Ashley Auzenne era una mamma normale, 39 anni, tre figli, un marito, una bella casa; tutto sembrava procedere dentro quella che ordinariamente è chiamata “routine familiare”, poi qualcosa si è rotto e la sofferenza è stata così profonda da divenire insopportabile e travolgente:
il 29 ottobre questa mamma normale, che negli ultimi giorni stava tappezzando Facebook di foto felici con i suoi figli, ha impugnato una pistola e ucciso Parish, 11anni, Eleanor, 9anni, e Lincoln, 7 anni. Dopo la strage familiare ha rivolto l’arma anche contro se stessa togliendosi la vita.
Tutto è avvenuto a meno di una settimana dall’ufficializzazione del suo divorzio.
Quella di Ashley Auzenne era una comune casa del Texas, adesso, dopo essere stata la scena di una strage, è divenuto un luogo senza tempo simbolo del tormento di una donna e della sua infelicità passata inosservata. Allo stesso modo le foto di questi tre angeli simboleggiano una normalità perduta.
Nè il marito né i parenti avrebbero mai potuto immaginare tutto questo, a loro, ora, resta il troppo dolore come un fardello insopportabile.
La polizia non ha dubbi sulla dinamica della tragedia: la mamma ha sparato ai suoi tre figli prima di porre fine alla propria vita, un omicidio suicidio che l’opinione pubblica non riesce a giustificare.
Il nonno paterno dei bambini ha concesso una dichiarazione pubblica in cui ha ricordato i nipoti come “Quei bambini che tutti vorrebbero crescere nelle proprie case“, l’emozione, persino quella del lettore più lontano, è innegabile soprattutto in quei passaggi sgomenti in cui la famiglia ammette di non aver nemmeno mai immaginato che Ashley potesse vivere un disagio tanto profondo.
Alcune fonti stampa non nascondono che Ashley Auzenne avesse motivi di sofferenza nella sua vita.
A quanto pare, a corredo di alcune immagini dolorose pubblicate in passato sui social, Ashley avrebbe scritto: “Non smetterò di combattere per la mia vita” facendo riferimento a depressione, ansia, artrite, lupus e apnea notturna. Heavy.com mostra anche una foto di Parish, la figlia maggiore di Ashley, quando da piccolissima subì un intervento chirurgico.
Tutto questo dimostra che una mamma, che pure in passato aveva saputo combattere, ha ceduto, lo ha fatto sotto il peso di quello che può essere un evento drammatico: la fine di un matrimonio.
Sebbene non ci sia giustificazione per l’omicidio di tre ragazzi, sebbene nessuno possa in alcun modo giustificare l’ira con cui la mamma ha tolto a tre ragazzi il loro futuro, a noi, poveri osservatori di una tragedia, resta in eredità una responsabilità pesante: quando anche solo si intuisce un problema emotivo di una mamma è d’obbligo aiutarla. Un divorzio può essere un lutto profondo, il fatto che i matrimoni finiscano spesso non normalizza le separazioni che restano ferite nel tessuto delle famiglie.