Il diritto al parto in anonimato è tra i più grandi traguardi civili della nostra società: garantisce a quelle mamme che non siano in condizione di accogliere i figli di avere un’alternativa all’aborto e all’abbandono, rappresentando una soluzione pacifica, sicura e rispettosa della vita.
A norma di legge è ammesso che la madre possa non riconoscere il bambino e lasciarlo presso l’ospedale dove è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) ove al neonato sarà garantita assistenza e tutela giuridica.
Il 5 luglio scorso presso l’ospedale Dimiccoli di Barletta è nata una bambina non riconosciuta dalla madre, è in attesa di essere immessa nel circuito dell’adozione, intanto a 50 giorni dalla sua venuta alla luce attende ancora il calore di una casa.
Il nome della madre, che intenda rimanere anonima, resta per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”.
Barletta – nata una bambina non riconosciuta dalla madre, dopo quasi 50 giorni è ancora nell’ospedale dove è venuta alla luce.
Questa vicenda accende i riflettori su un’esigenza antica, già dibattuta legislativamente e discussa a livello etico e sociale: i procedimenti relativi alle adozioni nazionali vanno resi più celeri e fruibili. Allo stesso modo, va sostenuto il diritto al parto in anonimato.
A Barletta i medici e gli infermieri del reparto di pediatria e neonatologia dell’ospedale stanno dando la più umana e calorosa assistenza alla neonata. La stampa riporta la dichiarazione di Alessandro Delle Donne, direttore generale dell’Asl Bat (Barletta-Andria-Trani):
“(La neonata, ndr.) sta bene ed è continuamente monitorata e controllata nel reparto di Neonatologia e Pediatria, è protetta da cure amorevoli e solidarietà. Ci stiamo prendendo cura di lei, in attesa che si esprima il Tribunale dei Minori, con l’augurio che il suo futuro possa essere più roseo”.
E’ stata una dottoressa a comperare per lei il corredino: vestitini, body, magliette e calzini. E, mentre è già avvenuta la nomina di un tutore, si attende che la legge concorra a rendere possibile il compimento del più grande gesto d’amore dell’adozione.