che il corpo era martorizzato e questo passaggio non può che confermare la compromissione del corpo di Gioele e la correlata necessità di procedere per step, è per questo che gli esami autoptici non possono essere dichiarati finiti, nè può anticiparsi alcuno scenario con una corretta probabilità.
La lungaggine degli accertamenti peritali dipende dai tempi delle analisi che procedono sul terriccio prelevato dal corpo come sulle mosche presenti in specifiche aree della boscaglia di Caronia. Sarà l’analisi combinata di più dati e più aspetti a stabilire se Gioele sia o meno morto nel luogo in cui è stato ritrovato e se sia stato morso prima o dopo la morte, considerando anche l’importanza di una comparazione temporale con il decesso della mamma.