Il Coronavirus ha determinato in tutti noi un’insostenibile perdita di controllo: ciascuno era legato alle proprie abitudini e confortato dalla condivisione degli spazi e delle esperienze con gli alti; ognuno era qualcuno in quei costumi e in quella routine che scandiva la vita fatta di incontri e scambi, confronti e reciprocità; tutti si sentivano al sicuro nel proprio ruolo e nella metrica del loro agire ordinato. Le paure delle mamme per la fase 2 partono tutte da questa perdita di controllo che si avverte sulla pelle.
Abbiamo perduto il controllo sulle nostre vite perché l’altro, che era l’interlocutore e l’elemento di confronto nel mondo, non può ancora interagire con noi nei modi a cui siamo abituati e la distanza segna un confine fisico a cui la mente non è avvezza.
Non mangiare insieme ai parenti, non abbracciare i nonni e gli amici, non condividere uno spazio fisico in promiscuità e senza mascherina sono solo alcuni esempi di situazioni anomale che non possiamo controllare, quantomeno non possiamo viverle seguendo i parametri pre-Covid. Questo stravolgimento ideale ci fa confondere la distanza con la freddezza, la presenza sterilizzata con la non appartenenza, la prudenza con la paura.
Come possiamo mettere fine alle paure delle mamme per la fase 2?
Le mamme sono costrette a stringere amicizia con la paura, sì che ne abbiamo di paura, ne abbiamo tutte, ma dobbiamo smetterla di credere che sia un sentimento infedele e compromettente, la paura ci aiuta a proteggerci dai pericoli, è ovvio che per essere proficua non deve essere immotivata né esagerata.
Le mamme devono vestirsi di una muta impermeabile fatta di buone informazioni, sentirsi protette dalla consapevolezza e scendere, così tutelate, in apnea dentro le loro stesse paure per affrontarle.
Le paure delle mamme per la fase 2 non sono diverse per matrice dalle paure della fase 1: lo smarrimento delle mamme dipende da un’assoluta mancanza di esperienza, rispetto al Covid-19 nessuno (nemmeno i medici) ha potuto confidare nel bagaglio dell’esperienza, mentre essa è fondamentale per l’agire umano.
L’esperienza, infatti, è un bene prezioso per l’uomo perché consente di prevedere un percorso possibile contro un pericolo o in relazione a una difficoltà. In altre parole, una prognosi basata sull’esperienza, seppure altrui o teorica, ci aiuta sempre.
Il Covid è una malattia a-sociale che ci ha ridotto tutti in solitudine. Le paure delle mamme nella fase 2 dipendono in parte da questo: la famiglia non potrebbe ancore essere sostegno e ausilio nell’ottica di una fase cautelare, ciò per non indurre la curva dei contagi a salire nuovamente.
E’ mancato, oltre al supporto familiare, anche l’inclusione sociale: tutti sono diventati agli occhi degli altri un possibile pericolo.
La paura, in questa inattesa solitudine, si vince solo credendo fortemente in se stessi e non perdendo di vista mai il proprio valore intrinseco: le mamme che in fase 2 temono per il futuro prossimo devono restare fedeli al proprio ruolo sociale e avere grande fiducia in sè, l’energia personale serve oggi a salvare la famiglia e con essa il mondo intero.
La deprivazione delle certezze, che ciascuno di noi avverte nella mancanza dello spazio fisico, come nella privazione della libertà di gestione di sè, sia in termini di spostamento che di contatto fisico, deve essere reinterpretata.
Le paure delle mamme per la fase 2: la vita è spesso una questione di percezione.
Perchè la re-interpretazione della vita ci può sostenere positivamente? La visione delle cose va reindirizzata sullo scopo a cui stiamo ambendo: sostanzialmente dobbiamo resistere, sulla base delle nuove conoscenze della malattia, e dobbiamo tenere duro sino a un vaccino.
Allo stesso modo lavita tutta va ri-conosciuta come differente e va costruita una abitudine adeguata alle rinnovate regole e alla sicurezza secondo l’esperienza fatta col Covid.
Le paure delle mamme per la fase 2 si curano, quindi, azionando i principi positivi di cui noi tutti disponiamo:
- abbiate cura di trovare qualcosa che vi calmi (impastate, preparare torte, leggete o fate giardinaggio);
- smettiamo di interpretare negativamente questo tempo giudicandolo come se fosse un tempo senza tempo, ovvero un limbo, al contrario osserviamolo come ricco di opportunità per ritornare a cio’ che amiamo;
- non pensiamo che le mascherine soffochino i sorrisi, impariamo a sorridere con gli occhi;
- allunghiamo le distanze ma accorciamo le differenze, ci si incontra anche nel dolore e in questo abbiamo dimostrato unità di intenti.
Il reindirizzamento della vita su questi principi salverà i figli dalle paure delle mamme per la fase 2 e salverà le mamme stesse da un’ansia di isolamento e sicurezza che potrebbe divenire soffocante nel lungo termine.
Dobbiamo accettare di star vivendo una ri-nascita che pretende nuove abitudini e nuove attitudini di rapporto con gli altri e contatto col mondo.
Da mamme immaginate di essere come il mare che respira attraverso le onde, l’acqua si stende sulla sabbia, la penetra, si lascia assorbire e poi ritorna al mare rigenerata dal bacio con la terra. Dobbiamo essere come il mare, capaci di estenderci oltre noi stesse.