Correva l’anno 2000 quando Christopher Rees veniva condannato a 20 anni di carcere, l’uomo, noto alla stampa internazionale come il papà mostro che ha ucciso il figlio di otto mesi usandolo come un bastone contro la mamma, sta finendo di scontare una condanna per l’omicidio di Bradley, il tentato omicidio del fratellastro di suo figlio e la violenta aggressione all’ex compagna.
Oggi Christopher Rees ha 43 anni, mentre Samantha George, la donna che ha vissuto l’orrore dell’aggressione violenta e il dramma della morte del suo neonato, ne ha 42.
Samantha torna indietro nel tempo col racconto di quella notte: quando conobbe Christopher Rees erano entrambi molto giovani, se ne innamorò e visse con lui un mese felice, ma la spensieratezza finì presto perché gli atteggiamenti dell’uomo degenerarono velocemente in ira e violenza.
Christopher Rees prima di essere un papà mostro si dimostrò un compagno violento e iracondo
Quando Samantha scoprì di essere incinta, intimorita da quell’ex morboso, aggressivo e sconsiderato, chiese aiuto; trascorse l’intera gravidanza in una casa protetta dove fu accolta col figlio. Dopo la nascita di Bradley, Samantha decise di andare a vivere da sola, non poteva immaginare che il suo potesse arrivare sino al punto di uccidere.
In quella notte dell’orrore, Christopher Rees, ubriaco e fuori di sè, prese d’assalto la casa di Samantha, uccise il neonato, ferì gravemente il fratellastro e picchiò la donna con una inaudita violenza
Il papà mostro che ha ucciso il figlio di otto mesi usandolo come un bastone contro la mamma è ora destinato a essere rilasciato, la sua pena detentiva sta finendo e la sua condotta già gli permette di godere di spazi di libertà. A prescindere su quanto ciò possa essere giusto o ingiusto, il rilascio di Christopher Rees getta nello sconforto chi ne fu vittima.
Non dimenticherò mai, mai questa notte finché vivrò, lo vedi nei film dell’orrore, non penseresti mai che ti succederà mai, ma è così.
Queste le parole di Samantha mentre le porte del carcere stanno per aprirsi consentendo a Rees di tornare in libertà.
Bradley era a letto con sua madre quando Christopher Rees bussò alla porta chiedendo d’entrare; dinnanzi al rifiuto deciso di Samantha, l’uomo sfondò letteralmente la porta finestra e facendosi strada tra i vetri entrò in casa.
Quando arrivò la polizia, Rees stava ancora aggredendo Samantha, aveva già ridotto Bradley in fin di vita e ferito il fratellastro alla testa colpendolo con un ferro da stiro.
Il limite legale di presenza di alcol nel sangue del papà killer era tre volte più alto della soglia massima ammessa.
Samantha e i bambini furono portati in ospedale, Bradley fu dichiarato morto circa tre ore dopo il ricovero. Il decesso del bambino fu attribuito ai numerosi colpi al cranio subiti a seguito dell’impatto contro le pareti dell’abitazione.
Il primo figlio di Samantha ha oggi 25 anni, dopo l’attacco di Rees dovette subire un intervento chirurgico e la ferita riportata alla testa rischiò di ucciderlo.
Christopher Rees non è stato condannato all’ergastolo, malgrado all’omicidio si accompagnasse un tentato omicidio e una violenta aggressione.
La condanna, che nel 2000 fu a 20 anni di reclusione, è stata ridotta a 18 anni nel 2008 e, secondo l’intento del recupero sociale del detenuto, Christopher Rees ha già diritto a fare piccoli passi fuori dal carcere per riabilitarsi alla vita, così dal 15 al 17 luglio era già in libertà con l’obbligo di non avvicinarsi a Samantha e alla sua famiglia. Ma presto quest’uomo sarà libero, è lecito dire che sarà un ex assassino che ha pagato il suo debito con la giustizia.
Tuttavia Samantha e sua madre Marilyn George, 59 anni, denunciano di essere vittime di un vero incubo, ora stanno vivendo nella paura che Rees possa tornare a perseguitarle.