La più piccola vittima del crollo del ponte Morandi a Genova si chiamava Samuele e aveva 9 anni, è morto insieme al papà, Roberto Robbiano, 44 anni, e alla mamma, Ersilia Piccinino, 41 anni.
La famiglia Robbiano aveva caricato l’auto di bagagli e si preparava a vivere giorni sereni e distesi in Sardegna, stavano andando in vacanza.
I soccorritori hanno trovato tre cadaveri, ma anche l’ombrellone da spiaggia avvolto nel cellophane, il secchiello e la paletta, il pallone con cui Samuele avrebbe dovuto giocare.
E quest’immagine è un mix di vita e morte che sembra sintetizzare perfettamente tutte le storie e le esistenze crollate insieme al ponte Morandi.
La più piccola vittima del crollo del ponte Morandi faceva la terza elementare, alla riapertura della scuola, tra pochi giorni, il suo banco sarà vuoto.
Ferite come questa sono insanabili, i tanti vuoti che il ponte Morandi ha lasciato cadendo sono baratri che una società moderna , civile, avanzata e fiduciosa dello Stato fa, certamente, fatica ad accettare o a catalogare come disgrazia.
La stampa riporta, tra l’altro, un dettaglio doloroso e toccante del rinvenimento della famiglia Robbiano, quindi del rinvenimento della più piccola vittima del ponte Morandi:
Sul cruscotto dell’auto c’era un telefonino che squilla all’impazzata, sul display la scritta “Mamma” a testimonianza dell’ansia, del dolore e della mancanza enorme che stava per squarciare altre vite.
I Robbiano avevano appena lasciato la loro abitazione di Voltri, si dirigevano verso l’imbarco traghetti del porto di Genova. Stava viaggiando verso il mare anche l’altra famiglia distrutta dal crollo del ponte Morandi: Andrea Vittone, 49 anni, la compagna Claudia Possetti, 48 anni, Manuele e Camilla Bellasio, 16 e 12 anni, figli della donna.
Samuele è la più piccola vittima del ponte Morandi, poco più grande di lui era Camila e non ancora maggiorenne Manuele.
Insieme a loro sono morti tanti altri i giovani, tanti i padri e le madri risucchiati dal boato del Morandi e spenti in quella caduta nel vuoto tra le polveri e il cemento. L’Italia intera deve riflettere sul valore enorme di queste morti rispetto alle quali, oggi, la sola speranza è che non restino senza giustizia.