Il terremoto in Albania ha lasciato una scia di dolore, morte e distruzione: 50 le vittime accertate, di cui 6 sono bambini, 2mila i feriti e migliaia gli edifici distrutti o segnati da gravissimi danni strutturali. Su tutto questo non può calare il silenzio, non mentre le bare bianche sono ancora calde, non mentre le lacrime scorrono senza cnforto, non mentre il dolere è ancora tangibile nelle macerie e nella polvere dove non si può più sperare di trovare superstiti.
Diena e Esiela sono una madre e una figlia emblema del dolore dell’Albania all’indomani del terremoto.
Il terremoto in Albania ha scosso l’opinione pubblica, ed ora lo scopo è non distogliere l’attenzione nè dimenticare troppo presto.
La storia di Diena e Esiela vi toccherà il cuore, diffondetela per ricordare a tutti che non si può accettare che l’attenzione internazionali cali: l’Albania ha bisogno d’aiuto, ora!
La vitadamamma di Diena Karanxhaj-Meçaj è finita nella notte del terremoto albanese, le macerie della sua casa, un edificio di sei piani a Durazzo, l’hanno inghiottita insieme a sua figlia, a sua madre e a suo padre, l’unico sopravvissuto al crollo.
Diena era una mamma e un papà insieme, era una madre guerriera e una donna votata all’amore dopo una vita già sofferta, Diena e Esiela, infatti, avevano perso l’uomo della lori vita (marito di Diena e papà della piccola) già cinque anni fa: si chiamava Dorian ed era un artista di fama in Albania, è morto a 37 anni a causa di un infarto del miocardio.
Il terremoto in Albania si è abbattuto su molti; questa era una famiglia già provata da un grande dolore, adesso è una famiglia del cielo e degli angeli.
Stringendosi intorno all’amore per la sua bambina, Diena era andata avanti ricordando Dorian grazie alle sue opere per le quali aveva fortemente voluto un allestimento postumo, un tributo alla sua arte e al suo cuore di papà.
Dorian Karandzaj si era laureato all’Accademia di Belle Arti di Roma per poi tornare in patria, dove, fino alla sua morte, è stato considerato uno dei pittori albanesi più promettenti di sempre. Commuovono le foto di Diena accanto alla piccola Esiela mentre la bimba si aggira tra i quadri del papà, proprio in quell’allestimento che la mamma fortemente volle.
Dalle immagini si percepisce un contatto tra questa creatura e suo padre; è triste pensare che ora non hanno più bisogno di parlassi attraverso la pittura perchè sono insieme nell’abbraccio del cielo, sono angeli. Ma, sia chiaro, nessuna immagine poetica può lenire il dolore di una simile perdita.
Persino la morte è stata amara per Diena: la donna ha visto sua figlia spirare sotto le macerie, proprio mentre le era accanto, ed è morta a sua volta poco dopo essere stata estratta dai detriti della sua casa.
Anche la mamma di Diane è stata vittima del medesimo crollo, lasciando suo marito unico superstite di quella notte di orrore.
Stando a fonti stampa abanesi, Esiela giace nella sua bara con un vestitino candido da damigella, questa immagine pura deve urlare nel nostro cuore e nella nostra memoria, deve urlare dinnanzi ai potenti del mondo perché non lascino questa terra a se stessa, perché aiutino chi è sopravvissuto a risorgere, pur non potendo mai cancellare tutto questo dolore.