I della sintomi della meningite, cosiddetti ricorrenti e quindi capaci di identificare una condizione di pericolo e di allerta, sono: febbre alta, sensazione di malessere, spossatezza, mal di testa, collo rigido, dolori, fastidio provocato dall’esposizione alla luce, grave sonnolenza e rilassamento muscolare, persino convulsioni.
Riconoscere prontamente i sintomi della meningite può salvare la vita, più ancora è salvavita il vaccino, unico presidio per arginare o limitare la malattia.
In questo senso l’obbligatorietà dei vaccini non è una coercizione sanitaria, potrebbe essere, invece, un presidio di sicurezza diffusa. E questo non lo dice VitadaMamma quanto piuttosto l’esperienza di chi oggi guarda la figlia attraverso le fotografie e i video caricati sul cellulare:
durante una recente puntata di “Stasera Italia” il papà di Giulia ha raccontato la storia della morte di sua figlia, dalla comparsa dei sintomi della meningite alla fine.
Giulia è stata stroncata dal meningococco C, la malattia se l’è portata via in appena 4 ore dalla comparsa dei primi evidenti sintomi di meningite.
All’appuntamento vaccinale, la data stabilita per il vaccino, la bambina aveva la febbre; nell’attesa di un nuovo appuntamento presso il centro vaccinale, Giulia si è ammalata ed è morta con una tale velocità da far sì che la malattia si possa definire fulminea, almeno in questo caso.
Il giorno precedente alla tragedia, insieme al suo papà aveva giocato al parco; alla sera la sua temperatura era alta e i genitori le somministrarono un po’ di antipiretico pensando a un comune raffreddamento e a una normale febbriciattola. Il mattino seguente alla febbre si erano aggiunti i dolori al collo e alle gambe, di qui la corsa in ospedale e quattro ore di inutili tentativi per strapparla alla morte.
Il suo papà lancia un appello: mai più bare bianche a causa di malattie che si possono evitare grazie ai vaccini.
Storie come quella di Giulia devono essere un monito alla consapevolezza. Le mamme e i papà devono sapere cos’è la meningite e in che modo affrontarla.
Meningite: cos’è, prevenzione e cura.
La meningite si sostanzia in una infiammazione delle meningi (le meningi sono le membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale).
Esistono due tipi di meningite: batterica e virale. La prima, cioè la meningite batterica, è più rara ma più pericolosa, mette a rischio la vita di chi si ammala. La seconda, la meningite virale – cosiddetta meningite asettica, è più comune e decisamente più banale, tanto che sovente non è diagnosticata poiché i suoi sintomi sono confondibili con quelli dell’influenza.
La meningite è altamente contagiosa si trasmette per via aerea veicolata dalle goccioline di saliva o di muco, liquidi provenienti dal cavo respiratorio e\o in transito nel naso e espulsi con tosse e starnuti; inoltre si può trasmettere attraverso le feci, in tal senso è particolarmente pericoloso non lavarsi le mani dopo essere stati in bagno.
L’alveo dei veicoli di trasmissione del patogeno è enorme: stoviglie, fazzoletti, lenzuola, mani, baci, eccetera. Per di più esistono portatori sani, vettori del patogeno ma non malati.
Sintomi della meningite: chi è il portatore sano?
Il portatore sano è quell’individuo che non presenta i sintomi della meningite perché non è ammalato pur essendo veicolo della malattia, cioè pur essendo capace di trasmetterla ad altri. Com’è possibile?
Ciò dipende dal fatto che i cosiddetti “agenti eziologici della meningite batterica” possono colonizzare il tratto naso-faringeo (cavità nasale e cavità orale, sino alla gola) di persone sane, cioè portatori della patologia ma non ammalate.
E’ per questo che i medici distinguono il portatore sano – colui che ha l’infezione, ma non ha sviluppato i sintomi della malattia (in questo caso i sintomi della meningite) – dall’ammalato, ovvero quell’individuo che venendo a contatto col patogeno si è ammalato manifestando la sintomatologia.
Va detto che facilmente la meningite batterica transita attraverso un portatore sano e questo rende la trasmissione del patogeno ancora più insidiosa. Più promiscuo e l’ambiente più facile è la diffusione della malattia.
Meningite – la migliore prevenzione è il vaccino.
