Dopo mesi di dolore e sofferenza arriva un’immagine della felicità: si tratta di una foto del figlio di Elena Santarelli.
Dopo la malattia, Giacomo e la mamma si sono presi un momento “Io e Te” e questa foto sintetizza in un bacio, capace di racchiudere tutto, gli inequivocabili i dettagli della ripresa di cui Elena stessa aveva già parlato: Jack recupera chili, sta bene e questa è felicità, una mamma lo percepisce.
Sei stato forte Giacomo, guerriero come la tua mamma che, pur nel totale rispetto tuo e della tua malattia, ha fatto di voi uno straordinario esempio di vita e tenacia.
E’ questo quello che vorrei dire a mamma Elena se potessi lasciarle un messaggio, intanto, attraverso Instagram, la guardo finalmente libera dal peso di un dolore inimmaginabile.
“La nostra vacanza, io e te“, scrive Elena Santarelli.
Emoziona la foto del figlio di Elena Santarelli mentre, chino sulla sua mamma, la bacia.
Elena ha appena presentato il suo libro: “Una mamma lo sa“, sintesi di mesi di speranze.
L’intero ricavato del libro sarà devoluto al Progetto Heal, a cui Elena Santarelli ha legato il suo nome, la Onlus sostiene chi lavora nell’ambito della ricerca e della cura della neuro-oncologia pediatrica e le famiglie dei piccoli pazienti dei reparti oncologici.
Il libro è disponibile anche su Amazon.
Siamo abituati a guardare con fatica alla realtà dell’oncologia pediatrica; in parte e inconsciamente, essa è uno di quegli argomenti che qualunque genitore rifiuta, eppure il progresso della medicina merita di divenire un obiettivo comune perché non c’è bambino che non meriti il futuro.
Colpisce la dichiarazione di mamma Elena rispetto all’intenzione già realizzata di tradurre in libro tutta la sua storia:
Ci sono due motivi per cui ho deciso di scrivere questo libro: uno è perché in questo modo, con il ricavato posso aiutare la ricerca, l’associazione. Poi avevo bisogno di fare capire alle persone che cosa ho provato, anche per far capire cosa davvero ho vissuto, soprattutto contro quegli haters che mi hanno giudicato così facilmente, perché andavo a lavoro, facevo le foto da modella tutti hanno detto qualcosa. Quella è la second life, quella raccontata nel libro è la vita vera.