Fase 2 e bambini: la priorità di questa nuova fase di convivenza col virus è quella di ri-educare i bambini ad assumere comportamenti sociali conformi alla coesistenza uomo-virus senza pregiudizi per la salute, almeno sino al più sicuro approdo al vaccino.
Fase 2 e bambini: perché l’obiettivo è quello della rieducazione del bambino?
Il nostro agire quotidiano ha largamente luogo per comportamenti acquisiti. Spieghiamo in parole semplici cosa vuol dire ciò:
la nostra memoria processa meccanicamente molte azioni, questo vuol dire che agiamo senza profondere energie nel “pensiero circa il come fare le cose”. In altre parole, molte azioni che mettiamo in essere le compiamo per abitudine consolidata e con meccanicità.
In tal senso sono esempi dell’ “agire meccanico” guidare la macchina, andare in bicicletta o anche prendere l’ascensore, si tratta di azioni che mettiamo in essere coordinando i movimenti del corpo nello spazio e gestendo dei mezzi o degli strumenti esterni con assoluta spontaneità e dimestichezza.
Nel momento storico in cui ci troviamo se un bambino, per esempio, è abituato a salire o scendere le scale trascinando la mano sul corrimano, e lo fa meccanicamente, cioè con costanza e in automatico, è nostro dovere di genitori aiutarlo a correggere il comportamento, anche laddove il rischio sia solo potenziale (il corrimano di un luogo pubblico potrebbe essere infetto).
Allo stesso modo è nostro dovere educare i bambini a una nuova gestione delle mani affinché resti conforme ai presidi di prevenzione: volendo fare un ulteriore esempio, possiamo ricordare che è stimato che ciascuno di noi porta le mani al volto mediamente ogni due minuti, molti bambini sono soliti toccarsi gli occhiali frequentemente, mettere le mani in bocca, anche quando la fase orale dovrebbe essere finita da un pezzo, mangiare le unghie o mettere le manine nel naso. La dissuasione di questi comportamenti diventa oggi un’educazione che sarà necessaria, se non indispensabile, per quando i bambini dovranno rientrare a scuola.
In forma diversa e a livelli differenti di coinvolgimento emozionale, sono “meccanismi acquisiti e reiterati” anche alcuni atteggiamenti affettivi come gli abbracci:
per un bambino è normale, per esempio, abbracciare il nonno o il cuginetto, la zia o lo zio.
Alcuni automatismi andranno corretti, soprattutto in vista della lunga convivenza col Coronavirus e in ragione dell’esigenza di proteggere se stessi e gli altri.
Perché la rieducazione dei bambini in fase 2 potrebbe essere difficile?
Destrutturare un comportamento (che sia non mettere le mani in bocca, non mettere le dita nel naso, non mettere la manina sul corrimano trascinandola correndo per le scale) non è cosa facile: quel comportamento, esattamente com’è per l’abbraccio e il bacio, fanno parte dell’istinto che il bambino ha sviluppato durante la sua educazione sociale. Fino ad oggi quei comportamenti erano azioni a luce verde, consentiti dall’educazione familiare e sociale, se non favoriti e stimolati. Peraltro per tutto ciò che concerne l’affettività, negli abbracci e nel contatto fisico i bambini hanno da sempre trovato conforto emotivo.
Fase 2: come introdurre mascherine e guanti nella vita dei bambini.
L’esempio è la migliore tutela per i nostri figli.
La mascherina si indossa e non si manipola, si fa (e qui vale l’esempio) come fanno mamma e papà. Perciò una volta indossata la mascherina non va toccata di continuo e non va abbassata sul volto.
Per i bambini scegliete mascherine morbide, possibilmente in fibre di alta qualità, che non diano prurito e che consentano al bambino una buona tolleranza sin dall’inizio.
L’elastico intorno alle orecchie può dare più fatidico dei lacci dietro la nuca che possono essere regolati a seconda del confort del bambino.
