“Spero con tutto il cuore che trovino la forza per superare questa terribile ingiustizia”.
È questo il commosso augurio che Luigina Ambrosi Breda, vicina di casa della famiglia Belluco, ha manifestato nei confronti di mamma Tania e papà Stefano, genitori di Giulia e Greta, due sorelle gemelle oggi divenute i loro dolcissimi angeli.
Giulia e Greta: gemelle uccise dalla leucemia.
Giulia e Greta vivevano con i loro genitori nel quartiere di Costa Calcinara, a Monselice, comune veneto della provincia di Padova.
Nate nel 2008, le due gemelle furono costrette a separarsi 4 anni più tardi, a dividerle una Mielodisplasia AREB-t, ossia una malattia del midollo osseo – anemia refrattaria con eccesso di blasti (cellule immature) in trasformazione – che, nella sua forma più aggressiva, può evolversi in leucemia.
La nefasta diagnosi di Giulia e Greta arriva del tutto inattesa per la famiglia Belluco ed in momenti completamente diversi della loro vita.
Nel 2010, ossia quando le bambine avevano appena 2 anni, Greta si ammala. Una volta dato un nome alla sua patologia, viene sottoposta ad ogni possibile cura per poter essere salvata, ma invano.
La piccola chiuderà gli occhi per sempre il giorno prima del suo quarto compleanno.
Con il cuore spezzato, mamma Tania, di origini moldave, papà Stefano, chef che lavora nei ristorati degli hotel situati nella zona termale, la nonna materna Masha e Giulia cercano di andare avanti, protetti dal loro piccolo e dolce angelo.
La bambina viene inoltre sottoposta a vari tipi di analisi per scongiurare la possibile presenza della malattia, esami che inizialmente hanno dato un esito negativo, almeno fino al 2016.
“Giulia aveva cominciato a stancarsi facilmente – racconta la vicina dei Belluco – le analisi del sangue avevano evidenziato una forte anemia. Nel gennaio del 2017 sono cominciate le cure, pesantissime per il fisico esile della bimba.”.
Ancora una volta la Mielodisplasia AREB-t minacciava il ritrovato equilibrio familiare, la malattia avrebbe fatto sì che le strade di Giulia e Greta si incrociassero di nuovo.
Nell’estate del 2017 infatti Giulia, che anni prima era stata la donatrice della sorella gemella, viene sottoposta ad un trapianto di midollo grazie ad un giovane donatore polacco. Intervento che purtroppo non riuscirà a cambiare il finale di questa storia.
Nel novembre di quello stesso anno infatti, i medici dichiarano irreversibile la situazione clinica della bambina, giunta al decimo anno di età. Per lei non vi fu alcun accanimento terapeutico, seguita dai professori del reparto di Oncoematologia Pediatrica di Padova, Giulia effettuava le terapia di supporto in day hospital per poi fare ritorno a casa la sera, coccolata dalla sua famiglia.
“Giulia era felice a casa sua, non ha mai perso il sorriso e la gioia di vivere – racconta Luigina – Quando ancora stava abbastanza bene veniva spesso a giocare con Giovanni, il mio nipotino. Adorava la bicicletta, con la quale percorreva in continuazione il vialetto di casa, ma anche i peluche, gliene avevo regalato uno che assomigliava così tanto a Macchia (il suo cane – ndr). Quando poi, per le sue condizioni di salute, non aveva più potuto continuare a frequentare altre persone, era solita mettersi in fondo al giardino e sbracciarsi per salutare. Lo faceva anche quando i suoi, la sera tardi, la portavano un po’ a camminare. Passava per il vialetto, rasente il muro, e ci faceva ciao con la manina”.
Giulia ha lasciato questo mondo per sempre lo scorso mercoledì 10 ottobre, si trovava all’ospedale di Padova dove era stata ricoverata la domenica precedente, quando le sue condizioni si sono aggravate.
“In questi due anni di malattia, il papà Stefano e la mamma Tania, che sono due genitori straordinari, hanno fatto di tutto per donare a loro figlia la miglior qualità di vita possibile – spiega la vicina del Belluco – Ora questa coppia si trova ad affrontare il più grande dolore che si possa immaginare, per la seconda volta”.
Un dolore che solo chi l’ha provato può descrivere e che forse potrà essere alleviato dalla speranza che Giulia e Greta ora sono di nuovo insieme, libere di giocare, correre e divertirsi.
Fonte: Il Gazzettino
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