Di recente si è diffusa attraverso il web la notizia inerente la scoperta di un nuovo organo del corpo umano, più esattamente si tratta di una nuova struttura chiamata interstizio o spazio interstiziale.
Scoperto nuovo organo del corpo umano: cos’è e dove si trova.
Lo studio svolto dal team di Petros C. Benias e Rebecca G. Wells e pubblicato su Scientific Reports ha scoperto la presenza di una nuova struttura che è stata pubblicizzata come un nuovo organo del corpo umano. Attraverso una particolare endoscopia eseguita nei dotti biliari extraepatici, gli studiosi si sono accorti della presenza di una vera e propria rete tridimensionale di fasci di collagene denso nelle cui maglie è presente una certa quantità di liquido interstiziale.
Questa struttura reticolare è rivestita solo su un lato da cellule di cui non si conosce la natura, anche se sembrano appartenere al tessuto connettivo, e per di più non si sa neanche se siano proprio queste cellule a produrre il collagene che poi forma la rete. Sull’altro lato invece le molecole di collagene si trovano direttamente in contatto con il liquido interstiziale. Nelle nozioni di anatomia finora conosciute e studiate non è possibile rintracciare nessuna struttura con questa architettura!
Successivamente è stato visto che strutture simili sono presenti intorno a numerosi tessuti soggetti a compressione, come l’intero tratto gastrointestinale e la vescica urinaria, il derma, i bronchi e intorno al cuore e alla parete dei vasi.
Il concetto di spazio interstiziale, cioè uno spazio dove si trova il liquido interstiziale, finora era stato esclusivamente osservato e studiato in maniera approfondita tra cellula e cellula. Al contrario la novità di questo studio mette in evidenza come ci siano spazi dove può scorrere il liquido interstiziale anche intorno agli organi e ai tessuti, permettendo l’ipotesi di una “grande circolazione” di liquido che interessa tutto il corpo umano.
La tecnica con cui si è scoperto il nuovo organo del corpo umano.
La presenza di quello che è stato chiamato interstizio e presentato come nuovo organo del corpo umano è stata scoperta grazie ai progressi delle tecniche di imagining (cioè di tecniche che permettono la visualizzazione di qualcosa) che offrono la possibilità di effettuare degli studi anche in vivo. Questo permette di identificare nuove strutture che non sarebbe possibile osservare per una serie di limitazioni proprie delle tecniche utilizzate per la preparazione di un campione prelevato e trattato.
In questo studio è stata usata l’endomicroscopia laser confocale basata sulla sonda che fornisce in tempo reale uno studio delle strutture tissutali proprio durante l’endoscopia. A quest’esame sono stati anche associati studi su campioni prelevati tramite biopsia e immediatamente congelati. Il congelamento repentino del tessuto bioptico ha preservato l’anatomia della struttura del nuovo organo del corpo umano: ha messo in evidenza la presenza nella sottomucosa di uno spazio interstiziale riempito di fluido che viene drenato ai linfonodi e sorretto da una complessa rete di fasci di collagene denso.
Finora era stato impossibile riconoscere ed evidenziare questa struttura, probabilmente a causa delle tecniche di preparazione dei campioni prelevati. Infatti il fluido interstiziale viene perso e le fibre che formano le maglie collassano l’una sull’altra formando quella sorta di barriera di collagene conosciuta finora ma che non rappresenterebbe quindi nient’altro che un artefatto dovuto alla tecnica di fissazione.
Quali implicazioni può avere questo nuovo organo del corpo umano?
Definire questa nuova concezione dello spazio interstiziale come un nuovo organo del corpo umano è probabilmente prematuro. Ampliare il concetto di interstizio è già di per sé una grande novità: se lo spazio interstiziale è un compartimento diffuso in tutto il corpo umano, pieno di liquido sia all’interno che tra i tessuti, è necessario approfondire le possibili implicazioni per quanto riguarda sia la sua funzione ma anche per quel che concerne le patologie ad esso connesse.
Per esempio, non esiste più una densa barriera di fibre collagene ma è presente invece un reticolo con degli spazi pieni di liquido. Questi sono comprimibili e distendibili e potrebbero funzionare come degli ammortizzatori. Infatti tutti gli organi in cui è stata rilevata questa struttura sono soggetti a compressione e distensione, a volte costanti, come nei polmoni o nell’aorta, altre invece intermittenti, come ad esempio nel tratto digestivo durante la digestione, nella vescica urinaria durante la minzione o nella pelle sotto compressione meccanica.
Gli spazi pieni di liquido sono ben diversi da una barriera di tessuto connettivo e potrebbero agevolare al diffusione di cellule cancerose responsabili successivamente delle metastasi, aiutate anche dal movimento del fluido dovuto alla compressione. Allo stesso modo la presenza di liquido potrebbe avere importanza anche nel movimento di molecole e di cellule del sistema infammatorio-immunitario, specialmente in condizioni infiammatorie come colangite sclerosante primitiva, pancreatite cronica, malattia infiammatoria intestinale e sclerodermia.
Il liquido interstiziale potrebbe quindi essere utilizzato come campione nella diagnosi di alcune condizioni.
E’ giusto chiamarlo nuovo organo del corpo umano?
Questi risultati mettono quindi in evidenza la necessità di riconsiderare molte delle conoscenze precedenti e di approfondire ulteriormente questo campo. In sostanza ancora non sono stati raccolti dati sufficienti a dimostrare che si tratti di un nuovo organo del corpo umano , ma questo studio apre la strada a numerosissime nuove possibilità di ricerca e di comprensione.
Non è escluso che in futuro l’interstizio possa guadagnarsi il titolo di “nuovo organo del corpo umano”.
Sicuramente però la scoperta di questo nuovo compartimento ci pone davanti alla necessità di un rinnovamento delle conoscenze. Lo sviluppo di tecniche sempre migliori e precise in campo biotecnologico, bioingegneristico e medico permettono anche un’affascinante riflessione sulla nostra incapacità di comprendere e conoscere a fondo ogni singolo evento.
È strabiliante come la ricerca della novità non trovi mai la parola “fine”, anche in un campo tanto indagato quale è l’anatomia umana.
Fonte: Nature
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