A chi non è mai capitato di scoprire che proprio quell’amica, tanto cara e affabile, ha parlato alle nostre spalle o ha agito con una inattesa cattiveria? Per parte mia ho dovuto fare i conti con questo disagio proprio qualche giorno fa.
Spigare a se stessi il rancore delle persone, l’ira repressa e la cattiveria (che poi si trasformano spesso in maldicenza) è sempre difficile. Le persone non hanno cura dell’altro e mancano di rispetto, eppure si dovrebbe imparare sin da piccoli che le bugie hanno le gambe corte! L’ amica invidiosa è, in sintesi, quella creatura che tanto abbiamo amato e che d’improvviso mostra il suo volto più doloroso. Ma l’invidia fa parte della natura umana: vedo, immagino, vorrei e allora agogno, cioè invidio.
Si diventa un’ amica invidiosa ogni qualvolta non si ha l’intelligenza di “auto-criticare” il proprio sentimento.
A mente lucida, diventa evidente che non tutto ciò che si osserva e si immagina corrisponde alla realtà: quante volte abbiamo pensato di scorgere la perfezione in questa o quell’amica e, accecate dall’invidia, ne abbiamo negato i sacrifici o la sofferenza? Domandiamocelo.
L’auto-critica ci salva dalle amiche maldicenti e persino dal diventare a nostra volta un’ amica invidiosa.
Ai figli va insegnato che la parola amicizia è sinonimo di lealtà e che la correttezza si riconosce anche quando si ammettono i pregi dell’altro:
se Tizio ha preso un buon voto a scuola è certo che ne abbia almeno qualche merito, conteranno tanti fattori, compresa l’astuzia e la fortuna, ma invidiarlo non ci rende migliori, ammirarlo, invece, può essere da sprono.
L’invidia è un sentimento logorante e l’ amica invidiosa è una persona tossica.
Difficile da estirpare, il cancro dell’invidia si cronicizza velocemente nelle persone ed è un atteggiamento ereditario:
un bambino educato al rispetto e all’ammirazione supererà l’umano limite dell’invidia e imparerà a resistere alla sua tentazione.
L’ amica invidiosa andrebbe ignorata, curarla non è così facile, sopportarla, invece, potrebbe diventare persino impossibile. Ignorare qui vale come noncuranza e non è spocchia o astio, si tratta, piuttosto, di prendere le distanze da ciò che può farci del male psicologico.
Il male mentale è una tattica di chi, privo di un suo personale equilibrio, sente il bisogno di screditare gli altri: l’ amica invidiosa agisce così, e questa è una forma di violenza latente.
Già il termine amica anticipa quanto stiamo per sottolineare:
l’astio di chi abbiamo considerato affettivamente vicino è più amaro della cattiveria di chi non è mai stato nostro “amico”. L’invidia dell’amica è capace di svelare la cattiveria umana, l’ipocrisia, la bramosia e la disonestà, il peggio, insomma, di cui la nostra razza è ben capace.
Ciò che dobbiamo applicare al vivere quotidiano, anche se ci fa profondamente male, è la distanza di sicurezza. E’ allontanandoci che dobbiamo dare concreta risposta alla domanda: “amica invidiosa, cosa fare?“
La vicinanza dell’ amica invidiosa, pronta a pugnalarci alle spalle, è assai più pericolosa dell’insidia ordita da un nemico; mentre la trappola è fuori dai confini della nostra casa, ovvero laddove siamo guardinghi, la falsità dell’invidioso amico si insana nella nostra vita lì dove gli scudi sono abbassati e le mani spoglie d’armi.
Anche se la separazione da un amico può causare tristezza o affanno, distinguere le persone tossiche (e tra esse c’è l’amica invidiosa) è essenziale per la tutela della nostra salute. Ad onor del vero, è la salute familiare a restare coinvolta in questo discorso:
non possiamo essere di buon esempio per i nostri figli nel momento i cui li educhiamo a chiamare amico chiunque e a trattare chiunque come tale.
Nessuno di noi ha bisogno o meritia qualunque amico, tutti, all’opposto, meritiamo di costruire un mondo in cui la sincerità e la lealtà paghino. Educare i figli all’amicizia sincera è, dunque, più che importante. Le donne cedono spesso all’invidia, si dice che sia un sentimento femminile, e pertanto, soprattutto le mamme delle figlie femmine dovrebbero sentire forte il dovere di impartire un’educazione alla lealtà.
Nell’articolo, non a caso, abbiamo parlato di amica invidiosa, e che l’invidia sia donna lo avrebbe appurato anche la scienza:
un team di ricercatori italiani dell’Università di Padova e di Parma ha studiato il rapporto tra l’invidia femminile e lo steroide andostradienone, sarebbe la presenza di questo steroide a scatenare l’invidia femminile. Peraltro siccome tale steroide si trova nel sudore, addirittura si potrebbe percepire l’invidia attraverso l’olfatto.
L’uomo, invece, è più portato a sfogare le sue frustrazioni attraverso la violenza, la fisicità o il ricorso a “gare di virilità”.
Ricorda: un’ amica invidiosa non può essere “cambiata” poiché l’invidia è un sentimento istintuale, e la spiegazione biochimica è perfettamente esaustiva in merito.
Amica invidiosa, l’arte dell’ignorare nella leggenda dello sputo sul volto di Buddha.
Chi invidia diventa aggressivo, come fu chi, secondo la leggenda sputò sul viso di Buddha, eppure chi è invidiato dovrebbe reagire come Buddha stesso fece. Qui di seguito il racconto:
Si narra che un uomo si avvicinò a Buddha e, senza proferire parola, gli sputò in sul volto. L’ira dei discepoli fu immediata, tra loro quello più vicino a Buddha gli chiese:
– Dammi il permesso di dare a quest’uomo ciò che merita!
Buddha si asciugò con calma e rispose:
– No, parlerò con lui.
E unendo i palmi delle mani in segno di riverenza, disse all’uomo:
– Grazie. Con il tuo gesto mi hai permesso di vedere che la rabbia mi ha abbandonato. Ti sono estremamente grato. Il tuo gesto ha anche dimostrato che i miei discepoli possono essere ancora assaliti dalla rabbia. Grazie! Ti siamo molto grati!