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Rientro a scuola in sicurezza impossibile, lo dicono i sindacati

di Federica Federico

20 Luglio 2020

Le spiagge sono piene, lo sono al punto tale che trovare un ombrellone in un lido balneare di una qualunque località, anche non VIP, per il prossimo Agosto è già una fortuna! Insomma quella stagione che tardava a decollare con il suo carico di preoccupazioni economiche è già qui e i soldi girano.

 

Se l’economia del turismo è salva, almeno per ora, il vero paradosso italiano è oggi la scuola: distanziamento, igiene dei luoghi, no alle classi pollaio e sicurezza nell’accesso e nell’uscita dalle sedi scolastiche sono solo alcuni dei problemi a cui ancora non si trova una soluzione. Sempre mentre le spiagge sono piene piene, il rientro a scuola in sicurezza potrebbe non essere possibile in termini logistico-organizzativi, lo dicono anche i sindacati (cioè gli operatori del settore che forse di scuola ne sanno un po’ più degli altri, non fosse che per l’immersione che hanno nel mondo scolastico).

 

rientro a scuola in sicurezza

Non ci sono le condizioni per un rientro a scuola in sicurezza. Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

Perché il ritorno a scuola in sicurezza potrebbe non essere possibile?

 

Secondo Cgil, Cisl Uil, Snals e Gilda le risorse economiche stanziate per la scuola (complessivamente circa 1,4 miliardi di euro, che forse potrebbero arrivare a un massimo di complessivi 2,4 miliardi di euro) non sono sufficienti a rispondere ai bisogni dell’emergenza, ovvero per garantire più docenti per le classi smembrate, una logistica diversa che accolga gli alunni in spazi più grandi, più personale di supporto per igienizzare la scuola e controllare la sicurezza dei ragazzi.

 

SI stima che la dotazione aggiuntiva per ogni singolo istituto sia di poco più di 300.000 mila euro complessivi. I presidi, stando ai sindacati, non potranno riorganizzazione tutte le attività didattiche con così pochi fondi.

 

C’è chi chiede la disponibilità di un medico per ogni istituto scolastico come garante delle sicurezza sanitaria e figura di riferimento al di là delle scartoffie dei protocolli anti-Covid.

 

C’è chi vede nelle classi pollaio il primo pericolo di contagio e contaminazione di tutto l’ambiente scuola.

Intanto molte famiglie si muovono nell’indotto turistico con una guardia così bassa da dare l’idea che quest’Italia non sia mai stata in confinamento domiciliare. Perciò tante altre mamme, scettiche sul nascondimento di un virus che ancora esiste, si chiedono chi monitorerà (e semmai verrà monitorata) la provenienza di tutti i compagni di classe quando il giorno 14 settembre in aula ci ritroveremo vicini vicini.

 

Il concetto che sfugge ai più è esattamente questo:

oggi, come mamma, io posso decidere come deve comportarsi mio figlio per la sua sicurezza e posso selezionare, in base ai comportamenti altrui, chi frequentare; domani, alla riapertura delle scuole, se lo Stato non potrà garantirmi il distanziamento sociale in aula e la sicurezza igienico sanitaria, io sarò obbligata alla promiscuità con tutti, con ciascuna delle 22\25 famiglie dei compagni di classe dei miei figlie e non potrò sapere dove sono stati e cosa hanno fatto quest’estate o fino al giorno precedente all’ingresso a scuola.

 

rientro a scuola in sicurezza

Mentre le spiagge sono piene, non ci sono le condizioni per un rientro a scuola in sicurezza. Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

Pandemia vuol dire ovunque e di fatto il Covid sta interessando il mondo: un rientro a scuola in sicurezza non può non tenerne conto.

Così mentre ora c’è gente che viaggia, il 14 settembre gli effetti di questi spostamenti e viaggi siederanno tra i banchi di scuola. Asintomatici, paucisimtomatici, distanziamento e sanità dei luoghi non possono restare concetti vaghi, i genitori hanno diritto a garanzie e sicurezza. La scuola non è una scelta, come lo è la spiaggia da frequentare o se andare o meno al ristorante, la scuola è un obbligo e una responsabilità che lo Stato si deve assumere in pieno.

 

Difficile credere che il Ministero non veda tutto questo, allora perché, anche mentre si discute di un rientro a scuola in sicurezza, non è stato speso un po’ di tempo nel potenziamento della DAD, che resta sullo sfondo come un’alternativa da sempre condannata e criticata ma, ancora adesso, la sola alternativa possibile?

 

C’è chi denuncia un ritardo, forse irrecuperabile, nella determinazione di criteri univoci nella gestione del rientro a scuola in sicurezza, ciò mentre i presidi fanno i salti mortali per trovare strutture idonee all’accoglienza delle platee più numerose.

Ovviamente c’è chi si oppone ai doppi turni e si accontenterebbe di ingressi differenziati a scuola, difficile credere che sia plausibile entrare a scaglioni in istituti sovrappopolati rispettando tempi congrui e evitando assembramenti. Senza considerare che quello dell’ingresso resta lo stesso problema dell’uscita.

 

Insomma la partita “scuola” sta diventando un enigma, le famiglie restano nell’incertezza e la sensazione degli studenti è di grande smarrimento.



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