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Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus

di Federica Federico

15 Luglio 2020

Catastrofi naturali, attentati, guerre ed epidemie lasciano sempre un’impronta nell’emotività umana, non è solo una questione storica di avvenimenti e conseguenze politico economiche. I risvolti psicologici delle vicende epocali possono essere enormi e pervasivi quando investono la società nelle sue interazioni.

 

Questo è più che mai vero adesso che il virus ha intaccato la socializzazione nei suoi più profondi gangli: l’uomo è stato costretto ad allontanarsi dall’altro uomo per paura e sospetto, timore e ritrosia.

A fronte di questa lacerazione sociale, quali saranno gli effetti psicologici del Coronavirus sul rientro a scuola?

 

Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus

Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus sui bambini e i ragazzi.
Fonte immagini 123RF.com con licenza d’uso.

 

Rientro a scuola e disagi psicologici conseguenti al Covid-19

 

Il Paese Italia è spaccato a metà: da un lato chi è ancora guardingo e non si fida del nascondimento del virus; dall’altro chi, in un rigurgito di vita, si oppone con decisione (non saprei dire se anche con cognizione) a qualsiasi restrizione.

 

Così, mentre la rete si riempie di meme, si pone un problema importante: è stato decretato un “liberi tutti al mare e in piscina” (sfido chiunque a non essere inciampato in scene diverse di assembramenti tra bambini e ragazzini), ma si stanno già strutturando a vario titolo e in vario modo scenari di distanziamento scolastico fatti di classi smembrate, doppi turni, mascherine o visiere e termoscanner (una volta avevamo solo i termometri).

 

Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus

Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus.
Fonte immagine: web.

 

Al rientro a scuola come potremmo spiegare a nostro figlio che l’amichetto che gli abbiamo concesso di abbracciare nella pizza di classe appena consumata è “di nuovo e senza soluzione di continuità” da tenere alle debite distanze in nome della pandemia?

All’opposto, i guardinghi sono quelli che non hanno partecipato alle suddette pizze e sono anche quelli che sui lidi litigano perché, per esempio, la fila alla doccia è irrispettosa del distanziamento sociale. A causa della loro posizione rispetto al virus, questi soggetti sono classificati a come un ibrido tra paranoici e asociali.

 

Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus in base all’atteggiamento familiare tenuto ora.

 

Al rientro in aula, i figli della libertà avranno probabilmente non poche difficoltà a rispettare le regole che il Ministero e le istituzioni scolastiche si ripromettono di imporre all’intera platea.

Già me li vedo i ragazzini abbracciarsi un attimo prima di abbassare la visiera o alzare la mascherina per entrare a scuola.

 

Al contrario, i figli degli scettici timorosi soffriranno il mancato abbraccio con l’amico, la distanza dalla maestra e dai professori nonché l’ansia di mantenere se stessi in una condizione innaturale di “sterilità”.

 

In media stat virtus dicevano i romani, però se così fosse non si dovrebbe assistere oggi a un diffuso disconoscimento del fatto che il virus ancora esiste, ciò senza nulla togliere alla ridotta contagiosità del nuovo Coronavirus che, per adesso, ci sta concedendo una tregua da sfruttare con prudenza.

 

Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus

Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus sugli studenti.
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

Il Covid-19, diversamente da quanto mai accaduto prima d’ora, ha lasciato un trauma silente: è stata la malattia dell’assenza.

 

I bambini, anche quelli salvi dalla diretta influenza del virus nelle famiglie, hanno sofferto l’assenza della scuola, l’assenza dello sport, del catechismo, dei nonni, dei cugini e degli amici.

 

Per parte mia continuo a credere che chi ha parlato di limitazioni inaccettabili alla libertà non abbia debitamente tenuto conto del fatto che il primo diritto che lo Stato deve garantire è quello alla vita. Non dimentichiamo, per non ripiombare nel baratro, che il Covid ha letteralmente attentato alle nostre vite.

 

E’ comprovato scientificamente che già altre epidemie hanno aumentato l’incidenza di disturbi d’ansia e stress, nonché determinato picchi di violenza domestica e un considerevole incremento di abuso di alcol e sostanze stupefacenti negli adulti. Perché negare ai bambini lo stesso “diritto” ad accusare le conseguenze di uno stress emotivo senza precedenti? Se non possono ubriacarsi o drogarsi, certamente anche i bimbi troveranno diversi canali di espressione del disagio ansiogeno. Pertanto quello delle mamme potrebbe essere un settembre difficile, dai disturbi del sonno al mal di pancia, dall’ansia alla paura dell’altro.

 

Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus

Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus sui docenti.
Fonte immagini 123RF.com con licenza d’uso.

Rientro a scuola e effetti psicologici del Coronavirus sul corpo docente.

 

A peggiorare il quadro della situazione c’è l’incertezza in cui il corpo docente viene lasciato, ancora adesso ogni scuola cerca di studiare strategie idonee a mettere in sicurezza l’utenza limitando, come possibile, eventuali focali di diffusione del virus.

 

Tuttavia l’assenza di un protocollo nazionale uniforme e standardizzato che istruisca la maestra anche rispetto all’ipotesi che il bimbo pianga col moccolo al naso e la visiera imbrattata di muco, per dirne una, è, adesso più che mai, un problema di sicurezza materiale. La mancanza di una istruzione protocollare di maestri e professori può compromettere la stabilità emotiva dei bambini, il sereno svolgimento delle lezioni e l’uniformità di trattamento a scuola. Questo è un aspetto che non valuta debitamente chi si batte per la riapertura delle scuole ad ogni costo.

 

Il bambino che a settembre tornerà sui banchi di scuola non potrà trovare il conforto dell’abbraccio con la maestra, mancherà la carezza del professore e la stretta di mano con l’amico potrebbe ritornare ad essere interdetta. Nella sua dinamica quotidiana si inserirà la mascherina, il sudore sulla faccia e la puzza di tessuto non tessuto umido e appiccicoso. Inoltre quello stesso bambino non on dovrà scordare di igienizzarsi le mani ad ogni piè sospeso lasciando fuori dal suo corredo immunologico tutti quei “patogeni” che incontrava e processava ogni giorno.

 

Insomma il Coronavirus ci sta condannando ad una lunga serie di scelte asociali, pseudo disumanizzanti e certamente compromettenti.



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