“Aiuto, mio figlio mangia le matite e le penne“. Ecco come aiutare i rosicchiatori che non vogliono smettere.
Si stima che il 30% dei bambini siano rosicchiatori, ovvero avvezzi a rosicchiare qualcosa: unghie, matite, penne, gomme, angolini di lenzuola o magliette. Questo atteggiamento (cioè l’azione di portare qualcosa alla bocca e rosicchiare) va considerato compulsivo, ovvero irrefrenabile, quando a metterlo in essere è un bimbo dai 4 anni in su e quando non si tratta di un comportamento occasionale.
Mio figlio mangia le matite e le penne, perché lo fa?
Mordicchiare aiuta il bambino a dare sfogo all’ansia e allo stress pertanto l’abitudine a rosicchiare diventa uno strumento di auto-consolazione.
Mangiare le unghie, in qualità di comportamento compulsivo, ha un nome specifico: onicofagia. Il meccanismo auto-consolatorio è il medesimo anche quando nella bocca del bimbo finiscono matite e penne, gomme da cancellare o lembi di magliette.
Mio figlio mangia le matite e le penne, come correggere il suo comportamento?
Il comportamento del rosicchiatore è spesso punito dai genitori, quantomeno il bambino viene sgridato. E’ bene chiarire subito che punizioni, lamentele, sgridate o castighi non sono proficui perché il bambino compiendo l’atto di mordicchiare non mette in essere un’azione razionale, piuttosto soddisfa un bisogno istintivo (cosiddetto compulsivo).
Il primo passo da compiere è individuare le eventuali fonti di stress capaci di affliggere il bambino costringendolo a trovare un modo per consolare se stesso e sfogare lo stato ansiogeno (può essere tale la nascita di un fratellino, un lutto, la separazione dei genitori, un cambiamento a livello scolastico).
Osservate come e quando il comportamento viene posto in essere e instaurate un dialogo continuo col bambino cercando di indagare i motivi e le condizioni che in lui ingenerano ansia o paura.
Ai piccoli rosicchiatoti fa bene lo sport perché li aiuta a canalizzare le energie e a rimetterle positivamente in circolo, aumentando anche l’autostima e la consapevolezze di sè.
Mio figlio mangia le matite e le penne, mi devo preoccupare?
Se l’abitudine a rosicchiare gli oggetti non migliora con l’individuazione delle fonti di stress e la loro gestione (per esempio riduzione del carico di impegni, aiuto nello svolgimento dei compiti scolastici, educazione dialogante, sport); laddove i bimbi rosicchiatoti presentino comportamenti deviati come scatti d’ira o tic ricorrenti o se il piccolo mordicchiatore manifesta disturbi del sonno è bene rivolgersi al pediatra o a uno specialista in psicologia infantile.
In sè i comportamenti da piccolo roditore possono essere innocui e transitori, diventano preoccupanti e meritevoli di attenzione se e quando si accompagnano ad altri atteggiamenti spie di disagio psicologico.
Secondo una teoria psicologica i bambini che hanno perduto il seno in modo traumatico, improvvisamente e senza essere pronti a lasciare l’allattamento materno, potrebbero essere più portati a mangiare le unghie.
Chi sostiene questa teoria associa l’onicofagia a un “lutto del seno”. Ovviamente è questa una teoria non comprovata, si basa su una assimilazione sensoriale dell’azione del rosicchiare le unghie all’emozione sperimentata nel contatto con la mamma.
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