Tutti quelli che continuano a dire che il Coronavirus è solo un’influenza, uguale a qualsiasi altra, dovrebbero fare più attenzione alle parole, in questo caso specifico è la parola influenza ad avere un peso che si traduce in fatti concreti e in conseguenze tangibili: il Coronavirus non è una semplice influenza.
Lasciar credere a tutti che il Covid-19 sia solo una banale influenza è un’esemplificazione pericolosa che abbassa la guardia soggettiva e collettiva.
Credere che il Coronavirus sia solo un’influenza può determinare un’esposizione sociale pericolosa a rischi importanti e più grandi del prevedibile.
L’Associazione Nazionale Biotecnologi viene incontro a tutti noi nel bisogno di verificare tangibilmente e con un linguaggio intuitivo la distanza tra una sindrome influenzale e il Covid-19.
Proviamo a capire perché e in che misura il Coronavirus non è una semplice influenza, lo facciamo qui sulla falsa riga di un post Facebook pubblicato proprio dall’ANBI.
Questa “influenza” colpisce, nei soggetti deboli, direttamente gli alveoli polmonari e richiede l’intubazione per tempi anche lunghi. Lo spiegano, appunto, i biotecnologi.
La7 è entrata con le sue telecamere nella rianimazione dell’Ospedale Sacco di Milano. La situazione è inequivocabile: se il virus continua a propagarsi con l’attuale velocità di contagio, il Sistema Sanitario Nazionale potrebbe non reggere, ovvero potrebbero esserci più malati che posti in Ospedale, in Rianimazione e persino più pazienti che macchinari per la ventilazione.
Mentre l’aggregazione sembra essere un fenomeno irrefrenabile, i virologi, i medici e i pediatri, in concerto con uno Stato che sospende i servizi scolastici, chiedono a gran voce di limitare i contatti sociali perché è questo il solo modo per spezzare la catena dei contagi e rallentarli.
Il Coronavirus non è una semplice influenza, questo virus “mette molto più sotto stress il sistema sanitario rispetto ai virus influenzali, sia perché la percentuale di pazienti che necessita cure intensive è più alta, sia perché le necessita per tempi prolungati“, a dirlo sono sempre i biotecnologi.
E se questo non dovesse bastare a dimostrare che il Coronavirus non è una semplice influenza, diciamo anche che non possiamo fermare i contagi, ma dobbiamo rallentarli!
Abbiamo il dovere civile di contribuire alla limitazione dei contagi perché il principale problema da fronteggiare ora è la tenuta del sistema ospedaliero: devono ammalarsi meno persone affinché a ciascun malato sia garantito un posto letto, fosse anche in rianimazione.
La velocità di propagazione del virus mette a rischio proprio i posti letto e i macchinari necessari a prestare le dovute cure, ma è a rischo anche il personale medico-sanitario.
Guardate la foto postata sulla pagina Facebook dell’ANBI Associazione Nazionale Biologi Italiani (immagine qui sopra), è una spiegazione grafica fondamentale del perchè il Coronavirus non è una semplice influenza.
La linea rossa tratteggiata rappresenta la capacità nazionale di gestire l’emergenza, la linea gialla verticale rappresenta invece il picco in terapia intensiva; è intuitivo che la linea gialla si sta pericolosamente avvicinando alla linea rossa e, come precisa l’ANBI, “lo sta facendo molto più velocemente di quanto noi non siamo in grado di innalzarla“, cioè dovremmo aumentare la ricettività ospedaliera e in terapia intensiva, ma non possiamo farlo in tempi brevi.
Sono stati cancellati tutti gli interventi non urgenti e sono state ridotte all’osso le attività sugli altri reparti. I medici e gli infermieri stanno lavorando oltre le forze umane, sono i veri eroi di questa battaglia contro il Covid-19, ma se la linea gialla dovesse scavalcare la rossa ogni sforzo umano in corsia sarebbe ostacolato da un limite funzionale, strutturale e operativo importantissimo.
Il Coronavirus non è una semplice influenza, cosa fare?
I biotecnologi consigliano di seguire fonti accreditate come Medical Facts di Roberto Burioni, e soprattuto di “fare la propria parte per evitare di aiutare la diffusione del virus“, il che tradotto in fatti equivale a una restrizione della vita sociale seriamente limitata allo strettissimo necessario.