Rhuan aveva 9 anni, è morto per mano di sua madre e dell’amante di lei; all’atto del rinvenimento, poco dopo la morte, avvenuta lo scorso gennaio, il bambino non era più un bimbo, nemmeno era un corpo: era stato ucciso, bruciato nel tentativo di occultamento dei suo resti e infine fatto a pezzi.
Nessuno ha impedito tanta efferatezza, eppure la sorellastra e il bimbo non andavano a scuola da almeno due anni, avevano vissuto in una condizione di quasi totale segregazione e sopratutto Rhuan era stato vittima persino di sevizie fisiche, barbarie vicine alla tortura e affini al satanismo. In particolare lo sfondo satanico è stato evocato dalle autorità come possibile scenario, hanno investigato, ma le circostanze non sono state sufficientemente supportato da prove concrete.
Rosana Auri da Silva Candido, 27 anni, madre della vittima, e Kacyla Priscyla Santiago Damasceno, 28 anni, amante della prima e madre della sorellastra di Rhuan: questi i nomi delle assassine.
Oggi si torna a parlare della vicenda, cruenta e dolorosa, perché in aula si discute l’efferatezza dell’omicidio, la cui eco è arrivata anche in Italia (anche se la datazione dei fatti non è sempre corretta). Per la precisione Rhuan è stato ucciso a gennaio e ora è in corso la fase processuale.
Bambino di 9 anni ucciso e fatto a pezzi, un figlio martoriato perché di impedimento alla vita amorosa della mamma.
Rosana e Kacyla provengono da un paesino del Brasile dal quale sono scappate insieme, con riferimento al passato della mamma di Rhuan la stampa parla di violenze familiari.
Tuttavia il loro amore non è stato un beneficio per i rispettivi figli, tuttaltro: Rhuan veniva vestito da bambina, costretto ad indossare abiti della sorellastra e le due donne hanno cercato su internet sistemi per eliminare il membro del bambino, ci hanno persino provato provocandogli lesioni e ferite, probabilmente mettendo già a rischio la sua vita.
I motivi dell’omicidio efferato di Rhuan sono ancora poco chiari, si sa per certo che a differenza della sorella il piccolo non riceveva danaro dal padre; secondo una fonte locale, per questo motivo, il bimbo avrebbe potuto rappresentare, agli occhi delle due sciagurate, persino un peso economico.
Rhuan e la sorella non frequentavano la scuola eppure la loro presenza nel contesto sociale era ben evidente: alla ragazza era consentito di lasciare la casa delle due donne per andare in chiesa. Inoltre, per quanto possa sembrare paradossale visto il delitto commesso e vista la vita in fuga dai rispettivi mariti, queste due mamma erano comunque conosciute in chiesa.
Questa situazione di soprusi, violenze, segregazione e dolore andava avanti, nell’indifferenza di tutti e a tutto danno dei bambini, da almeno due lunghi anni.
Bambino di 9 anni ucciso e fatto a pezzi, i fatti:
Rhuan Maycon da Silva Castro dormiva quando fu colpito da una pugnalata al petto. Il racconto del delitto è riportato dalla stampa brasiliana e narrato sulla base delle risultanze investigative.
A quanto risulta dalle indagini fu la madre del bambino a colpirlo più volte, così tante da sfigurarne il viso.
In un primo momento, mamma e matrigna cercarono di carbonizzare il corpo dando fuoco alle povere spoglie, sarebbero state fermate dall’odore che a un certo punto si fece così insopportabile da sembrare a loro stesse troppo sospetto. A quanto pare, l’intera dinamica dell’omicidio, compreso il tentativo di dare fuoco al cadavere, si consumarono tra l’interno e l’esterno della loro abitazione. Il che dà un senso all’allarme ipoteticamente provocato dall’odore forte.
Bambino di 9 anni ucciso e fatto a pezzi, le mamme assassine volevano bruciare il corpo sul barbecue, ma rinunciarono a causa del fumo.
Dopo aver desistito dall’arderlo, le due donne dovendo liberarsi dei resti di Rhuan decisero di farlo a pezzi per poi chiudere ciò che restava di lui in una valigia e due zaini.
Si deve proprio a questi zaini e a questa valigia la risoluzione del caso:
le due donne furono viste mentre li gettavano via e il loro atteggiamento apparve sospetto.
A notare il goffo tentativo di circospezione delle donne furono alcuni giovani che, poco lontano, giocavano a calcio. I ragazzi allettarono le autorità che, una volta sul posto dovettero accertare l’incredibile: un piccolo corpo sezionato era stato disfatto e collocato in tre bare improprie, lo scopo ultimo era dimenticare un bambino che aveva abitato il mondo con la speranza di avere una mamma da amare e su cui contare.
Secondo quanto emerge dall’attività investigativa, il crimine è stato pianificato: risulta con sicurezza che il giorno precedente al delitto le donne abbiano comprato il coltello usato per uccidere Rhuan e la carbonella per accendere il barbecue in cui intendevano carbonizzarlo.