Sull’Applegarth Drive a Ilford, a est di Londra, si susseguono villette basse, l’una accanto all’altra; è un quartiere residenziale e tranquillo, ma in una di quelle case alle 07:40 di lunedì mattina si è consumata una tragedia. La polizia ha trovato una donna incinta colpita dalla freccia di una balestra, la ferita appena sopra il pancione, proprio sul cuore.
Già mamma di cinque figli, la donna è stata trafitta dinnanzi ai suoi bambini e a suo marito mentre tutti insieme facevano colazione.
Donna incinta colpita dalla freccia di una balestra: la mamma muore, il bambino nasce con un cesareo d’urgenza.
La donna, all’ottavo mese di gravidanza, è stata trasportata in ospedale con la freccia ancora conficcata nel petto, i medici hanno considerato prioritario il parto operatorio e così hanno fatto nascere il bambino mentre la mamma moriva.
Durante il cesareo il cuore della donna era ancora trafitto dal dardo.
Le fonti stampa internazionali chiariscono che per la mamma non vi fosse scampo e la rimozione della freccia poteva compromettere la riuscita del TC (taglio cesareo). La stampa italiana afferma che il bambino sia nato vivo ma versi in gravi condizioni, quella internazionale è più rassicurante e sostiene che il parto operatorio è andato a buon fine, la freccia non ha toccato il bebè lasciandolo indenne, sebbene sarebbero bastati pochi centimetri per ucciderlo. Le fonti estere accreditate dicono del bambino che versa in condizioni stazionarie.
Donna incinta colpita dalla freccia di una balestra: l’assassino è l’ex marito 50enne.
Il nome di questa mamma angelo era Sana Muhammad, aveva 35 anni ed era originaria delle Mauritius; prima di raggiungere Londra fu una sposa giovanissima, venne data in moglie ad un uomo più grande di lei in ragione di un tradizionale matrimonio combinato. Quelle nozze furono la sua infelicità e il suo tormento sino alla separazione e all’allontanamento dall’ex marito.
Solo qualche anno dopo Sana conobbe il suo vero amore e lo sposò in seconde nozze. Così la famiglia crebbe e ai figli di primo letto si unirono altri fratelli, la mamma cresceva cinque figli e attendeva il sesto.
Lunedì mattina la tragedia: Ramanodge U., l’ex marito 50enne che non si rassegnava alla separazione, si introduce in casa di Sana armato di balestra.
Probabilmente l’uomo è entrato di notte e dal garage; per dare il via all’agguato, ha, poi, approfittato del fatto che il marito della donna fosse sceso a posare uno scatolone, lì i due uomini si sono trovati facci a faccia.
Imtiaz,questo il nome del secondo marito di Sana, ha tentato in vano di mettere in salvo la sua famiglia. Gli accertamenti sulle dinamiche sono ancora in corso, ma, a quanto pare, la mamma ha fatto da scudo ai suoi bambini ed è stata una facile preda. Tutti la ricordano come una donna amabile, felice e innamorata della sua famiglia.
L’aggressore è fuggito. Con quel papà assassino, Sana aveva tre figli di 12, 14 e 18 anni, altri due ne aveva col nuovo marito, mentre il sesto era nella sua pancia e nasce, oggi, già orfano di madre.
La violenza sulle donne è un cancro sociale che non smette di mietere vittime, per fermarla è necessaria una rivoluzione culturale che restituisca centralità al ruolo delle madri, delle figlie e di tutte le donne.