Tutto quello che voleva Sarah Douglas, mamma di 2 bambini e incinta di 32 settimane del terzo figlio, era poter bere il suo cappuccino. Sfortunatamente il bicchiere che le porge uno dei dipendenti del punto vendita della nota catena di fast food conteneva ben altro.
Inorridita e spaventata da quanto accaduto, una vicenda che per fortuna non ha avuto conseguenze gravi, né per lei né per la creatura che porta in grembo, la donna ha deciso di raccontare pubblicamente l’indicente.
Sarah Douglas: incinta ordina un cappuccino, poi lo shock.
A rendere nota la storia di Sarah Douglas è stato il Lethbridge News Now, giornale locale al quale la donna ha raccontato i fatti nei minimi dettagli.
Domenica 29 luglio, verso le ore 6:45 del mattino, Sarah Douglas si apprestava ad accompagnare suo figlio ad un torneo di baseball che si sarebbe svolto a Medicine Hat, città canadese situata nella parte sud-orientale della provincia dell’Alberta.
Prima di imboccare l’autostrada, la donna si fermò al drive-thru (o drive through, servizio offerto da alcune aziende del settore della ristorazione che permette di effettuare acquisti restando nella propria auto) del McDonald’s situato sulla University Drive West a Lethbridge, nello stato dell’Alberta (Canada), per ordinare un cappuccino.
Solo dopo esser ripartita alla volta di Medicine Hat, Sarah Douglas bevve un sorso dal bicchiere ma si rese immediatamente conto che non conteneva il cappuccino da lei ordinato.
“Ho dovuto accendere subito le luci di emergenza per accostare, sputare e risciacquare la bocca con un po’ d’acqua che avevo nella porta del mio veicolo. Ho aperto il coperchio del caffè e ho subito sentito questo pungente odore di sostanza chimica, non era affatto latte”.
Scioccata per quanto accaduto, Sarah Douglas non pensò di fotografare il contenuto del bicchiere ma ricordò che la sostanza aveva un colore acquoso-brunastro. Indignata ma anche preoccupata per la sua salute e quella del piccolo nascituro, tornò immediatamente al McDonald’s per parlare con un responsabile e chiedere spiegazioni in merito.
“Gli ho mostrato il caffè e lui mi ha chiesto se ne volevo un altro. Gli ho detto “Assolutamente no, questo è inaccettabile.” Ho detto che volevo parlare con qualcuno più in alto e ha detto che era l’unico supervisore in quel momento, e mi ha dato il numero di telefono del suo manager”.
Successivamente un dipendente del Fast Food spiegò alla donna che durante le operazioni di pulizia della macchina, effettuate ogni mattina, una delle linee di erogazione del latte fu erroneamente collegata al flacone del detergente a base di acido citrico, acido fosforico, metil-trimetil-3 e 2-butossietanolo.
Per fortuna la quantità ingerita da Sarah Douglas è stata talmente minima da non causarle danni.
Nei giorni seguenti l’incidente, Sarah Douglas ha spiegato al giornale locale che, grazie alla collaborazione del supervisore, è riuscita a vedere e fotografare il flacone del detersivo che ha ingerito ed a fornire ulteriori dettagli agli operatori del sistema sanitario di Alberta (Alberta Health Services’ Health Link) e a quelli del centro antiveleni da lei contattati.
Ma a colpire ulteriormente Sarah Douglas e a rendere ancor più sconcertante quanto accaduto è stata la confessione di un altro dipendente.
“Un’altra sua collega aveva sentito per caso quello che stava succedendo, ed era un po’ arrabbiata per la situazione e ha detto che era già successo in precedenza. Lei era un po’ arrabbiata perché si stava verificando di nuovo”.
La futura mamma ha precisato che prima di quell’esperienza non aveva mai avuto problemi in quel fast food. Tuttavia ha deciso di condividere la sua sfortunata esperienza affinché tutto questo non accada più.
“Come madre, voglio assicurarmi di avere voce e di essere ascoltata in termini di sicurezza dei consumatori, spiegando in che modo la negligenza (presunta) può colpire le persone in modo così drastico”.
Sarah Douglas ha paura che ciò possa ripetersi ancora, ma soprattutto teme che uno dei flaconi contenente i detergenti per la pulizia possa venire attaccato ai macchinari che erogano succo o comunque liquidi e/o cibi destinati ai bambini che, ingerendo tale tossica sostanza, possano subire danni gravissimi.
La vicenda raccontata dalla donna è stato in seguito confermata da Dan Brown, proprietario del punto vendita del noto franchising, in una dichiarazione resa pubblica dal quotidiano di Lethbridge. L’uomo si è scusato pubblicamente assicurando che un simile episodio non si ripeterà mai più.
“Dopo aver appreso della lamentela, il nostro team è stato in stretto contatto con l’ospite e si è scusato con lei. L’ispettore sanitario ha anche visitato il mio ristorante e non sta indagando ulteriormente. McDonald’s è rinomato per i suoi protocolli di sicurezza alimentare e mi dispiace che sia successo nel mio ristorante qui a Lethbridge. Ecco cosa è successo: la macchina veniva pulita, come ogni mattina. Sfortunatamente, la linea di alimentazione del latte era collegata al detergente mentre veniva prodotta la bevanda per l’ospite. Abbiamo preso provvedimenti immediati per rivedere insieme al team le corrette procedure di pulizia e abbiamo aggiunto ulteriori segnalazioni come promemoria”.
Cosa fare in caso di ingestione di detersivo
Fonte: Lethbridgenewsnow