E’ consigliabile legare i capelli affinché non cadano sul volto inducendo il bambino a toccarsi il viso.
I guanti devono essere comodi, inutile far vestire ai bambini un guanto enorme per le loro mani che tenderà a sfilarsi, eventualmente determinando avventati tentativi di recupero da parte del bimbo.
Per dissuader il bambino dal portare le mani al volto è possibile dargli qualcosa da tenere tra le mani, il consiglio è quello di dare loro, per esempio, una pallina di carta che possa essere gettata al rientro a casa. Tenere le mani in tasca il più possibile o congiungere le mani tra loro aiuta fortemente il bambino a mantenere il controllo sul suo corpo.
I guantini dei bambini è preferibile che li sfili un adulto e le manine vanno subito lavate e igienizzate, anche la mascherina va sfilata da un adulto più il bambino è piccolo più è difficile che possa liberarsi dai presidi anti-covid in modo sicuro.
Fase 2 bambini come gestire emotivamente le uscite e gli incontri con i congiunti:
I bambini devono essere consci di ciò che sta accadendo intorno a loro: già in età pre scolare, cioè tra i 4 e i 5 anni, i bambini meritano che gli adulti li coinvolgano nelle diverse decisioni rendendoli consapevoli di ciò che stanno facendo o stanno per fare.
Negli incontri con i parenti vanno istruite regole precise: mascherine, distanze di sicurezza, evitare il contatto fisico. Se non si è trascorsa questa quarantena insieme è bene continuare a mantenere il distanziamento sociale perché è scientificamente provato che i bambini sono capaci di replicare il virus, per quanto a sintomatici possono essere contagiosi.
E’ stato l’isolamento a limitare l’evidenza e la potata del contagio veicolato dai bambini, non è un caso che le scuole siano state individuate come luoghi a rischio e considerate così sensibili da pretendere la sospensione dell’attività didattica a cui corrisponde un diritto dei bambini e delle famiglie, il diritto allo studio.
I bambini che escono con i genitori devono conoscere qual è la destinazione e le condizioni della passeggiata, devono sapere se la villa comunale è aperta o chiusa e deve essere loro spiegato che non potranno salire sulle giostrine, queste consapevolezze (come qualsiasi altra consapevolezza) limitano il pericolo di crisi emotive, crisi di pianto, panico e paura.
Fase 2 e bambini: dove dissuadere l’incontro tra i bambini e gli affetti stabili?
Gli affetti stabili (nonni, cugini e zii) devono essere tutelati, ma non senza garantire la salute del Paese e e dei bambini, pertanto è compito degli adulti stabilire le regole di sicurezza e rispettarle.
Vanno dissuasi quegli incontri in cui sicurezza e distanziamento non potrebbero essere garantiti, per esempio, incorro tra nonni e bambini molto piccoli e inconsapevoli , quindi incapaci di trattenersi nei limiti ferrei delle distanze e dell’uso dei presidi di sicurezza. Allo stesso modo, il pericolo di non riuscire a contenere i bambini può avere luogo quando i bimbi devono incontrarsi tra loro, per esempio, può essere “incontenibile” la ricongiunzione tra i più piccoli cuginetti.
Fase 2 e bambini: mio figlio sta bene perché deve indossare la mascherina?
Ciò che sappiamo oggi, e non spevamo all’atto dell’esplosione improvvisa della fase 1, è che il virus del Nuovo Coronavirus è estremamente resistente nel corpo umano dove può lungamente risiedere senza sintomi manifesti, spesso ad essere asisntomatici sono proprio i bambini.
Fase 2 e bambini è quindi sinonimo di coesistenza con un pericolo potenziale che possiamo portare dentro di noi. Sapendo oggi di avere moltissimi asintomatici ancora non certificati, la regola resta quella delle mascherine e delle distanze a protezione e tutela anti-contagio.