Genzano, parla la mamma della bambina di 22 mesi picchiata dal patrigno – Sara, insieme alle sue tre figlie, e Federico convivevano da due mesi.
La mamma della bambina di 22 mesi picchiata dal patrigno ha concesso una lunga intervista televisiva a Barbara D’Urso:
ai microfoni di “Pomeriggio Cinque”, mamma Sara libera un racconto carico di dolore, descrive una storia di vita gravata dalla solitudine e minata da molte speranze violate.
Oggi, però, questa giovane madre denuncia di essere stata oggetto di una mistificazione giornalistica: afferma con forza di non avere mai difeso né coperto il fidanzato, quello che i giornali hanno scritto di lei non corrisponderebbe a verità.
Eppure, dopo che i medici hanno appurato le condizioni della piccola, dopo che gli inquirenti hanno ascoltato la mamma, il fidanzato e i vicini, dopo quei momenti di terrore e sconcerto in cui una bimba esanime è finita a un passo dalla morte, un’indagine è in corso. Intanto le figlie di Sara sono state dedotte in una struttura protetta senza permettere alla madre di vederle, sentirle né sapere dove sono.
A Sara non è neanche concesso di stare accanto alla piccola picchiata dal patrigno, e nemmeno le è dato modo di avere informazioni dirette sulle condizioni della figlia ricoverata in ospedale. Lei stessa sostiene di trarre le notizie dagli amici e manifesta profonda disperazione per la distanza dalle sue bambine.
Parla la mamma della bambina di 22 mesi picchiata dal patrigno, ecco la sua versione dei fatti.
Le condizioni della piccola sono migliorate, i medici fanno sapere che la bimba si è svegliata dal coma ed è stata liberata dalla respirazione meccanica, ovvero ha ricominciato a respirare da sola. Tuttavia resta sotto strettissima osservazione rendendosi necessario un attento monitoraggio dell’ematoma cerebrale. Tra gli altri segni di percosse, è proprio l’ematoma cerebrale a destare più preoccupazione, l’auspicio è che si assorba senza compromettere le funzioni vitali della bambina.
La bimba, dedotta in ospedale vestita e completamente sporca di vomito, presentava ecchimosi diffuse: la mamma la descriverà “verde sul viso”, ma quando i medici hanno scoperto il suo corpicino dinnanzi ai loro occhi si sono palesati i segni di un pestaggio feroce.
Era la prima volta che questa bambina subiva violenze?
La mamma della bambina di 22 mesi picchiata dal patrigno parla di un uomo insospettabile che d’improvviso si sarebbe rivelato orco; secondo i medici che hanno in cura la piccola, però, non tutti i segni che marchiano il suo corpo sono recenti, potrebbe essere stata percossa già prima.
Barbara D’Urso, nel parlare con Sara, la mamma della bambina, indaga proprio su questo, ovvero cerca di capire se vi fossero stati segnali premonitori, indicatori di violenza o atteggiamenti sospetti. E nel farlo parte dal dato più doloroso, quello su cui, del resto, si interroga anche l’opinione pubblica:
quali sono i sentimenti di Sara verso Federico?
La mamma della bambina di 22 mesi picchiata dal patrigno non manifesta alcun dubbio in merito e afferma subito con forza che non ha nessun intenzione di coprire l’orco, non ha mai voluto farlo, vuole che paghi ed è mossa da un profondo odio verso quest’uomo.
Tuttavia la donna esclude apertamente che nella loro vita insieme, per quanto la relazione fosse giovane, vi siano mai stati indicatori di violenza.
“Volevo cambiare vita“, racconta Sara nel descrivere l’incontro con Federico e aggiunge: “Volevo fare una vita migliore“. Se non fosse per l’assurdo epilogo, il suo racconto potrebbe sembrare quello “normale” di una “normale” storia d’amore tra giovani.
In 2 mesi di convivenza Sara ha visto quest’uomo lavare le sue bambine, dare loro da mangiare, accoglierle in casa e accudirle, adesso teme che lui abbia sempre mentito e contemporaneamente è devastata dalla paura di non essere considerata una mamma idonea.
La mamma della bambina di 22 mesi picchiata dal patrigno racconta la sua routine:
Sara andava comunemente a trovare il papà, un giorno sì e uno no gli portava ciò di cui aveva bisogno e si recava a casa sua per prendersene cura, anche quella maledetta sera le cose sono andate così, come sempre accadeva.
