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Perchè le persone non portano rispetto verso le signore delle pulizie

di Federica Federico

05 Novembre 2019

Vi siete mai chiesti perchè le persone non portano rispetto verso le signore delle pulizie?

Perchè si passa sulle scale bagnate senza chiedere scusa, perchè quando si computano le ore di lavoro raramente si arrotonda la paga, perchè il verbo dovere è sempre coniugato all’imperativo, perchè con facilità si dà del tu ai collaboratori domestici – come se la confidenza dipendesse dallo status – e perchè sovente si pretende il servizio senza considerarlo una prestazione lavorativa a tutti gli effetti, anche solo in termini di dignità?

 

Fuori dal riconoscimento nell’altro di posizioni di superiorità morale o sociale (per cui, per esempio, si rispetta il maestro o il genitore), il rispetto resta il generico riconoscimento di una dignità umana che non dovrebbe essere negata a nessuno. In questo senso il rispetto è di per sé capace di escludere comportamenti di disgusto, offesa o discriminazione di qualsiasi tipo o sorta. Questa regola generale viene “rigettata” (o peggio completamente negata) dinanzi a un’umile e comune figura: la colf.

Non è raro, infatti, che i datori di lavoro e le persone in generale non portino rispetto verso le signore delle pulizie.

 

portare rispetto verso le signore delle pulizie

Portare rispetto verso le signore delle pulizie.
Fonte immagine 123RF.com

 

Portare rispetto verso le signore delle pulizie, perché si deve e perché non si fa?

 

A queste donne viene affidato l’umile lavoro di pulire le case, gli uffici, le palestre, eccetera. In un’estrema sintesi, possiamo dire che le collaboratrici domestiche ci liberano dal pattume che noi produciamo.

 

Esistono, rispetto al discorso pulizie domestiche, due diverse categorie di persone:

da un lato ci sono quelli che conoscono quanto sia faticoso e difficile fare le pulizie; dall’altro c’è chi non le ha mai fatte avendo goduto sempre di un considerevole aiuto domestico.

L’appartenenza all’una o all’altra categoria segna già una differenza tra le persone in termini di approccio al lavoratore domestico, chi conosce la fatica, infatti, dà un valore e un peso specifico maggiore a chi esegue i lavori di pulizia.

 

Rispetto alla modestia dell’occupazione delle colf esiste, poi, un duplice approccio significativo:

c’è chi accosta questo lavoro all’ignoranza e alla mancanza di istruzione e, senza considerare le molteplici variabili che nella vita determinano i destini umani, inserisce la signora delle pulizie in una categoria sociale bassa, persino misera; c’è, all’opposto, chi considera il valore nobilitante del lavoro e lo valuta con l’assolutezza dell’umanità. La seconda categoria di persone è meno comune della prima.

 

Spesso nella mente umana scatta una trappola (un meccanismo perverso e pericoloso intriso di pregiudizio) che induce allo sfruttamento dell’altro:

io pago e tu accetti – eventualmente accetti perchè hai bisogno di danaro -, ma , siccome ti pago, io datore di lavoro posseggo il tuo tempo e la tua persona perché letteralmente “ti tengo al mio servizio”.

 

Del resto l’esame del concetto di stare al servizio ci conduce sino ai vecchi camerieri poveri del 700\800 ed è risaputo che la loro condizione rappresentava il retaggio dello schiavismo, dell’iniqua distribuzione della cultura e, quindi, del disomogeneo possesso della ricchezza. Eppure nel nuovo millennio persiste la mancanza di rispetto verso le signore delle pulizie.

 

Soprattutto in certe zone d’Italia, le collaboratrici domestiche restano una categoria sfruttata e mal pagata, spesso lavorano in nero nella “privacy oscurantista delle case” (il domicilio privato e invalicabile, quindi, diventa il luogo dell’illegalità a 6, 8 o massimo 10euro l’ora); il rispetto verso le signore dei servizi non è scontato già solo per questo, ovvero per lo scarso salario e per la facile evasione da condizioni di legalità del loro lavoro.

 

Alla fine 2017 si stimava che i lavoratori domestici regolarmente assunti dalle famiglie italiane fossero circa 865 mila, il 54,4% dei quali colf, prevalentemente donne.

 

Quasi mai si dà del Lei alla signora dei servizi; quasi mai si chiede per favore; quasi mai si tiene conto del suo sudore espressione di una fatica fisica; quasi mai le si dà un premio produzione, anzi la velocità è per la colf pagata ad ore persino uno svantaggio.

 

Persino la storia racconta della mancanza di rispetto verso le signore delle pulizie e il personale domestico.

 

Il film dedicato alla celebre principessa Sissi racconta, in una scena memorabile, di quando a Milano, dove l’aristocrazia locale avversava la coppia reale e ciò che rappresentava, alla Scala fu mandata la servitù in luogo dei nobili signori. In quell’occasione i “servi” erano il simbolo del disprezzo.

 

 

 

Portare rispetto verso le signore delle pulizie,

Portare rispetto verso le signore delle pulizie, perchè tutti dovrebbero essere gentili e rispettosi?
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

Perché portare rispetto verso le signore delle pulizie dovrebbe accomunare tutti?

 

La mancanza di rispetto dovrebbe farci riflettere sulla nostra vera natura (spesso cattiva, avida, inospitale).

Ricordate a voi stessi come la Bestia della celebre fiaba Disney si trasformò nel mostro che nessuno voleva più amare, abbiate memoria di come rischiò di appassire il maledetto pegno della rosa che la vecchietta, maltrattata e respinta, gli lasciò in “dono”.

 

Educate i bambini al rispetto di chi lavora nelle vostre case, negli uffici pubblici, negli alberghi e nei ristoranti dove andate a divertirvi. L’educazione al rispetto è quanto di più importante e significativo possiate lasciare in eredità ai vostri figli perché segna uno dei confini tra barbarie e civiltà.

 

Molto spesso si crede che solo pubblicamente è necessario dare dimostrazioni di educazione, l’educazione è un valore personale che si nutre nel privato e in quei luoghi della propria casa dove crescono i figli. Senza trascurare il fatto che i bambini hanno profondamente bisogno dell’esempio. Viviamo in un’epoca di crisi (crisi economica e valoriale) e senza il buon esempio è sempre più alto il pericolo che questa società collassi su se stessa, fagocitata dalla bramosia.

Il rispetto è una scialuppa di salvataggio che può educare i figlia scoprire nella diversità le virtù del mondo.

 

La prossima volta che sarete sul punto di impartire ordini a qualcuno, di sgridare la signora delle pulizie perché è troppo lenta oppure vorrete scalarle l’ora di ritardo o invitarla a pulire con maggiore energia, fate, prima di proferire parola, una riflessione sul diritto al rispetto.

 

Se tutto quanto detto contribuirà a rendere più umano anche un solo rapporto datore di lavoro-signora dei servizi, be’ allora potrò ritenermi soddisfatta nel mio obiettivo perché il mondo, ricordatelo, si cambia in meglio ma sempre a piccoli passi, dall’interno dei sistemi e delle consuetudini e con pazienza.



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