Nella fase due i nonni e i nipoti potranno ricongiungersi con le debite cautele e purché vivano nella stessa regione. Questo quanto emergerebbe dalla bozza dell’ultimo DPCM, in vigore fattivamente dal prossimo 4 maggio. Una interpretazione rigorosa della bozza lascia desumere, però, che in fase 2 i bambini non potranno abbracciare i nonni, infatti si parla in ogni dove di rispetto del distanziamento sociale.
Il 4 maggio i nonni potranno rivedere i nipoti, ma restano salve le debite cautele relative al distanziamento sociale, all’uso delle mascherine e non sono ammessi assembramenti familiari, l’emergenza Covid non è ancora finita.
La bozza del nuovo DPCM lascia aperti dei dubbi interpretativi, cerchiamo di fare chiarezza sul tema nonni e nipoti in fase 2.
In fase 2 i bambini non potranno abbracciare i nonni? Partiamo dalla lettera del DPCM che recita: “Si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento e vengano utilizzate le mascherine“.
Burocraticamente questo vuol dire che, nell’alveo della disposizione governativa, pur essendo ammesso il ricongiungimento familiare, agli adulti si chiede di garantire il mantenimento delle debite distanze tra nonni e nipoti, tra zii e nipoti, tra genitori non conviventi e figli che con loro si ricongiungono dopo la quarantena serrata degli ultimi mesi.
In fase 2 i bambini non potranno abbracciare i nonni e ugualmente i figli non potranno né dovrebbero approcciare fisicamente ai genitori che per tanto tempo non hanno potuto vivere.
I bambini sarebbero chiamati a rivedere i nonni senza poterli abbracciare: emotivamente questo scenario è critico.
Qualcuno ritiene impossibile questo distanziamento interfamiliare, c’è chi lo considera un trauma nel trauma del distacco, nonché una restituzione impossibile nella pratica di un amore da sempre fatto di affettività fisica.
Personalmente tremo all’idea di vedere mio padre, canuto e stanco, senza poterlo riportare a me con quel linguaggio dalle mille significanze e da un unico gesto: l’abbraccio.
Queste obiezioni non sono trascurabili, soprattutto con riguardo ai bambini molto piccoli che non hanno la capacità mentale di astrarre concetti così importanti come quelli di virus, contagio aereo o droplet.
I bambini in natura corrono versino i nonni, gli saltano letteralmente al collo, li travolgono e li amano con quella stretta avvolgente che vuol dire veniamo da un’unica radice, siamo parte della stessa pianta, viviamo della medesima linfa. Eppure in fase due i bambini non potranno riabbracciare i nonni e i figli non potranno ritrovarsi nel conforto dell’abbraccio dei genitori anziani. Valendo questo distanziamento fisico interfamiliare per tutti i congiunti che si rincontrano dopo la quarantena.
Tuttavia il nuovo DPCM tiene conto di un dato obiettivo inconfutabile: prima di adesso non avevamo la contezza scientifica di avere moltissimi asintomatici o paucisintomatici tra noi. Quella che avrà luogo dal 4 marzo in poi non è una ripresa della vita pre-covid, è stato detto a chiare lettere che questo non è un decreto libera tutti; stiamo per vivere, piuttosto, una prima fase di adattamento alla convivenza col virus (già diverse settimane fa c’è stato chi ha osato dirlo: il virus diventerà UBIQUITARIO).
In fase 2 i bambini non potranno abbracciare i nonni, perciò il 4 maggio i nonni potranno rivedere i nipoti ma non potranno essere naturalmente affettuosi, comunemente vicini, fisicamente avvolgenti: vale la pena permettere loro un incontro così “sterilizzato”?
Un ambiente domestico rispettoso della quarantena, quindi privato dei contatti col mondo esterno in questo lungo periodo di isolamento, dovrebbe essere un ambiente sicuro, ma quella governativa resta una precauzione protocollare fortemente legata alla necessità di mantenere un controllo serrato sulla curva dei contagi.
Se la vita riprendesse esattamente come prima, il virus, che ancora è ubicato nella società, troverebbe nutrimento e riattiverebbe il ciclo dei contagi con virulenza. Questo presupposto non scontato deve essere chiaro a tutti.
A fronte della responsabilità del distanziamento inter-familiare che si rimette agli adulti e alle mamme, è giusto oppure no che i bambini vedano i nonni entro una simile limitazione? La risposta a questa domanda dipende dall’età e dalla sensibilità dei bambini: i bimbi molto piccoli potrebbero non sopportare la gestione della distanza in un luogo familiare, pertanto da sempre considerato sicuro.
Questa “sfiducia”, imposta al contatto con i nonni, potrebbe provocare in loro un danno emotivo aggravato, pertanto, in questi casi, resta da valutare un incontro diverso, per esempio i bambini potrebbero vedere i nonni dal balcone e salutarli, organizzando l’ approccio distanziato come se fosse un gioco in cui nonni arrivano a portare una lettera, un regalo, una cosa buona.
E’ consigliabile che resti qualcosa dei nonni ai nipoti, non necessariamente un bene materiale tangibile, anche una letterina, un disegno, un video, una canzone liberata come una serenata tra innamorati. Questo “bene” sarà come una scia che avvolgerà l’incontro dando ad esso una continuità temporale consolatoria e rassicurante per il futuro.
Ci sono mamme che confidano nella possibilità di gestire gli spazi e le distanze, ciò è fattibile con bambini a partire dagli 8\10 anni, quando la capacità di astrazione di concetti difficili come virus, contagio o malattia può assicurare il rispetto del distanziamento.
Difficile dire se cadrà in errore chi si libererà in un abbraccio perché è al momento impossibile valutare il numero degli a sintomatici come il loro potenziale infettivo, nonché la resistenza del virus nell’organismo umano.
Non è infrequente il riscontro di positività al tampone anche a distanza di più di 40/50 gg dal contagio anche in assenza di sintomi e di alterazione dell’emocromo, lo leggiamo su osservatoriomalattierare.it. La scelta prudenzialmente migliore, a vantaggio della collettività tutta, è fidarsi del distanziamento sociale che ad oggi ha prodotto i suoi migliori frutti.
Se appare chiaro che in fase 2 i bambini non potranno abbracciare i nonni, resta meno chiara l’estensione del concetto di congiunti essendo questo un termine giuridico non precisamente definito.
Nell’attesa del decreto definitivo e dei chiarimenti allo stesso, ricordiamo che quella pubblicata è oggi una bozza passibile di modifiche, l’interpretazione più plausibile del termine congiunti è quella che lo estende ai nonni, ai genitori, ai figli, ai fratelli, alle sorelle, agli zii, ai cugini e ai nipoti, cioè coloro che sono legati per vincolo di consanguineità, nonché ai coniugi legati da vincolo legale, ovvero unione civile.
Questa interpretazione penalizzerebbe i fidanzati non formalmente legati da un vincolo riconoscibile legalmente. Allo stesso modo servirebbe comprendere se la visita ai suoceri è ammissibile in espansione del concetto di congiunto. Il Governo, in un chiarimento preliminare al DPCM avrebbe parlato di criterio di riferimento degli “affetti stabili“, un concetto di difficile definizione che espone il legislatore al pericolo di giudicare nel merito le relazioni sentimentali dei cittadini.