Lo scorso sabato 26 gennaio si è conclusa tragicamente l’intera operazione di salvataggio di Julen, il bimbo caduto nel pozzo a Totalàn,vicino Malaga. Dopo non molti giorni dall’ultimo addio a suo figlio, anche la mamma è stata costretta a rivivere quel dramma.
La mamma di Julen ha raccontato i momenti della tragedia, ha dovuto farlo deponendo dinnanzi alla Guardia Civile per la ricostruzione della morte del figlio.
Poco prima che cadesse nel pozzo, Julen era con sua mamma sino a quando il telefono della donna non è squillato; la mamma di Julen ha risposto ad una telefonata di lavoro, a chiamarla era il manager del McDonald’s del centro commerciale di “Rincon de la Victoria”, ovvero il luogo in cui Vicky lavora, durante la breve conversazione hanno parlato del giorno di ferie della donna; in in quei frangenti Julen non era solo, a vigilare sui bambini c’erano gli adulti della famiglia.
Lo stesso papà di Julen ha da subito dichiarato che il piccolo è caduto nel pozzo mentre era a una distanza di circa 12 metri da lui. Se si pensa a una gita in aperta campagna, questa distanza equivale alla giusta libertà che va data ai figli.
Poco dopo aver ricevuto quella telefonata, la mamma di Julen ha sentito le urla, il pianto del bambino e ha visto il marito chino in terra nel tentativo di liberare il pozzo da pietre e terriccio che continuavano a precipitare dietro il abbino appena caduto.
“Ho smesso di ascoltarlo piangere e ho iniziato a urlare disperata”, dice la mamma di Julen nella sua straziante dichiarazione.
Julen non era solo, non era senza vigilanza o controllo: “
Tutti (gli adulti, ndr) sono arrivati velocemente al pozzo non appena lo hanno sentito urlare“.
Le parole della mamma confermano che Julen ha urlato e pianto per un lasso di tempo brevissimo.
Per quanto triste possa essere la sua morte, questa ricostruzione dei momenti immediatamente successivi alla caduta lascia bene intendere che i risultati autoptici non si sbagliano: Julen è morto nella immediatezza della caduta (o meglio nello stesso giorno) e per effetto dei traumi riportati.
“Ho sentito piangere mio figlio e ho visto il mio compagno rimuovere pietre e sabbia dai bordi in modo che non cadessero dentro“, queste le parole di Vicky.
Straziata dal dolore, la mamma di Julen racconta il momento peggiore della caduta di suo figlio nel pozzo:
“Ho smesso di ascoltarlo piangere e ho iniziato a urlare, disperatamente“.
Il piccolo Julen è stata sepolto nello stesso cimitero dove riposa il fratello maggiore, le avversità vissute da Vicky (Victoria) e Josè, i genitori di Julen, sono state indicibili, ora hanno due angeli in cielo e un dolore enorme con cui convivere, anzi sopravvivere.
Tuttavia la storia di Julen merita attenzione perché gli scavi in campi agricoli o aree edificabili incolte sono una pratica reale che non può essere condotta indiscriminatamente e senza tenere contro dell’alto rischio che può comportare.