Perché dobbiamo stare a casa e minimizzare i contatti sociali? La risposta a questa domanda è oramai nota a tutti: dobbiamo stare a casa perché è necessario rallentare la curva dei contagi, ovvero è importantissimo arginare la diffusione del virus!
Gli esperti non si aspettano ancora di fermarlo, ma sanno perfettamente che l’unico modo per evitare il collasso delle strutture ospedaliere è decongestionarle spalmando i contagi da Covid-19 nel tempo, in modo tale da poter assicurare assistenza sanitaria a tutti.
Se parlate con un microbiologio “darà i numeri”, ma quelli corretti: ad oggi sono noti 7 ceppi di Coronavirus trasmissibili agli umani:
1. Human Coronavirus 229E (HCoV-229E),
2. Human Coronavirus OC43 (HCoV-OC43),
3. Human Coronavirus NL63 (HCoV-NL63),
4. Human Coronavirus HKU1 (HCoV-HKU1),
5. Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus (SARS-CoV),
6. Sindrome respiratoria mediorientale da Coronavirus (MERS-CoV), conosciuto anche come Novel Coronavirus 2012 (2012-nCoV) e Human Coronavirus Erasmus Medical Center/2012 HCoV-EMC/2012,
7. Coronavirus 2019-nCoV (2019-nCoV),
di questi il settimo è, appunto, il nuovo Coronavirus, quello che ha determinato la quarantena di questi giorni, l’allarme sociale e la necessità di isolamento e riduzione dei rapporti interpersonali.
E qui emerge, quasi naturalmente, un’altra risposta alla domanda: perché dobbiamo stare a casa?
Dobbiamo stare a casa perché questo virus è nuovo (infatti lo chiamiamo nuovo Coronavirus), ha solo recentemente effettuato il cosiddetto salto di specie e i nostri medici ancora non sanno come affrontarlo farmacologicamente, non esiste una copertura antibiotica e non esiste un vaccino.
A fronte dell’impossibilità di conoscere molto sul virus, dobbiamo stare a casa perché quello che conosciamo con certezza è solo che questo nuovo Coronavirus si trasmette facilmente e velocemente attraverso il contatto interpersonale e la vicinanza persona-persona.
La velocità di trasmissione porta con sé il rischio di saturare i posti in ospedale lasciando letteralmente dei pazienti “fuori”, scoperti e sprovvisti di cure.
Le telecamere di “Piazza Pulita” sono entrate nella terapia intensiva dell’Ospedale Sacco di Milano: i medici sono chiari sul fatto che quella che la sanità italiana vive è un’emergenza dettata dalla saturazione dei reparti e dalla mancanza di un sufficiente numero di macchinari per fronteggiare i sintomi del Covid-19.
Inoltre una concentrazione totalizzante sul Covid-19 potrebbe impedire, per le stesse ragioni ricettive, di fronteggiare le patologie comuni, i casi di incidente, le appendiciti o gli infarti, solo per fare degli esempi.
C’è chi dice che avere paura non serve, che la paura è deleteria, che abbassa le difese immunitarie e crea panico a sua volta degenerabile in psicosi, tuttavia sin quando una parte della popolazione sarà ancora capace di pericolose sottovalutazioni (e la cronaca ce ne consegna diverse), la paura può giocare un ruolo fondamentale verso la comprensione dei rischi: in ospedale arriva un forte numero di pazienti con polmoniti tali da richiedere di essere intubati.
Nei casi più seri o emergenziali di occlusione delle vie respiratorie i medici possono optare per tracheotomie o per l’intubazione del paziente, la vita di un essere umano può dipendere da una macchina, dalla presenza di medici ed infermieri in buone condizioni di salute a loro volta e dotati di giusti spazi e strumenti d’azione.
Oggi dobbiamo stare in casa anche perché non è escluso che le condizioni appena citate possano non esserci per tutti o possano venire a mancare perché il reparto ospedaliero a cui ci rivolgiamo è saturo nel momento in cui noi o un nostro caro ne abbiamo effettivamente bisogno.
Dobbiamo restare a casa e prestare attenzione alla nostra salute tenero ben conto di quali sono i sintomi e segni del nuovo Coronavirus:
- malessere generale (sintomo che interessa oltre il 95% dei casi);
- febbre alta, capace di superare di molto i 38° e tendente ad aumentare durane la notte (sintomo che si manifesta in oltre il 90% dei casi, ma che può intervenire anche in corso di malattia, ovvero non è un prodromo, cioè un sintomo di annuncio, della malattia stessa).
- tosse secca (sintomo riscontrato in oltre l’80% dei casi);
- dispnea, cioè sensazione di respirazione difficile (sintomo registrato in circa 25% dei casi).
Il Covid-19 ha un’ulteriore ampia gamma di sintomi che rispetto a quelli sin qui elencati sono sintomi facilmente confondibili con la comune influenza o con comuni sindromi para-influenzali:
- cefalea (mal di testa);
- inappetenza (perdita di appetito);
- dolori articolari;
- sudorazione abbondante;
- pallore;
- difficoltà nella concentrazione;
- lentezza nei movimenti;
- brividi anche molto intensi,con intensificarsi della sensazione soprattutto di notte.
L’avanzamento della patologia può portare ad ulteriori sintomi specifici:
- confusione;
- malnutrizione per difetto e perdita di peso corporeo;
- grave astenia (grave mancanza di forze);
- polmonite;
- bassa saturazione emoglobinica arteriosa;
- insufficienza renale acuta.
Dobbiamo restare a casa non affollare gli ambulatori, men che meno i PS:
Chi ha sintomi sospetti non deve recarsi in Pronto Soccorso, è opportuno chiamate il Numero di Emergenza 112 o il 118. Per raccogliere informazioni e indirizzi di comportamento il numero di riferimento a livello nazionale, istituito dal Ministero della Salute, è l’ 1500 – numero gratuito e di pubblica utilità.