Tutto il mondo ha pianto la morte di Kobe Bryant, il celebre cestista statunitense, e di sua figlia Gianna appena 13enne.
Cosa ci faceva su quell’elicottero? Perché il velivolo si è schiantato? L’elicottero era sicuro? Quante vittime conta questa tragedia? Sono queste alcune delle domande che accompagnano la morte di un papà e della sua bambina e di altre sette persone.
In un territorio come il nostro, diverso dall’America per estensione (quindi per distanze) e per geografia dei luoghi, può sembrare impossibile e anomalo viaggiare in elicottero per affrontare spostamenti comuni. Negli USA non è così, politici, imprenditori e vip si spostano facilmente in elicottero per evitare il traffico e diminuire i tempi di percorrenza, a quanto pare il traffico è la ragione per cui lo stesso Kobe Bryant era solito volare in elicottero.
Cosa ci facevano Kobe Bryant e sua figlia su quel velivolo?
L’elicottero era diretto verso Thousands Oaks, dove stava per avere luogo la Mamba Cup, un torneo di pallacanestro con squadre maschili e femminili.
L’elicottero era assolutamente sicuro, nessun guasto tecnico ha impedito la buona riuscita del volo. La morte di Kobe Bryant, di sua figlia e delle altre vittime è dipesa probabilmente dalla scarsa visibilità in volo, cioè dalla nebbia.
“Stai volando troppo basso”, questo il monito che la torre di controllo avrebbe trasmesso via radio al pilota avvertendolo del pericolo legato alla sua guida.
Le indagini dell’autorità americana per l’aviazione della Sicurezza dei trasporti aerei e dell’Fbi, pur essendo ancora in corso , sembrano orientate proprio in tal senso: la visibilità era fortemente compromessa a causa della nebbia.
La nebbia stava determinando disagi anche all’aeroporto internazionale di Los Angeles dove diversi voli facevano registrare ritardi. Mentre la polizia aveva fermato i mezzi di supporto aereo che non erano decollati.
L’elicottero di Kobe Bryant aveva riscontrato i primi problemi meteorologici già nell’area sopra lo zoo di Los Angeles.
La ricostruzione dell’incidente ha ripercorso l’intero volo: il pilota aveva sorvolato la zona dello zoo almeno 6 volte rimanendo a un’altitudine molto bassa – circa 268 metri. E’ probabile che la sua fosse una manovra di attesa nella speranza che la nebbia si diradasse, cosa mai avvenuta.
Il pilota dell’elicottero di Kobe Bryant è entrato in contattato radio con la torre di controllo dell’aeroporto di Burbank intorno alle 9.30 (ora locale, le 18.30 in Italia).
A quanto pare il velivolo ha cercato una strada nella nebbia, prima ha seguito l’autostrada e poi si è fatalmente diretto a Sud, lì è stato fermato dalle montagne.
Kobe Bryant, perché il velivolo si è schiantato?
Malgrado i ripetuti avvertimenti, volare troppo basso a causa della nebbia avrebbe causato il fatale incidente. L’elicottero di Kobe Bryant si è schiantato contro una collina a 518 metri d’altezza, nella località di Calabasas, stava volando a una velocità di circa 298 km/h. Sono stati alcuni escursionisti in mountain bike a dare l’allarme, hanno visto tutto. Il fumo generato dall’incendio si è amalgamato alla nebbia rendendo le operazioni di soccorso ancora più complicate.
Quante vittime conta questa tragedia?
Kobe Bryant usava il medesimo elicottero da quando ancora giocava con i Lakers, il velivolo era sicuro e in perfette condizioni tecniche. La stampa americana racconta che il noto cestista si era convertito ai viaggi via aria dopo aver perduto la recita scolastica di una delle figlie a causa del traffico.
“Kobe Bryant e sua moglie avevano un patto: non salire mai insieme su un elicottero.”
Questa la rivelazione di un amico di famiglia, la riporta il People. E’ evidente che quest’indiscrezione rende l’incidente, se possibile, ancora più impressionante: marito e moglie erano stati così lucidi e prudenti da operare un’esatta previsione dei rischi.
Vanessa, questo il nome della moglie di Kobe Bryant, aveva conosciuto il campione nel 1999 e si erano sposati nel 2001. La loro famiglia si era arricchita della gioia di quattro figlie: Natalia Diamante (nata nel 2003), Gianna Maria-Onore, soprannominata Gigi (nata nel 2006, oggi l’angelo accanto al suo papà, deceduta con lui nell’incidente), Bianka Bella (nata nel 2016) e Capri Kobe (nata nel 2019).
Quante vittime conta questa tragedia?
Oltre a Kobe Bryant e a sua figlia sono morti il pilota Ara Zobayan; l’allenatore di baseball dell’Orange Coast College, John Altobelli, assieme a sua moglie Keri e sua figlia Alyssa di 13 anni; Christana Mauser, allenatrice alla Harbor Day School a Corona del Mar; Sarah e Payton Chester, mamma e figlia residenti a Orange County.