Il mondo non potrà mai dimenticare Julen Roselló, il bambino spagnolo di due anni morto nel gennaio 2019 a Totalán, Málaga, dopo essere stato inghiottito da un pozzo incustodito ed essere caduto nel ventre della terra per 70 e più metri. Trovando la morte in un pozzo profondo 110 metri con una bocca di 25 cm di diametro nascosta tra il fogliame della campagna dove il piccolo correva e giocava, Julen ha lasciato i suoi genitori, Victoria García e José Roselló, completamente orfani di figli.
Suo fratello maggiore Óliver era già morto mentre camminava sulla spiaggia tenendo il cugino per mano, quel primo figlio angelo fu stroncato da un infarto.
Così mamma Victoria García e papà José Roselló, i genitori di Julen sono rimasti soli, completamente soli.
Lo scorso Natale hanno passato la loro prima ricorrenza senza nessuno dei loro figli e in gennaio hanno annunciato che l’ultima gravidanza di Vicky, come gli amici e i familiari chiamano Victoria, si era interrotta nei primi mesi di gestazione.
Insomma non c’è pace per questi genitori distrutti dai lutti per la morte dei loro bambini eppure Victoria García e José Roselló non si arrendono, si sono sposati lo scorso febbraio (precisamente venerdì 7 febbraio 2019 ) nel palazzo comunale di Malaga e malgrado l’aborto di Victoria continuano a sperare nella benedizione di un figlio che possa arrivare senza che nulla di male accada ancora.
In una delle ultime interviste rilasciate dalla coppia e pubblicate dalla stampa spagnola, Victoria e José testimoniano come la vita di due genitori orfani dei figli non possa e non debba arrendersi al dolore restando necessario combattere in nome dell’amore per i propri angeli.
Il dolore di ieri per Julen è lo stesso di oggi e di domani – dicono Victoria García e José Roselló rifugiati nella loro modesta casa a El Palo.
Julen non avrebbe voluto vedeteli cadere nella disperazione, nemmeno Óliver ed è per questo che lottano, per la memoria e l’eredità d’amore lasciata dai figli.
Al suo matrimonio Vicky indossava due braccialetti rossi e bianchi, gli stessi che il giornalista nota nell’ultima intervista. Simboleggiano la Virgen del Carmen, ma hanno più di un valore religioso:
Erano di Julen, li aveva in quel giorno. Abbiamo chiesto il favore al nostro avvocato e lei ce li ha riportati.
L’intera casa di Victoria García e José Roselló è intrisa di ricordi dei loro figli, i genitori ne portano persino incisioni sulla pelle, i volti, i nomi, i simboli iconici, come il pallone da cui Julen non si separava mai, le immagini sui cellulari, le voci che arrivano dai video, memoria di un tempo eternamente fermo ad allora.
Al tramonto Vicky confessa che ogni notte, prima di dormire, chiede di sognare i suoi figli. Il sogno interrompe il dolore del distacco è memoria di quegli abbracci di cui Victoria García e José Roselló sono stati privati, eppure il sogno è solo la proiezione di una presenza interiore in cui questi bimbi sono eternamente piccoli ed eternamente angeli.
Josè durante l’inverno, prima che la pandemia di Covid fermasse il mondo, ha lavorato nelle tribune del Paseo del Parque e, soprattutto in occasione delle vacanze di Natale, per lui è stato molto difficile fare i conti con la felicità del mondo: ha dovuto rifugiarsi nella sua casa quando la sofferenza è cresciuta troppo.
Ho dovuto restare indietro, a causa della sofferenza. Vedere i genitori con i loro figli ti toglie tutto e di più […], ha dichiarato senza negare il dolore.
Victoria García e José Roselló hanno un rapporto differente con i figli angeli, sebbene per entrambi Julen e suo fratello Óliver siano molto presenti.
Vicky non manca mai di prendere il suo appuntamento quotidiano con i figli al cimitero, José, invece, non ama andare lì per salutarli, preferisce percepirli in casa, nel luogo dei ricordi e incontrarli nei suoi pensieri piuttosto che sulle tombe:
Non so se sia un modo per proteggermi, ma non mi entra nella testa che devo andare lì per vedere i miei figli. Non vado al cimitero perché lì quello che vedo sono due foto dei miei figli e ce l’ho dappertutto.
I braccialetti della Virgen del Carmen che Julen portava al polso nel giorno della morte , come i vestiti che Oliver aveva quando è morto e che ora Vicky custodisce in una borsa, sono memorie di vita dalla quale nessun genitore orfano potrebbe mai separarsi.
Victoria García e José Roselló sperano e pensano di avere un altro figlio dopo l’ultima gravidanza di Vicky che si è interrotta nei primi mesi, ma che “arrivi quando deve essere”, dicono durante l’intervista affidandosi a Dio alla protezione dei loro angeli.