La sera della tragedia Sara fa mangiare le bambine e le fa addormentare, esce di casa e va a Pavona, non era sola come hanno scritto i giornali, ma portava con sè la maggiore delle figlie.
Intorno alle 20.00 riceve la telefonata di Federico: “Devi tornare subito a casa perché la bambina ha perso i sensi“, stando al racconto di Sara, l’uomo era agitato e piangeva.
“Ho visto la bambina che si agitava nel lettino, l’ho presa in braccio e le ho dato un bicchiere d’acqua. Tempo che ha bevuto, ha rigettato la cena ed è svenuta“, così Sara riporta le ultime parole di Federico.
Sara chiede aiuto ad un’amica, ottiene un passaggio in auto e arriva sotto casa il prima possibile, trova Federico all’esterno dell’abitazione, con la bambina in braccio e in lacrime. La piccola era vestita ma completamente coperta di vomito, verde in volto e non respirava.
Quando alla mamma della piccola viene chiesto conto del colorito di sua figlia, la donna ammette: “La luce non era un granché” e poco dopo precisa che in quel momento la sua sola premura era raggiungere l’ospedale, l’unica reazione che la bambina manifestava erano piccoli scatti con le braccia quando veniva toccata.
Le altre due bambine non hanno visto nulla, lo assicura la mamma.
Al momento del pestaggio la figlia più grande era con Sara, cioè era andata dal nonno, mentre la gemellina dormiva, non si è svegliata per tutto il tempo della tragedia e sino all’arrivo degli inquirenti a casa di Federico.
“Lui piangeva e non diceva niente. La bambina era verde sulla fronte e sulle guancine“, queste le parole di Sara, la mamma della bambina di 22 mesi picchiata dal patrigno.
Sara sapeva che l’ospedale di Genzano era chiuso, tuttavia era il posto più vicino a cui ha potuto rivolgersi, ha bussato sperando nella presenza di un medico, la sicurezza, però, ha indirizzato la mamma all’ospedale nuovo. Sara si è sentita perduta, non conosceva la strada per raggiungere il nosocomio, era in preda alla paura e con la sua piccola esanime tra le braccia, ha chiamato l’ambulanza ma non è arrivata, questo, almeno, quanto ha detto lei stessa a “Pomeriggio Cinque”. E’ arrivata, invece la polizia che l’ha scorta a sirene spiegate all’ospedale nuovo.
Arrivata all’ospedale i sanitari si sono precipitati sulla bambina fornendole immediatamente ossigeno e cure, è stato subito codice rosso.
Non appena hanno spoglito la bimba, i medici hanno chiesto a Sara cosa fosse successo: la mamma ha racconto la versione di Federico. Sara ci tiene a precisare che non ha confermato la sua versione, come ha sostenuto la stampa, né tantomeno ha tentato di nascondere le responsabilità del fidanzato, questa mamma ha semplicemente riportato ciò che le è stato riferito nel momento in cui ha preso in carico la figlia.
Raggiunto dalla polizia e messo dinnanzi alle sue responsabilità, Federico dirà che la bambina piangeva e lui l’ha picchiata finche non ha smesso di piangere.
La mamma della bambina di 22 mesi picchiata dal patrigno smentisce ogni suo appoggio a Federico, il fidanzato orco:
“Io provo un odio profondo, qualcosa che è indescrivibile. Non doveva assolutamente toccarle né sfiorarle (dice Sara, riferendosi alle figlie, ndr.)”
Come si possono giustificare i lividi precedenti? Questa domanda vale nella misura in cui si ammetta che i sanitari non si sbaglino nel rintracciare sul corpo della piccola ematomi pregressi.
Sara, la mamma della bambina di 22 mesi picchiata dal patrigno, dice di lui: “Non è mai stato aggressivo né con loro né con me, era, agli occhi mie di prima, una persona che ci voleva bene.”
Allo steso tempo dichiara che non avrebbe mai lasciato le bambine nelle sue mani se avesse sospettato atti di violenza.
“Non le ha mai toccate e non ha mai strillato fino alla sera del mercoledì (la sera della tragedia)”.
Barbara D’Urso sostiene che i vicini avrebbero dichiarato di aver sentito le bambine piangere nelle sere precedenti, Sara smentisce liti in famiglia o che le bambine abbiano pianto e strillato o fatto rumore più di quanto non facciano i bimbi comunemente.