La presenza dei figli delle detenute in carcere è da sempre dibattuta, la ratio della legge risponde a una logica affettiva e emozionale perché si intende dare al figlio la possibilità di vivere con la mamma il tempo dell’ingenuità e della spensieratezza restando con lei in quella fase della vita in cui il contatto madre – figlio è formativo, essenziale e condizionante.
Tuttavia non sempre le mamme riescono a sottrarre i figli al dolore, più raramente (qui si entra nel patologico) li coinvolgono nel proprio mal di vivere sino a fare di loro delle vittime, ciò accade per rifiuto, mancata accettazione della realtà o paura maniacale.
Per la prima volta in un carcere italiano, una mamma detenuta ha ucciso sua figlia e ha tentato di togliere la vita anche al fratello maggiore.
I fatti drammatici si sono svolti a Rebibbia, stando alle ricostruzioni giornalistiche, la mamma assassina, una tedesca 31enne, ha sfruttato il momento della mensa:
ha atteso che le altre detenute si mettessero in fila per il pranzo e, dopo essersi approssimata alle scale della sezione nido, ha lanciato i suoi due figli giù nel vuoto.
La bambina più piccola, 6 mesi appena, è stata lanciata direttamente nella tromba delle scale; in quel tragico momento, la mamma la teneva tra le braccia l’ha sollevata e lasciata andare nel vuoto. L’impatto col suolo è stato fatale, la piccola è morta sul colpo.
Il maschietto, poco più di due anni, era nel passeggino ed è stato spinto giù dai gradini, è sopravvissuto ma le sue condizioni sono gravi, al momento è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Bambino Gesù.
Mamma detenuta ha ucciso sua figlia e ha tentato di fare lo stesso col fratellino maggiore. Questa tragedia riapre il dibattito sulla presenza o meno dei bambini in carcere.
La mamma assassina è reclusa nel carcere romano di Rebibbia dal 27 aprile scorso, l’accusa a suo carico è di spaccio di sostanze stupefacenti.
Posto che i bambini meritano piena tutela, anche all’interno delle strutture carcerarie la loro incolumità e sana crescita vanno monitorate e preservate, la Procura e il Ministero della Giustizia hanno aperto un’inchiesta.
E’ necessario ricostruire tutti i dettagli di questa tragedia, quello che si cerca è anche il motivo del folle gesto, fosse anche un disagio psichico. E resta ovvio che vanno appurate pure eventuali responsabilità.
La stampa nazionale fa sapere che probabilmente la donna era già stata sottoposta a un controllo medico, resosi necessario dopo alcune segnalazioni;
è anche probabile, stando alle fonti stampa, che la mamma assassina avesse manifestato alcuni disagi psichici, peraltro prontamente indicati all’area sanitaria del carcere.
La stampa sostiene che tutto ciò sarebbe testimoniato da relazioni scritte.
Mamma detenuta ha ucciso sua figlia e ha tentato di togliere la vita anche al fratello maggiore, come sta il bimbo sopravvissuto?
Il bambino sopravvissuto è stato prontamente trasportato presso l’Ospedale Bambin Gesù dov’è arrivato in codice rosso. La prognosi è riservata, si sa che ha riportato un grave trauma da caduta e che è stato riscontrato un danno cerebrale severo.
Al momento il bimbo è sostenuto da una ventilazione meccanica e resta ricoverato in rianimazione, è già previsto un intervento neurochirurgico.