Cosa succede nel cuore di un’ infermiera quando assiste alla nascita di un bambino morto? La foto a corredo di quest’articolo fornisce un’indiretta risposta alla nostra domanda e ci dà la misura di un umano dolore che spesso trascuriamo.
Ecco cosa succede a un’ infermiera quando assiste alla nascita di un bambino morto, al dolore, alla fine e all’umano patire: anche lei, nel suo profondo è devastata ma va avanti e aiuta il prossimo.
L’immagine di copertina di questo scritto ha certamente catturato la vostra attenzione! Caty, la donna che ne è protagonista, di professione fa l’infermiera e nella foto, scattata dalla sorella, è stremata dopo quattro turni di lavoro (complessivamente 53 ore) svolti in 4 giorni.
Alle 53 ore in camice e in corsia vanno aggiunte le ore di viaggio: circa un’ora e mezzo per ogni viaggio di andata e per ogni viaggio di ritorno, complessivamente tre ore ogni giorno.
La foto risale allo scorso luglio (anche se è stata pubblicata solo pochi giorni fa) e immortala il crollo fisico di chi lavora col corpo, col cervello, con le mani e col cuore. Tangibilmente ritrae quel cedimento che arriva quando questo enorme complesso di sensi e funzioni fisiche viene messo in crisi dalla fatica estenuante e dal dolore emotivo.
Caty non avrebbe voluto che sua sorella pubblicasse questa foto e la didascalia scritta da Laura lo sottolinea:
“Mi sta per uccidere per questa foto, ma possiamo dare un po’ di aiuto alle infermiere per un minuto?“
Qualcosa si lacera ogni giorno in ogni infermiera quando assiste alla nascita di un bambino morto, quando vede la sofferenza, quando dichiara la morte, quanto affonda le mani e gli occhi in un dolore.
Quel quarto turno di Caty fu pesante, particolarmente pesante. Al rientro a casa preferì rifugiarsi da sua sorella, su quella poltrona, con acqua e cibo a disposizione dopo ore e ore di lavoro, semplicemente tornò umana.
Quel giorno aveva assistito una partoriente in lutto: stava mettendo al mondo un abbino morto e lei ha dovuto aiutarla a tirarlo fuori (il figlio, il dolore, lo sconcerto e la rabbia).
La sorella di Caty sviscera l’umana verità sulle infermiere:
“Di solito non ha la possibilità di pranzare o bere molta acqua […] Lei è così brava in quello che fa che spesso dimentica come prendersi cura di se stessa mentre si prende cura dei suoi pazienti.
[…] Avete mai pensato davvero a quello che vedono le infermiere durante il travaglio e il parto?
Vedono la grande gioia nei parti felici, quando va tutto bene e mamme e bambini sono sani.
Vedono il panico e l’ansia quando una nuova mamma ha paura.
Percepiscono lo sconcerto quando i medici decidono per un taglio cesareo d’emergenza.
Vedono la pace quando la mamma ha il sostegno della sua famiglia – perché non tutte le nuove mamme lo hanno.
[…] Vedono arrivare i servizi funebri. Lo sapete che devono prendere accordi con le pompe funebri per il bambino nato morto? Nemmeno io ne ero al corrente.“
Ogni infermiera è speciale, ognuna benedice i suoi pazienti e ciascuno di noi dovrebbe rendersene conto.