Alfie è un bambino di 5 anni che ha affrontato una serissima infezione da Coronavirus ed ha sconfitto il Covid-19. Dopo che il 21 Marzo scorso la sua mamma pubblicava le immagini delle conseguenze strazianti della malattia sul suo corpo, non sono più stati resi noti aggiornamenti sulla sua salute, l’unico indizio di buon esito della convalescenza è un collage fotografico con cui lo scorso 2 giugno la mamma ha aggiornato la sua copertina Facebook (peraltro unica immagine visibile del profilo della madre).
Bambino di 5 anni sconfigge il Covid-19 – cosa ci insegna la storia di Alfie?
Nel bel mezzo della criticità sanitaria, Alfie ha toccato il cuore di tutte le mamme perché ha dimostrato che l’infezione da Coronavirus è capace di aggredire seriamente anche i bambini, peraltro, per quanto piccoli, questi non sfuggono alla consapevolezza delle conseguenze del Covid. Oggi Alfie deve ricordarci di non abbassare la guardia.
Complice l’informazione filtrata dai media, nonché la legittima paura della madre e determinante il suo stato di salute, dal letto di ospedale in cui era ricoverato, Alfie chiedeva:
– Sto per morire, mamma?
Era il 21 marzo scorso e per Lauren Fulbrook è stata questa la peggiore esperienza possibile per qualsiasi madre.
Bambino di 5 anni sconfigge il Covid-19, la sua storia arriva dal Worcestershire, Regno Unito.
Il Covid-19 è letteralmente esploso nel corpo di Alfie, testimoniandone la malattia, la mamma ha raccontato che la condizione fisica del bimbo è velocemente deteriorata dopo una lezione di nuoto, prima era in perfetta salutate fisica e senza alcun sintomo di malessere:
durante la fase acuta della malattia la temperatura corporea di Alfie ha superato i 42° C e faticava a scendere sotto i 40°, il bimbo è stato preda di allucinazioni e il vomito ha rappresentato un sintomo di rilievo.
Se Alfie ha dimostrato che non esiste una “invincibilità” dei bambini, ovvero anche i bambini piccoli possono contrarre il Covid-19 in forme severe, oggi la sua guarigione deve rappresentare una speranza, ma senza margini di sottovalutazione.
Lo scorso 21 Marzo, la mamma di Alfie faceva appello al i spetto del lockdown scrivendo:
– Il coronavirus non è un gioco, per favore smettetela di nascondere la polvere sotto il tappeto e mettere non solo le vostre vite a rischio, ma anche quelle di tutti gli altri, perché volete andare al pub, andare al ristorante o pensate di aver bisogno di 7 pacchi da 24 rotoli di carta da toilette Dio solo sa perché.
Da persona che ha un famigliare positivo al Covid-19 ho visto i suoi effetti. Ho dovuto vedere mio figlio di 5 anni passare dall’avere tutte le energie del mondo a non muoversi, a non mangiare, a far fatica a bere e urinare. La sua temperatura non andava sotto i 40° e al suo picco era a 42,3° cosa che gli ha causato il vomito. L’ho visto avere le allucinazioni e piangere per il mal di testa, mentre veniva trasportato in ospedale da un’ambulanza per essere messo in un baccello in isolamento, fare il tampone e risultare positivo. Era a letto e mi chiedeva se sarebbe morto, come mamma questo mi spezza il cuore.
I suoi livelli di zucchero nel sangue erano solo 3,7, la sua frequenza respiratoria era di 18-20 e la sua frequenza cardiaca era di 180, il sudore gli colava ma tremava, ansimava e manifestava fotofobia (era diventato ultrasensibile alla normale luce, ndr.).”
Anche Lauren ha affrontato il Covid-19, è risultata positiva al tampone dopo la diagnosi ricevuta da Alfie.
Se conosciamo ancora poco del Covid-19, ciò che sappiamo certamente è che un’infezione a trasmissibilità velocissima e che il virus esiste ancora, per quanto indebolito e clinicamente sparito (ovvero non è più responsabile di ricoveri in terapia intensiva e in ospedale).
Sappiamo anche che a salvarci dal Covid-19 è stato l’isolamento, oggi il distanziamento e i presidi igienici possono arginare un eventuale fase 2 e una recrudescenza dei contagi.
Anche i bambini devono rispettare le giuste norme igieniche e il distanziamento sociale. Perciò mentre gioiamo per Alfie e per la guarigione di tanti altri bambini, pensiamo che questa nuova fase post quarantena è quella di convivenza con il virus, tecnicamente si dice che il Coronavirus si avvia a divenire ubiquitario ovvero ad allocarsi tra noi imponendoci nuove regole di vita, rispettiamole!