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Analfabetismo motorio bambini: cos’è e perchè è pericoloso

di Federica Federico

14 Gennaio 2020

Le competenze di un bambino passano attraverso l’educazione: educhiamo il bambino a leggere, scrivere e far di conto e lui lo apprende. Troppo spesso però crediamo che le competenze linguistico cognitive siano le sole necessarie a “sopravvivere” in questa società (che di per sè è sempre più votata alla produzione), ma non è così! Esistono una lunga serie di altre competenze, morali, sociali e non ultime motorie, che servono a dare qualità alla vita del bambino.

 

I dati ISTAT dimostrano che i bimbi moderni (mediamente) hanno un così ridotto e scarno bagaglio di competenze motorie da far emergere un vero e proprio problema di sviluppo fisico-relazionale che viene definito come analfabetismo motorio.

 

Analfabetismo motorio

Analfabetismo motorio – Fonte immagine: 123RF.com con licenza d’uso

Analfabetismo motorio cos’è e come si “cura”.

 

L’ analfabetismo motorio consiste in una ridotta competenza motoria del bambino, laddove la competenza motoria si valuta in relazione alle potenzialità medie rispetto all’età anagrafica ed è traducibile nella capacità di fare capriole, stare in equilibrio, essere coordinati, correre, saltare o giocare con attrezzi finalizzati, come un pallone.

 

In questo senso, l’analfabetismo motorio interessa il bambino che resta indietro rispetto alla sua età anagrafica, la competenza motoria e il dinamismo delle giovani generazioni spesso vengono “rallentati” da abitudini di vita sedentaria e da un’esistenza casalinga poco libera e poco esplorativa.

 

Avere competenze motorie non è solo un istinto; l’equilibrio, il coordinamento fisico, la disciplina del corpo che si cimenta nello spazio sono tutte attitudini che si allenano, cioè che si perfezionano attraverso la pratica.

 

Analfabetismo motorio

Analfabetismo motorio e pratica del corpo.

 

Troppi bambini non giocano più all’aperto, non fanno più partite di pallone in cortile, non corrono, non saltano, non vanno in bicicletta, non si cimentano nelle capriole, eccetera (l’elenco di ciò che i bambini di oggi non fanno per sperimentare la loro motricità potrebbe essere veramente e tristemente lunghissimo).

 

A determinare questa condizione è la vita sedentaria, e con essa il crescente allarme di analfabetismo motorio, vi sono molti fattori:

i tanti compiti a casa che interferiscono con la possibilità di alcuni bimbi di praticare sport; le diminuite possibilità economiche delle famiglie che dovendo effettuare dei tagli al bilancio e non di rado tagliano sullo sport; la vita cittadina e un’urbanistica che non favorisce la socializzazione dei ragazzi in piazze, vie e cortili; una società sempre più individualista.

 

Analfabetismo motorio i numeri del problema.

 

Si stima che la popolazione italiana in un’età compresa tra i 3 e i 24 anni dedichi alla pratica sportiva solo il 5,7% dello suo tempo libero, pari a una media di appena 2 ore e 13 minuti la settimana, questo fa del nostro un Paese estremamente sedentario.

 

Nel 2017 solo il 18,8% dei bambini tra i 6 e i 10 anni ha praticato uno sport;

nello stesso anno il 48,8% dei bambini tra i 3 e i 5 anni è stato inattivo dal punto di vista della pratica fisica, ovvero non ha praticato alcuna disciplina sportiva.

 

Ciò attesta una sottostima della valenza dell’attività fisica, invece importantissima per affinare il coordinamento fisico spaziale, il senso dell’equilibrio, la concentrazione, la conoscenza del corpo e persino la socialità.

 

Analfabetismo motorio: i bambini non sanno fare le capriole e le mamme e i papà hanno paura che si sbuccino e ginocchia.

 

Ci sono bimbi che non sanno fare le capriole, altri che non riescono a saltare e moltissimi non sanno allacciarsi le scarpe, questi limiti danneggiano le competenze del bambino che perde in concentrazione, capacità di gestione del corpo, coordinazione e anche in libertà.

 

IMPARARE ad allacciare le scarpe col METODO MONTESSORI

 

Il bimbo che non sa allacciarsi le scarpe è schiavo delle scarpe con lo strappo; il bambino scoordinato rischia di aggravare il suo disagio con la crescita; quello figlio di genitori facili allo spavento non saprà mai che ci si rialza dopo essere caduti dalla bici e si riprende a pedalare.

 

L’uomo moderno deve recuperare l’importanza delle competenze corporali e i bambini moderni vanno lasciati liberi di esercitare più profonde e serie esplorazioni dello spazio che li circonda, ciò senza ansie nè freni genitoriali. L’inesorabile crescita della tecnologia, il grande spazio della sedentarietà, l’individualismo e le città sempre meno a misura di bambino non devono fermare l’evoluzione motoria dei nostri figli che resta una responsabilità importante dei genitori e della società.



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