Due bambini di 7 e 8 anni, un lettino nuovo, comperato con sacrificio dalla mamma e dal patrigno, la sponda rotta durante un gioco e da lì, da un dettaglio minimo rispetto al bene prezioso della vita, si sarebbe scatenata la furia e la tragedia. Il movente dell’ omicidio di Giuseppe sarebbe proprio questo: la sponda del lettino nuovo subito rotta dai due bambini.
Giuseppe e Noemi forse erano così tanto felici al punto da saltare su quel lettino appena comperato,
forse erano solo bambini incapaci di cogliere le preoccupazioni, il disagio e la frustrazione degli adulti
o forse è stato un errore o un caso che la sponda abbia ceduto,
ma nulla di tutto questo sarebbe bastato a rovinare le loro vite se Tony Essoubti Badre avesse saputo controllare e gestire la sua violenza, la sua ira e la sua rabbia.
L’ omicidio di Giuseppe è aggravato dal futile motivo, dal rapporto di intimità con l’assassino che ha agito nel luogo in cui il bambino doveva essere al sicuro e tutelato, cioè la sua casa, nonché è massimizzato dalla violenza e dalla ferocia.
Stando alla confessione di Tony Essoubti Badre, così come riportata dalla stampa, l’ omicidio di Giuseppe è nato per un lettino rotto poco dopo essere stato acquistato.
Il patrigno killer nega di aver pestato i bambini col manico della scopa che, però, è di fatto stato spezzato, lui dice “per rabbia”. Ha confessato di averli picchiati a mani nude e a pugni. Il volto della sorellina, letteralmente scampata alla morte, è stato deformato dalla furia delle percosse ed è apparso raccapricciante anche ai medici che l’hanno presa in cura.
Ma dov’era la mamma mentre l’ omicidio di Giuseppe si consumava pugno dopo pugno?
E’ questa la domanda che l’opinione pubblica continua a farsi, è insistente il “dubbio” intorno al ruolo della donna, di cui si conosce solo il nome e l’età: Valentina, 30 anni (4 più del suo fidanzato, Tony Essoubti Badre).
Mamma Valentina era presente al pestaggio?
Nessuna indiscrezione giornalistica sembra escludere la presenza in casa della mamma, alcuni indizi (come le testimonianze raccolte dalla trasmissione TV Pomeriggio Cinque, nonché i lividi sul corpo di Noemi) suggeriscono un più remoto clima di violenze.
La madre avrebbe confermato agli inquirenti le violenze commesse dal convivente, ma avrebbe anche ammesso di non aver mai sporto denuncia né chiesto aiuto alle autorità, forse per paura.
“Perché non è intervenuta?”
“L’istinto di mamma porterebbe chiunque a tentare di fermare la violenza contro i propri figli!”
“Piuttosto mi facevo ammazzare io!”
Se volessimo sintetizzare i sentimenti che serpeggiano tra le mamme potremmo racchiuderli in queste frasi o in frasi molto analoghe.
Omicidio di Giuseppe, la Procura vuole fare chiarezza sul ruolo della mamma
In casa, forse sotto choc o forse inerme, ma all’interno dell’abitazione: ecco dov’era, molto presumibilmente, la mamma mentre le violenze si consumavano.
Sulla scorta di questa “omissione di soccorso ai suoi figli”, non è improbabile che la donna possa essere iscritta nel registro degli indagati con la pesantissima accusa, materiale e anche morale, di non aver fatto nulla per impedire il pestaggio.