Quello che una donna impara non appena diventa mamma non è cambiare i pannolini o assaggiare la temperatura dell’acqua del bagnato immergendovi un gomito. Il ruolo della mamma oggi va molto al di là della cura. Ciò che si impara è, piuttosto, il coraggio, lo stesso di un soldato, lo stesso di una spia, lo stesso di un parroco che deve assolvere e guidare le persone che danno vita alla sua chiesa, alla sua comunità, lo stesso di un chirurgo quando ha nelle mani la vita del paziente. Se tutto questo vi sembra troppo non avete idea di quanto può valere una singola decisione di una mamma e di quanto peso possa esercitare sulla vita di una famiglia.
Il coraggio (oltre ogni paura) è la costante che sottolinea e caratterizza il ruolo della madre moderna.
La nostra è una società produttiva, il concetto di produzione a cui siamo chiamati a soccombere è insidioso: ciascuno di noi deve produrre qualcosa di materialmente tangibile (soldi, beni, apparenza, avere) e così restiamo schiacciati da esigenze che sono non nostre, ma frutto di contaminazioni culturali collettive.
Il ruolo della mamma oggi si misura con la perfezione dei figli, laddove, invece, dovrebbe misurarsi con la gioia della famiglia e la sua riuscita in termini di felicità e serenità
Il primo atto di coraggio delle mamme è non badare alle apparenze imposte dalla società e produrre valori e sentimenti, la riuscita non è assicurata e il percorso non è in discesa.
La materialità che ci attanaglia nella società moderna ci allontana dalla nostra stessa umanità e le donne non riescono nemmeno a godersi la felicità di “possedere un figlio come bene ideale da amare e curare”: le neo mamme sono chiamate a tornare prontamente al lavoro, le giovani madri sono costrette a tenere il passo con i colleghi uomini e i ritmi di produzione a cui sono sottoposte non sono flessibili con orari spesso incompatibili con la famiglia e i figli.
Così le aspettative sul ruolo della mamma moderna uccidono per asfissia almeno tre bisogni emotivi di noi donne e mamme:
cadere, sfogare, sognare, sono questi i tre bisogni delle mamme di oggi che vengono, però, mortificati, se non assassinati, dalla modernità.
A questi tre bisogni corrispondono altrettante condizioni che spesso vengono sottovalutate (sopratutto vengono trascurate rispetto al rinnovato ruolo della mamma oggi):
1- Cadere \ piangere – una mamma è la sola creatura al mondo capace di piangere anche senza lacrime.
Come madri siamo in grado di portare in noi il dolore di tutta la famiglia, le ansie e le aspettative dei nostri cari, costruendo sui loro sentimenti il nostro stesso sentire: soffriamo con i figli, col compagno, con i nipoti, con le sorelle e i fratelli e lo facciamo accollandoci le sofferenze e le pene altrui perché conosciamo un’empatia che chi non è madre non ha mai assaporato.
2- Sfogare \ essere ascoltate – una mamma ha bisogno di ascolto, troppo spesso, invece, è Lei la sola ad ascoltare (cioè a dare ascolto). Ciò accade perché è con Lei si parla quando c’è un problema, quando qualcosa non va o quando, all’opposto, c’è una gioia o un risultato da condividerei, un’aspettativa o un’aspirazione da estendere agli altri.
Eppure raramente si chiede alla mamma: “Come stai? Cos’hai fatto oggi?“. Si trascura molto il bisogno di ascolto delle donne, mentre noi mamme abbiamo tanto da dire e da condividere, non siamo solo conteneti, abbiamo bisogno anche di essere contenute nell’amore di chi amiamo.
3– Sognare \ avere aspirazioni – La cultura di cui siamo intrisi ci insegna a vedere la mamma come colei che si sacrifica, anche la visione di Maria dinnanzi alla croce di Gesù è sacrificio e in un’estrema sintesi – che non è del tutto corretta – si è portati a pensare che essere madri equivale a sacrificarsi.
Ogni mamma porta dentro di sè qualche desiderio o qualche obiettivo a cui ha dovuto rinunciare, sappiatelo! Non per questo, però, la sua vita deve essere votata agli altri e mai orientata a se stessa.
La mamma è una persona e una donna che merita di trovare il suo spazio nella società. Diciamo anche che il ruolo della mamma oggi pretende sovente uno spazio produttivo (difficile portare avanti una famiglia monoreddito), al contrario, però, le prime esigenze che le persone dovrebbero soddisfare sono quelle del cuore.
Realizzarsi come donne (oltre che come mamme), senza per questo vivere sensi di colpa nei confronti della famiglia, non è cosa facile, ma è un diritto.
Alle mamme non andrebbe mai negato il diritto di essere donne felici. La felicità dovrebbe essere parte del ruolo delle mamme oggi perché la società è pronta a riconoscere la nostra straordinaria capacità di essere multitasking!