Prima di interessarsi ai sintomi della meningite e prima di affrontare l’argomento cura è essenziale chiarire che tutta la popolazione, di qualsiasi età, può essere aggredita dalla malattia. Rispetto alla meningite batterica il migliore e più efficace presidio di sicurezza resta il vaccino.
Vaccino anti meningite, quali vaccini esistono?
La meningite batterica non è una, esistono diversi ceppi e di conseguenza diversi vaccini di profilassi:
- vaccinazione contro Neisseria meningitidis C
- vaccinazione contro Neisseria meningitidis B
- vaccinazione quadrivalente contro il meningococco A-C-Y-W135.
Non tutti i vaccini sono gratuiti, la gratuità dipende dal piano vaccinale regionale.
Velocità di diffusione del patogeno, gravità della malattia, capacità di proliferare velocemente in ambienti promiscui, rendono il vaccino presidio importantissimo. Gli studenti sono una categoria ad alto rischio proprio per la promiscuità tipica delle sedi scolastiche e questo fa di bambini e ragazzi potenziali vittime.
Una pronta diagnosi permette di curare la meningite, aumenta cioè le possibilità di sopravvivenza. Perciò, se è necessario diagnosticare prontamente la malattia, è indispensabile saperne riconoscere la sintomatologia.
Pertanto è bene ricordare che i sintomi della meningite sono pochi e chiari, non vanno sminuiti e se si presentano, soprattutto contestualmente, una visita medica non è mai di troppo.
Sintomi della meningite nel dettaglio:
- cefalea intensa (cioè forte mal di testa),
- febbre alta,
- sensazione di malessere,
- spossatezza,
- collo rigido,
- dolori,
- alterazioni sensitive, come il fastidio provocato dall’esposizione alla luce,
- grave sonnolenza e rilassamento muscolare,
- vomito a getto,
- alterazioni motorie,
- alterazioni dello stato di coscienza, come fasi deliranti,
- eruzioni cutanee,
- convulsioni.
Esiste una posizione tipica dell’ammalato: la cosiddetta postura in decubito a cane di fucile considerata uno dei sintomi della meningite (o meglio dei sintomi specifici della malattia).
Il paziente si pone in decubito laterale, tiene le gambe flesse sulle cosce e le cosce, a loro volta, flesse sul bacino – vedi immagine che segue.
Allo stesso modo, rientra tra i sintomi della meningite il cosiddetto addome a barca che indica una contrazione dei muscoli addominali.
Mentre la posizione in decubito a cane di fucile è riconoscibile (perché è visivamente simile alla posizione fetale), l’addome a barca lo è meno e pretende una diagnosi medica anche accompagnata dalla palpazione.
Rientrano tra i sintomi della meningite anche il cosiddetto Segno di Kernig, il segno di Lasegue e il segno di Brudzinski. Guardiamoli nel dettaglio:
Segno di Kernig: fattivamente l’ammalato non riesce a stare seduto sul letto senza flettere le ginocchia – vedi immagine che segue.
Segno di Lasegue: fattivamente l’ammalato non è in grado di distendere (quindi di sollevare) l’arto inferiore verso alto – vedi immagine che segue.
Segno di Brudzinski: fattivamente quando il paziente viene esortato a flettere il capo la flessione della testa stimola contemporaneamente l’istintiva flessione delle ginocchia – vedi immagine che segue.
Ancora più specifico tra i sintomi della meningite è il cosiddetto segno di Binda: fattivamente quando la testa del paziente viene accompagnata a girarsi lateralmente (cosiddetta laterizzazione passiva del capo) la spalla opposta tende a muoversi nella stessa direzione.
La meningite batterica può comportare anche rush cutanei come manifestazioni aggiuntive della malattia:
con la cosiddetta sepsi meningococcica esplode un rush maculo-eritematoso a cui fa seguito la formazione di puntini emorragici sulla cute. La particolarità di questa eruzione cutanea sta nel fatto che i puntini non scompaiono alla vitropressione cioè premendo sulla zona interessata, per esempio, un bicchiere di vetro.
Quale differenza c’è tra i vari ceppi di meningite?
Il meningococco di tipo C è un ceppo molto aggressivo, insieme al B, rappresenta il più elevato numero di casi di meningite in Italia e in Europa.
Nello specifico la meningite B è statisticamente più ricorrente tra i bambini al di sotto dei 12 mesi di vita, mentre la C colpisce prevalentemente bimbi e adolescenti (complice sempre la promiscuità degli ambienti di vita dei bambini e dei ragazzi).