Cominciano ad emergere i dettagli del delitto di Cardito e sono tutti inquietanti: la versione al momento preminente è che Tony Essobti abbia ucciso il figlio della compagna a seguito di una lite violenta, tuttavia i segni delle percosse sui corpi dei bambini testimoniano violenze profonde probabilmente avvenute non solo nell’impeto di domenica (giorno dell’ommicidio).
La trasmissione televisiva “Pomeriggio Cnque” è entrata nel merito delle ricostruzioni ufficiali e ufficiose del delitto d Cardito e ha raccolto le testimonianze dirette di chi conosceva bene la famiglia
Intanto, tra i dettagli del delitto, ne emerge uno non da subito chiaro: sarebbe stata la mamma del bimbo morto a chiamare i soccorsi, lo avrebbe fatto mentre il patrigno killer si era allontanato dall’appartamento per recarsi da sua madre (qualcuno sospetta che Tony volesse rivelare ai familiari prossimi quanto successo in casa sua e il dramma che si era appena consumato).
La mamma del bimbo morto avrebbe raccontato alle forze dell’ordine: “Sembrava un diavolo, non siamo riusciti a fermarlo”.
Dettagli del delitto di Cardito, il ruolo di mamma Valentina
Valentina, la mamma del bambino ucciso dal patrigno killer, viveva a Cardito in un’abitazione modestissima; dopo la fine del suo matrimonio, aveva intessuto una relazione con Tony Essobti; in seguito alla nascita di questo nuovo amore, quando era già madre di due figli, il maschietto deceduto e la femminuccia massacrata di botte, si era trasferita da Sorrento a Cardito; dalla relazione tra Valentina e Tony sarebbe nata una bambina che ora ha 4 anni, l’unica minore rimasta fisicamente illesa in questa tragedia.
Secondo la ricostruzione di “Pomeriggio Cinque” che dà il quadro più compiuto possibile del delitto di Cardito, la telefonata al 118 è partita quando non erano ancora le 15.00 di sabato pomeriggio, una donna (presumibilmente Valentina e non una vicina come, invece, si era detto in un primo momento) chiedeva aiuto perché il suo bambino stava male.
I soccorsi sono prontamente arrivati sul posto, la situazione che hanno dovuto affrontare era devastante:
- c’era un bimbo di 7 anni, era riverso su un divano e già cadavere;
- c’era una bambina di 8 anni completamente coperta di lividi – rispetto alle sue condizioni al momento dell’arrivo al nosocomio, il primario dell’Ospedale Santo Bono di Napoli, il dottor Vincenzo Tipo, ha dichiarato che in 30 anni di carriera mai qualcosa di così raccapricciante gli si era manifestata dinnanzi;
- infine, nello stesso appartamento, c’era una bimba di 4 anni (un’altra femminuccia e non un maschietto, come in un primo moneto era stato detto, ciò sebbene le foto diffuse sui social e i mezzi di informazione sembrano quelle di un maschietto) fortunatamente illesa.
In casa solo la mamma sotto choc.
Sin da subito, soccorritori e medici non hanno escluso la possibilità che le percosse, sfociate nel delitto di Cardito, durassero da più lungo tempo, forse giorni
I sospetti sono presto caduti sul compagno della mamma, che al momento dell’arrivo dei soccorsi non era in casa.
La morte del bambino è stata subito palese e pertanto sin dai primi momenti si è parlato di omicidio, quello che ancora deve essere chiarito è perché questo delitto si è consumato, che ruolo ha avuto la mamma del bambino e come mai non ha potuto fermare il compagno assassino. E’ in ragione di questi dubbi che la 30enne è tenuta ora separata dalle due figlie sopravvissute.
La posizione di Tony, rispetto al delitto di Cardito e rispetto ai maltrattamenti inferti sulla bambina ora ricoverata al Santo Bono, si è, se possibile aggravata, quando l’uomo ha tentato di negare la realtà dei fatti:
rientrato a casa, trovando i soccorritori e le forze dell’ordine, l’uomo ha dichiarato che i bambini erano caduti dalle scale. Cioè ha palesemente mentito.
Delitto di Cardito – un testimone racconta di avere assistito, appena il sabato precedente, ad un gesto di violenza perpetrato da Tony contro lo stesso bambino ucciso l’indomani
Parlando ai microfoni di “Pomeriggio Cinque“, un amico di Tony e Valentia racconta che nella mattinata di sabato, nel bel mezzo della piazza cittadina, Tony ha strattonato e spintonato il piccolo Giuseppe, colpendolo anche con un calcio. Il bambino, Valentina con la bambina più piccola nel carrozzino e il patrigno assassino stavano camminando per le vie del paese, ma l’apparente normalità di quella famiglia è stata rotta da un gesto su cui l’amico stesso si è soffermar subito.
L’uomo avrebbe anche redarguito Tony per quel comportamento così difforme dalla tranquillità che comunemente lo caratterizzava.
L’amico di Tony riporta i racconti di un amore che è stato felice negli anni passati, ma questo ora si sovrappone, con una discontinuità incomprensibile, l’immagine di un uomo nervoso, diverso, violento, criminale.
Fino ad ottobre Valentina lavorava, faceva la badante a Castellammare (altro paese del napoletano), si recava a lavoro prendendo il treno alle 5.00 del mattino, poi, non è dato sapere perché, la donna è rimasta senza un’occupazione. Probabilmente è stata ancor di più fagocitata da una situazione familiare finita nella violenza.
L’ipotesi che un amico di Tony avanza è inquietante: il bambino potrebbe essere morto parecchie ore prima, questa ipotesi non è per ora suffragata dalle fonti ufficiali.
Domenica, quando gli amici hanno visto Tony uscire di casa, l’uomo aveva un volto scuro, scurissimo, come se qualcosa di terribile fosse successo nella casa dove viveva con Valentina e i tre bambini.
Sta di fatto che, dopo la tragedia, Tony è andato dalla mamma che vive in un paesino vicino, a riportarlo a casa e a spingerlo a costituirsi è stato il fratello più piccolo (che peraltro a parlato ai microfono di “Pomeriggio Cinque“).
Cosa può essere scattato in Tony, ovvero quale sia il movente del delitto di Cardito, se lo domandano tutti, i parenti non lo sanno e chiedono che sia rispettata la loro riservatezza e il loro dolore.