La cisti lattifera è una cisti contenente latte. Ha una natura benigna, ma la sua presenza non va sottovalutata ma richiede sempre accertamenti.
Tale condizione è strettamente legata alla produzione di latte: si può presentare molto raramente durante la gravidanza oppure in allattamento o molto più spesso dopo aver smesso di allattare, in particolar modo se si è interrotto in maniera improvvisa.
Cisti lattifera o galattocele: cos’è e come si riconosce.
La cisti lattifera, chiamata anche galattocele, è una condizione comune che può riguardare tutte le neomamme.
Può capitare infatti che a seguito dell’ostruzione di un dotto galattoforo, cioè del canale adibito alla sua fuoriuscita, il latte viene trattenuto e “ristagni” all’interno dei dotti mammari dando origine ad una piccola sacca e causando la formazione di una cisti. La cisti lattifera infatti è simili alla normale cisti, ma è caratterizzata dal contenuto di latte.
La cisti lattifera non è altro che un accumulo di latte che si presenta con una consistenza pastosa o molle ed è mobile. Spesso si trova nelle vicinanze del capezzolo e può avere anche notevoli dimensioni, comprese tra 1 e 6 cm, che possono risultare molto fastidiose: una pallina da ping pong ha il diametro di 5 cm!
Questa massa all’interno del seno può giustamente destare preoccupazione: è assolutamente necessario rivolgersi ad un medico per valutare l’esatta natura di questo che può sembrare un nodulo canceroso.
La cisti lattifera infatti non ha una pericolosità né un decorso equivalente a quelli tumorali, ma nella forma, nell’aspetto e nella consistenza imita condizioni ben più gravi, come per esempio il cancro al seno.
Per questo è importante confrontarsi con un medico nel momento in cui ci si accorge della sua presenza: questa massa dai contorni lisci potrebbe essere un galattocele, relativamente innocuo o comunque di facile risoluzione, ma sfortunatamente potrebbe anche essere un sintomo di una patologia neoplastica.
Cisti lattifera: diagnosi e trattamento.
Nel caso di dolore al seno, o se si percepisce la presenza di un piccolo nodulo allo stesso, è bene parlarne con il proprio medico, che per sicurezza indirizzerà la propria paziente ad effettuare uno screening per il cancro al seno.
La cisti lattifera e il carcinoma mammario, infatti, si presentano entrambi con noduli lisci e mobili ed è meglio quindi approfondire la condizione con esami appropriati. Inoltre entrambi possono in alcuni casi provocare dolore e si presentano con dimensioni molto variabili. In genere la cisti lattifera è più grande di un nodulo canceroso.
Nella diagnosi, è importante tenere conto dell’ età: un nodulo maligno è più frequente quando la donna è più grande. Se invece si tratta di una giovane donna in allattamento o subito dopo lo svezzamento oppure in gravidanza è più probabile che si tratti di un galattocele. Questi però sono dati statistici che possono sempre prevedere un’eccezione e quindi non bastano ad eliminare ogni dubbio.
È necessario fare perciò una mammografia, cioè un’ecografia al seno. Anche quest’esame non è sufficiente a diagnosticare la cisti lattifera, perché il grasso contenuto nel latte può dare un’immagine che imita quella di un vero lipoma, cioè un tumore del tessuto adiposo. Non a caso infatti una cisti che contiene latte con una percentuale di grasso molto alta viene chiamato anche “pseudolipoma”, letteralmente “finto tumore del tessuto grasso”.
Una diagnosi precisa si ottiene invece con una biopsia del contenuto del nodulo ottenuta con l’aspirazione tramite ago sottile. In questo caso l’analisi di ciò che contiene la cisti darà una diagnosi abbastanza certa: se la cisti è formata dal latte e dai suoi componenti si tratta di una cisti lattifera.
La cisti lattifera tende a scomparire spontaneamente, riassorbita dal corpo quando termina il cambiamento ormonale dovuto a gravidanza e allattamento. Non vi è una tempistica precisa per questo evento: il corpo di ogni donna ritroverà il proprio equilibrio nei tempi che gli sono necessari, nell’unicità tipica di ogni essere umano.
Il problema pratico è che il galattocele può raggiungere proporzioni tali da recare un vero e proprio dolore al seno di chi ne è affetto. Il volume della cisti preme sui tessuti circostanti e provoca dolore e infiammazione. È possibile lenire il disagio con degli impacchi caldi o con degli antidolorifici, sempre sotto consiglio medico.
Per eliminare questo fastidio è possibile drenare il contenuto attraverso l’agoaspirazione. Questo metodo palliativo però potrebbe non essere un intervento risolutivo: il latte potrebbe accumularsi di nuovo e riformare il galattocele.
Inoltre una delle complicanze della cisti lattifera è lo sviluppo di un ascesso, cioè un’infezione che può portare conseguenze anche gravi. Il medico quindi potrebbe ritenere necessario prescrivere degli antibiotici anche nell’attesa di un riassorbimento spontaneo o di ulteriori approfondimenti.
In realtà il consiglio degli esperti di senologia è proprio la rimozione chirurgica della cisti lattifera, prima che si riformi o che si infetti. In questo modo per i clinici è possibile, tramite una biopsia, capire le cause che hanno provocato l’ostruzione del dotto galattoforo e se la cisti lattifera ha provocato qualche tipo di danno al tessuto circostante.
Vitadamamma ricorda a tutte le donne, mamme e non, l’importanza del monitoraggio della propria salute e l’ascolto dei segnali del proprio corpo: in questo caso saper effettuare l’autopalpazione del seno e rivolgersi tempestivamente ad un medico possono accorciare notevolmente i tempi del disagio provocato dalla cisti lattifera ed evitare le conseguenze più impegnative.
Autopalpazione del seno come si fa.
Fonte: Breast-cancer – AmericanJournalofSurgery
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